serenaowen

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  • in risposta a: eutanasia gatto e senso di colpa #22532

    serenaowen
    Partecipante

    @jjj grazie per le tue parole e il tuo consiglio, lo farò scrivere tutto e lo conserverò per sempre!

    L’esistenza di questo forum mi ha aiutato molto in un momento di grande sconforto, grazie a tutti per tenerlo vivo ed aiutare i proprietari dei piccoli pelosi con consigli e supporto.

    in risposta a: eutanasia gatto e senso di colpa #22529

    serenaowen
    Partecipante

    Ciao e grazie mille per le vostre risposte, mi stanno aiutando molto.

    @iao quello che mi hai scritto mi ha dato molto conforto, non avevo letto la tua storia e sono andata a cercarla. Mi dispiace moltissimo per il tuo gatto e ti capisco perfettamente. La descrizione della tua storia, seppure diversa dalla mia per le patologie del gatto, è esattamente la stessa riguardo la nostra sofferenza e senso di impotenza e riguardo tutti i dubbi che non ti lasciano dormire. Leggendo la tua storia anche io penso che tu abbia fatto la cosa giusta, forse è così, bisogna guardarle dal di fuori, per essere più oggettivi. Oggi è esattamente una settimana e spero come hai detto tu che con il tempo potrò sentirmi meglio e ricordare solo i momenti felici con il mio piccolino. Lo auguro anche a te. Un abbraccio

    @stregatta probabilmente tutto questo non. sarebbe mai successo è vero, se lui non avesse l’abitudine, da me concessa, di girare libero nel giardino.

    Halloween (era il suo nome, perché era color zucca), amava molto la libertà ma poi anche tornare a casa a prendersi le coccole, riposare e rifocillarsi. Nei suoi primi 5 anni di vita non l’ho fatto mai uscire, nonostante lui tentasse di evadere sempre quando vedeva una porta aperta e per i primi 5 anni ha avuto la cistite nervosa almeno due volte all’anno. Poi un giorno dopo l’ennesimo tentativo di fuga riuscito, sono scesa nel giardino con lui ed effettivamente ho visto che non si allontanava e si limitava a stare sulla panchina, tra le piante, prendersi il sole, farsi le unghiate ma sempre all’interno del giardino. Quindi ho pensando, probabilmente sbagliando, che non potesse accadergli nulla. Di fatto nei successivi 5 anni non ha avuto mai più episodi di cistite, forse perché così era più felice. Quando ho provato a non farlo uscire (brutto tempo, neve o altre cose) dava le testate alla porta chiusa e io mi intenerivo. Forse pensandoci ora, avrei dovuto prendere un altro micio e e magari si sarebbero fatti compagnia in casa, anche perché io lo facevo uscire pure perché lo vedevo annoiato e solo, specialmente quando mi assentavo per il lavoro. Sicuramente se mai avrò un altro gatto, per ora ovviamente non me la sento, dopo questa terribile esperienza, non credo che lo rifarei.

    Grazie ancora a tutti per il vostro sostengo

     

     

     

     

    in risposta a: eutanasia gatto e senso di colpa #22519

    serenaowen
    Partecipante

    Ciao e grazie mille per avermi risposto,

    sulla frattura alla coda purtroppo anche a me sono venuti dei dubbi atroci, tipo che qualcuno lo abbia picchiato o gli abbia dato un calcio molto forte. Ho chiesto ai veterinari se ciò fosse possibile e mi hanno risposto che potrebbe essere quella la causa, come no. Ma effettivamente il gatto è tornato a casa senza segni di ruote, senza essere sporco e niente. E’ una ipotesi troppo dolorosa a cui non voglio credere, non posso pensare che la cattiveria umana arrivi a tanto, ma purtroppo è possibile. Nel mio palazzo (siamo pochi condomini) non mi sento di dire che nessuno mai avrebbe fatto una cosa simile, anche perché anche loro hanno animali e li amano. Però era il giorno di Natale e magari c’era qualche ospite da fuori, magari il mio gatto è salito su un auto parcheggiata non so, o ha fatto qualcosa x indispettirli. Chiaramente anche qui ho sensi di colpa, avrei dovuto pensare che era un giorno particolare…non farlo uscire e tutte quelle cose lì. Ma quello che mi preme di più è appunto capire se ho agito in maniera sbagliata in merito all’eutanasia.

    Per rispondere alle tue domande:

    1) i veterinari della prima clinica erano diversi perché era una clinica molto grande e visto che lo portavo due volte al giorno a spremere lo hanno seguito un po’ a turno. La dottoressa che lo ha seguito di più inizialmente si era mostrata fiduciosa, ma in seguito al fatto che la terapia non funzionasse e lui prendeva davvero tante medicine (mi ero fatta uno schema con le sveglie perché erano davvero tante) mano a mano ha cominciato a non parlare più del fatto che riacquistasse le funzionalità ma solo di come poter gestirlo meglio per le spremiture che lui rifiutava e quindi per questo oltre ai farmaci per distendere vescica siamo andati con farmaci come Xanax due pillole al giorno e gabapentin mezza al giorno. L’ultima volta prima che gli inserisse il catetere alle mie domande mi ha chiaramente detto che la funzionalità non l’avrebbe più ripresa e che non poteva nemmeno trasformarsi da ritenzione a incontinenza. Sempre nella stessa clinica il neurologo è sempre stato abbastanza negativo da principio ma senza mai esporsi totalmente sebbene continuava a dirmi un gatto così per te è ingestibile (perché non si faceva spremere). Il mio vet invece anche lui mi ha detto diamogli dal tempo per vedere se riprende ma quando lo ha poi visitato ed erano già passati 15 giorni mi ha riconfermato che lui aveva i nervi danneggiati, che la non reazione dell’ano ne era una prova evidente e che non avrebbe recuperato.

    2) Lui non ha mai espulso nemmeno una goccia di urina da solo, la vescica era completamente in stato di contrazione e anche la spremitura era difficoltosa per quello oltre che per il suo carattere. Quindi mi riferivo solo al fatto che la perdesse dal catetere perché continuava a togliere il tappo. La cacca inizialmente scendeva a fatica e dura e secca come fecalomi che restavano incastrati nell’ano. Solo a quel punto lui tentava di andare in lettiera ma credo per istinto perché poi spingendo non usciva e nemmeno ci provava, scavava si accovacciava qualche secondo e usciva e per la maggior parte la perdeva per strada. quando incominciò a vomitare lo hanno sedato perché stava rischiando un occlusione per svuotarlo. Così ho cominciato a dargli delle pastiglie per renderla morbide e fargli anche delle perette ogni due giorni, insieme seguito a ciò la cacca usciva molle e a tratti a diarrea ma sempre senza alcun controllo da parte sua. L’ano risultava sempre molto dilatato e rosso.

    Se lui si fosse fatto spremere da me o mi avesse dato la possibilità di stare calmo e di imparare credimi che non mi fregava nulla se mi sporcava x casa, ma io nn avevo modo di imparare a spremergli questa vescica. Ho provato a casa accarezzandogli prima la pancia e poi cercando piano piano di fare pressione ma appena sentiva la pressione cercava di scappare, graffiando e iniziando a mordere. Alla clinica non riuscivo ad imparare perché era un pazzo e infatti le ultime volte anche penso per stanchezza di questa situazione i veterinari lui sedavano. Invece le pillole riuscivo a dargliele alla bocca si faceva toccare ed era facile almeno quello, ma purtroppo nessun effetto. Uno dei veterinari della clinica mi disse ma il vet neurologo non ti ha suggerito una risonanza? ma il neurologo non la riteneva utile.

    Vorrei essere stata più competente o pratica, aver trovato il modo io di riuscire a spremerlo e mi sento da schifo anche per la mia incapacità.

    Alla fine mi sono fidata del mio veterinario storico che effettivamente non aveva motivi di essere drastico sul futuro del mio gatto. Mi ha detto che lui ha sempre cercato di salvare la vita agli animali, mi ha fatto vedere delle protesi che aveva fatto per un gatto senza zampe e che quindi se ci fosse stato un modo sicuramente me lo avrebbe detto, ma lo riteneva senza speranze.

    Poi però leggo storie dei gatti che dal niente hanno ripreso a fare i loro bisogni e allora penso, cavolo e se gli davo più tempo? Se aumentando i farmaci (anche se avrei avuto un gatto sempre stordito) piano piano si faceva spremere?

    Mi fa male aver deciso io, un pò per non fa soffrire lui, un pò per non soffrire io a vedere sempre di più la situazione precipitare. Ma forse non dovevo prendermi il diritto di questa scelta e aspettare che la natura decidesse.

     

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