eutanasia gatto e senso di colpa

Forum La salute del gatto eutanasia gatto e senso di colpa

Questo argomento contiene 9 risposte, ha 4 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Stregatta 1 anno, 3 mesi fa.

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  • #22515

    serenaowen
    Partecipante

    Ciao a tutti, vi scrivo perché non riesco a trovare pace da quando qualche giorno fa ho scelto di praticare l’eutanasia al mio gatto di dieci anni e mezzo. Lo amavo moltissimo e soffro tantissimo non solo per la sua perdita ma anche per i sensi di colpa che provo adesso, nonostante tutti intorno a me mi dicono che era la scelta giusta.

    Il mio gatto era in ottima salute e era solito scendere nel giardino del mio palazzo per il suo giretto quotidiano. Il gatto era castrato e non si allontanava mai al di fuori del giardino, era amico dei condomini e tutti erano molto attenti negli spostamenti di parcheggio delle loro auto. Lo ritenevo insomma un posto sicuro, cos’ come effettivamente lo era stato per anni, finché il giorno di Natale è tornato a casa traballante. Al momento non sono riuscita a capire cosa avesse, ho notato che poggiava le zampe di dietro in modo strano e ho ipotizzato o che avesse litigato con altri gatti (che spesso frequentano il giardino) o un investimento. Essendo il giorno di Natale il mio veterinario non era disponibile e nemmeno la clinica di pronto soccorso, pertanto ho atteso la mattina successiva e subito il 26 l’ho portato alla clinica, in quanto il mio veterinario di fiducia era ancora chiuso. Alla clinica subito hanno notato che il gatto non alzava più la coda e dopo una radiografia è risultata una frattura della coda proprio all’attaccatura, vi allego foto.

    Il veterinario quindi mi prescrive un antibiotico e mi avvisa che potrebbero esserci dei danni alla vescica e quindi di monitorare se il gatto facesse i bisogni. Successivamente valutare di togliere la coda che ormai era un peso morto. Torno a casa, il gatto è dolorante ma mangia qualcosina ma di bisogni niente, ne pipì ne cacca. La sera quindi lo riporto dal veterinario che mi dice che aveva la vescica molto distesa e gli fa una spremitura manuale.

    Normalmente il mio gatto ha sempre odiato i veterinari e sebbene molto buono e dolce in casa, quando si trovava a dover affrontare una visita diventava aggressivo, soffiando e ringhiando. In questa circostanza stranamente si è fatto svuotare con poca opposizione, forse perché il dolore della frattura era molto forte. Il veterinario nota anche un ano beante dicendomi che non è un buon segno, ma Comunque di aspettare e vedere come va. Il gatto continua a non fare pipì e cacca nemmeno i giorni seguenti per cui mi ritrovo a portarlo tutti i giorni alla clinica veterinaria, due volte al giorno per eseguire la spremitura. Nonostante non facesse i suoi bisogni sembrava rimettersi dalla frattura ed era tornato più energico con voglia di mangiare e fare di nuovo qualche saltino e ritrovare posizioni più come per dormire, insomma sembrava come un gatto sano se non fosse per questo enorme problema. Lo faccio visitare anche dal veterinario neurologo che mi conferma la perdita di riflessi dell’anno e si mantiene molto vago sulla prognosi, dicendo che bisogna aspettare e sperare ma senza garanzie. Intanto riacquistando le sue forze la spremitura diventava sempre più complicata per i veterinari della clinica che a turno ricevevano graffi giornalieri e dovevamo essere in 3 a spremerlo, io e due veterinari perché si dimenava mordeva e graffiava rifiutando la procedura, anche perché probabilmente avendo anche la cacca nell’intestino che non riusciva ad espellere gli faceva male. Reagendo così anche per me era difficile imparare e di conseguenza imparare a fargli la procedura da sola a casa. Il veterinario mi disse che era la cosa peggiore che poteva accadere ad un gatto con questo carattere. Visto quanto era difficile svuotarlo ho deciso di continuare li le cure e non portarlo dal mio solito veterinario che sicuramente da solo non sarebbe riuscito a tenerlo. Ogni giorno la spremitura era una sofferenza, mi dispiaceva molto vederlo dimenare così ma non cera altra soluzione. Intanto i farmaci aumentavano sempre di più, smesso l’antidolorifico abbiamo iniziato con dei farmaci per far rilassare il tono muscolare e permettere alla vescica di rifunzionare di nuovo, a dei farmaci per ammorbidire le feci perché stava rischiando un ostruzione intestinale a causa di fecalomi, io stessa mi sono ritrovata per aiutarlo ed estrarre le sue feci dal sederino per quel che riuscivo. Successivamente a questo episodio in cui aveva anche vomitato hanno deciso di sedarlo per fargli analisi del sangue e svuotare intestino. Per un giorno dopo la sedazione ho ritrovato il mio gatto felice, svuotato e rinato con tanta fame e voglia di vivere, ma purtroppo è durato tutto poco. Pipi ancora niente e per fargli fare la cacca ho dovuto anche provare con delle perette. La cacca quindi usciva ma molle a tratti liquida e senza alcun controllo da parte sua che in pratica lasciava strisce in tutta la casa, ano infiammassimo e stava sempre a pulirsi il sederino in continuazione. Intanto si rifiutava sempre più con veemenza di farsi svuotare e le ultime 3 volte è stato dovuto sedare per procedere allo svuotamento, nonostante mi avessero dato anche ulteriori farmaci per il suo comportamento tra cui lo Xanax , che avrebbe dovuto tenerlo più calmo. Tutto questo è durato 15 giorni, la lista di farmaci aumentava sempre di più e l’unico modo per svuotarlo era sedarlo o tenerlo drogato. Intanto sento il mio storico veterinario e gli spiego la situazione e lui mi prospetta la possibilità dell’eutanasia. Per me era inconcepibile vendendo un gatto tutto sommato sano e con voglia di vivere, ma purtroppo ahimè in realtà compromesso. Torno alla clinica e dopo l’ennesimo tentativo vano di sedarlo decidono di procedere con la cateterizzazione e il collare elisabettiano ma allo stesso tempo la dottoressa mi fa capire che è un atto estremo, che non ci sono possibilità che il gatto ritorni a urinare e nemmeno che la sua vescica si trasformi da ritenzione a incontinenza (che nel suo caso sarebbe stato meglio) e che questo catetere è solo per prendere tempo e vedere se intanto aumentando ancora le dosi dei farmaci “comportamentali” saremmo arrivati a una spremitura manuale tranquilla.

    Mi porto a casa il gatto, si toglie il tappino del catetere due volte, cerca di leccarsi l’ano da dove perde in continuazione feci e si sporca tutto il collare di feci e completamente bagnato di pipi che esce dal catetere che si toglie e di cacca, io lo seguo passo passo per pulirlo ma si risporca dopo due secondi. Sono stremata non so che fare, lo guardo e gli chiedo dimmi cosa devo fare??? Lui sbatte contro i mobili, non trova pace con quel collare.

    Chiamo il mio veterinario storico e lo porto da lui quella sera stessa (quindi a circa 15 giorni dall’incidente) e lo faccio visitare per avere anche una seconda opinione. Lui fa una prova per vedere la reazione dell’ano e mi dice che il mio gatto non sarà più capace di urinare e defecare da solo, che probabilmente andrà entro breve incontro a infezioni del catetere, possibile insufficienza renale e blocco intestinale e che visto il suo carattere quando si prova a svuotarlo è impossibile una gestione anche da parte mia. In quel momento mi arrendo al fatto che questa non è vita per lui, che sono stanca di vederlo soffrire per tutte le innumerevoli medicine, le sedazioni, i cateteri,  l’ano rosso e infiammato e che sembra sano ma non lo è, anche se cammina, mangia, salta e fa le fusa quando si sente meglio o dopo le lotte per le spremiture. Decido allora quella sera stessa per l’eutanasia, anche forse una decisione presa d’impulso  e non a mente lucida per il mio forte stress di quei giorni in quanto erano stati 15 giorni totalmente dedicati a lui a portarlo sotto e sopra, sveglie per le medicine a tutte le ore, permessi dal lavoro, traversine in tutti gli angoli della casa per la cacca persa a pezzi e tante tante lacrime versate nel vederlo così. Il veterinario procede con la prima siringa, io voglio restare li con lui e visto sempre il suo carattere lo tengo fermo e nel momento della puntura mi da un morso fortissimo, tant’è che adesso sto prendendo antibiotico perché aveva fatto infezione. Nemmeno il tempo di realizzare il morso e il dolore, che mi giro e lui si è già rintanato nel suo trasportino e si è addormentato. Mi disinfetto, poi vado da lui lo bacio e lo accarezzo e il veterinario procede alla seconda siringa. Il giorno dopo lo seppellisco in campagna da alcuni nostri parenti, vicino a in torrente e un grande albero. Piango e mi dispero perché non sono sicura adesso di aver fatto la scelta giusta, ho letto di gatti che hanno ripreso dopo un mese o due a fare i loro bisogni, ma a me hanno detto che non sarebbe successo più di un veterinario. Piango perché magari dovevo aumentare le medicine per tenerlo calmo ancora e vedere se si faceva svuotare. Piango perché proprio io la sua padrona l’ho accompagnato nel suo ultimo viaggio e deciso della sua vita e non so se lui mi perdonerà per questo. Ho paura di aver sbagliato e che forse avrei dovuto aspettare ancora e farlo quando proprio la situazione sarebbe diventata più disperata.

    Scusatemi se ho scritto tanto, ma avevo bisogno di sfogarmi con chi sa cosa vuol dire avere e amare un gatto o ha già vissuto situazioni abbastanza simili.

     

     

    #22516

    jjj
    Partecipante

    Ciao Serena. Mi dispiace tantissimo.
    Di solito qui cerchiamo di ragionare in caso analoghi, seppur senza avere competenze specifiche se non le nostre esperienze, tuttavia in questo caso per onestà mi sento alzare le mani perché non saprei proprio sbilanciarmi.
    Le fratture e i traumi possono avere effetti devastanti sulla capacità neurologiche di controllo della muscolatura deputata a minzione e defecazione. A volte l’inabilità è più o meno temporanea. Altre volte è irreversibile. Quindi eventualmente si tratterebbe di capire se fosse irreversibile e personalmente non ho né i dati né le conoscenze per esprimermi. Noto che comunque tutti i veterinari hanno fatto una diagnosi ugualmente severa.
    Se proprio tieni ad avere risposte, dovresti contattare un veterinario professionista, spiegargli brevemente il caso clinico e chiedere un parere.
    Mi ha colpito la frattura alla coda: è possibile che il gatto sia stato coinvolto in un incidente anche se a mio parere spesso gli incidenti provocano danni più estesi, coinvolgendo anche il bacino, il quale qui sembra intatto.

    Avrei due domande da farti:
    1) i veterinari della prima clinica che avevano cominciate con le spremiture ti avevano mai parlato della possibile eutanasia?
    2) l’espulsione continua di feci ed urina avvenuto in seguito alla rimozione del catere ed il giorno prima dell’eutanasia. Si sono verificati altri casi nei giorni precedenti?

    #22519

    serenaowen
    Partecipante

    Ciao e grazie mille per avermi risposto,

    sulla frattura alla coda purtroppo anche a me sono venuti dei dubbi atroci, tipo che qualcuno lo abbia picchiato o gli abbia dato un calcio molto forte. Ho chiesto ai veterinari se ciò fosse possibile e mi hanno risposto che potrebbe essere quella la causa, come no. Ma effettivamente il gatto è tornato a casa senza segni di ruote, senza essere sporco e niente. E’ una ipotesi troppo dolorosa a cui non voglio credere, non posso pensare che la cattiveria umana arrivi a tanto, ma purtroppo è possibile. Nel mio palazzo (siamo pochi condomini) non mi sento di dire che nessuno mai avrebbe fatto una cosa simile, anche perché anche loro hanno animali e li amano. Però era il giorno di Natale e magari c’era qualche ospite da fuori, magari il mio gatto è salito su un auto parcheggiata non so, o ha fatto qualcosa x indispettirli. Chiaramente anche qui ho sensi di colpa, avrei dovuto pensare che era un giorno particolare…non farlo uscire e tutte quelle cose lì. Ma quello che mi preme di più è appunto capire se ho agito in maniera sbagliata in merito all’eutanasia.

    Per rispondere alle tue domande:

    1) i veterinari della prima clinica erano diversi perché era una clinica molto grande e visto che lo portavo due volte al giorno a spremere lo hanno seguito un po’ a turno. La dottoressa che lo ha seguito di più inizialmente si era mostrata fiduciosa, ma in seguito al fatto che la terapia non funzionasse e lui prendeva davvero tante medicine (mi ero fatta uno schema con le sveglie perché erano davvero tante) mano a mano ha cominciato a non parlare più del fatto che riacquistasse le funzionalità ma solo di come poter gestirlo meglio per le spremiture che lui rifiutava e quindi per questo oltre ai farmaci per distendere vescica siamo andati con farmaci come Xanax due pillole al giorno e gabapentin mezza al giorno. L’ultima volta prima che gli inserisse il catetere alle mie domande mi ha chiaramente detto che la funzionalità non l’avrebbe più ripresa e che non poteva nemmeno trasformarsi da ritenzione a incontinenza. Sempre nella stessa clinica il neurologo è sempre stato abbastanza negativo da principio ma senza mai esporsi totalmente sebbene continuava a dirmi un gatto così per te è ingestibile (perché non si faceva spremere). Il mio vet invece anche lui mi ha detto diamogli dal tempo per vedere se riprende ma quando lo ha poi visitato ed erano già passati 15 giorni mi ha riconfermato che lui aveva i nervi danneggiati, che la non reazione dell’ano ne era una prova evidente e che non avrebbe recuperato.

    2) Lui non ha mai espulso nemmeno una goccia di urina da solo, la vescica era completamente in stato di contrazione e anche la spremitura era difficoltosa per quello oltre che per il suo carattere. Quindi mi riferivo solo al fatto che la perdesse dal catetere perché continuava a togliere il tappo. La cacca inizialmente scendeva a fatica e dura e secca come fecalomi che restavano incastrati nell’ano. Solo a quel punto lui tentava di andare in lettiera ma credo per istinto perché poi spingendo non usciva e nemmeno ci provava, scavava si accovacciava qualche secondo e usciva e per la maggior parte la perdeva per strada. quando incominciò a vomitare lo hanno sedato perché stava rischiando un occlusione per svuotarlo. Così ho cominciato a dargli delle pastiglie per renderla morbide e fargli anche delle perette ogni due giorni, insieme seguito a ciò la cacca usciva molle e a tratti a diarrea ma sempre senza alcun controllo da parte sua. L’ano risultava sempre molto dilatato e rosso.

    Se lui si fosse fatto spremere da me o mi avesse dato la possibilità di stare calmo e di imparare credimi che non mi fregava nulla se mi sporcava x casa, ma io nn avevo modo di imparare a spremergli questa vescica. Ho provato a casa accarezzandogli prima la pancia e poi cercando piano piano di fare pressione ma appena sentiva la pressione cercava di scappare, graffiando e iniziando a mordere. Alla clinica non riuscivo ad imparare perché era un pazzo e infatti le ultime volte anche penso per stanchezza di questa situazione i veterinari lui sedavano. Invece le pillole riuscivo a dargliele alla bocca si faceva toccare ed era facile almeno quello, ma purtroppo nessun effetto. Uno dei veterinari della clinica mi disse ma il vet neurologo non ti ha suggerito una risonanza? ma il neurologo non la riteneva utile.

    Vorrei essere stata più competente o pratica, aver trovato il modo io di riuscire a spremerlo e mi sento da schifo anche per la mia incapacità.

    Alla fine mi sono fidata del mio veterinario storico che effettivamente non aveva motivi di essere drastico sul futuro del mio gatto. Mi ha detto che lui ha sempre cercato di salvare la vita agli animali, mi ha fatto vedere delle protesi che aveva fatto per un gatto senza zampe e che quindi se ci fosse stato un modo sicuramente me lo avrebbe detto, ma lo riteneva senza speranze.

    Poi però leggo storie dei gatti che dal niente hanno ripreso a fare i loro bisogni e allora penso, cavolo e se gli davo più tempo? Se aumentando i farmaci (anche se avrei avuto un gatto sempre stordito) piano piano si faceva spremere?

    Mi fa male aver deciso io, un pò per non fa soffrire lui, un pò per non soffrire io a vedere sempre di più la situazione precipitare. Ma forse non dovevo prendermi il diritto di questa scelta e aspettare che la natura decidesse.

     

    #22522

    iao
    Partecipante

    Ciao cara, non so se hai letto la mia storia di qualche giorno fa, ma è molto simile alla tua. Anche se due malattie completamente diverse , mi ha colpito molto quello che hai detto ritrovandomi nelle tue parole. Anch’io come te, non mi sono data pace ho pianto per 20 giorni urlando il suo nome chiedendogli di perdonarmi, mi sono straziata, data colpe … poi ho capito una cosa, che purtroppo ogni storia è diversa . Anch’io come te avevo letto che per la malattia che aveva si poteva salvare, ma i nostri micetti per condizioni diverse erano arrivati a soffrire troppo. Quando ho preso la decisione ero anche stremata dalla settimana di inferno che avevo passato, vederla in quel modo … era un dolore insopportabile. L’ho fatto per me l’ho fatto per lei, poi sorgono mille domande mille dubbi che ti assalgono … bisogna essere forti e pensare ai tantissimi anni vissuti assieme … bellissimi indimenticabili che ci porteremo sempre con noi. Gli abbiamo dato amore, si evince da tutto quello che hai fatto per il tuo gatto, hai solo concluso con un ennesimo atto d’amore…. giorno dopo giorno passettino per passettino te ne renderai conto … te lo dice una che ancora non sta bene (visto che sono passati solo 22 giorni) e sicuramente ci vorrà ancora del tempo. Ma secondo me hai fatto la scelta giusta, che vita poteva avere davanti? L agonia di andare ogni giorno dal veterinario per la spremitura che lo rendeva molto agitato, le infezioni annesse, tutte le medicine prese… stava solo soffrendo. Hai fatto assolutamente bene ad aspettare settimane perché potevano esserci dei miglioramenti, le hai provTe tutte… gli hai dato tempo… purtroppo non è successo e per questo non puoi proprio darti nessuna colpa… hai fatto tutto quello che avrei fatto anch’io… stai serena e tienilo nel tuo cuoricino stara’ con te per sempre

    #22525

    Stregatta
    Partecipante

    ciao mi dispiace tanto.

    a vedere la lastra e’ proprio una frattura netta sicuramente da trauma per cui o un calcio oppure e’ stato preso dentro da una macchina. i rischi di far uscire un gatto sono sempre dietro l’angolo , quando ho compiuto 16 anni ( quindi 32 anni fa) ho deciso che i miei gatti non sarebbero mai piu usciti dalle mura domestiche in quanto ero stufa di trovarli conciati in mille modi e poi curarli di conseguenza vedendoli soffrire. e  32 anni fa non c’erano le possibilita che ci sono ora, si andava piu a tentativi ma mi sento di dire che i veterinari erano migliori perche oltre a studiare, dovevano avere anche un ottimo istinto.

    detto questo, io non so che dirti. di sicuro la frattura e il trauma hanno danneggiato le terminazioni nervose che comandano l’ano. e magari c’era anche un trauma nella vescica da qui il fatto che non urinava. o semplicemente dal dolore non riusciva a mettersi nella posizione per effettuare i bisogni.

    non so dirti se sarebbe migliorato, non so nemmeno l’entita’ del danno nel tuo gatto.

    ricordo che quano avevo 15 anni trovai il mio gatto sotto a un cespuglio completamente paralizzato nei posteriori (era stato investito). con il veterinario abbiamo provato a salvarlo, anche lui non riusciva piu a fare i bisogni perche non si reggeva sui posteriori e lo aiutavo con una imbragatura fatta da mia nonna di stoffa.

    ricordo che non andai in vacanza con i miei per curare il mio gatto e con sorpresa anche del veterinario lui si riprese completamente.

    questo per dirti che

    1- ti devi fidare del veterinario al 100% e avere profonda stima di lui (e’ fondamentale credimi)

    2- e’ inutile stare qui a dire “ho fatto bene, ho fatto male” soprattutto perche nessuno di noi puo’ permettersi di dirti che hai fatto male. e’ una scelta molto intima e personale e noi , in quanto umani e attaccati alla vita, ci struggiamo poi sempre con i sensi di colpa.

    non devi pensare piu’ ai sensi di colpa. oramai e’ fatta, non si puo’ tornare indietro.

    ricordalo nel tuo cuore e cerca per quanto possibile di allontanare i pensieri negativi.

    #22529

    serenaowen
    Partecipante

    Ciao e grazie mille per le vostre risposte, mi stanno aiutando molto.

    @iao quello che mi hai scritto mi ha dato molto conforto, non avevo letto la tua storia e sono andata a cercarla. Mi dispiace moltissimo per il tuo gatto e ti capisco perfettamente. La descrizione della tua storia, seppure diversa dalla mia per le patologie del gatto, è esattamente la stessa riguardo la nostra sofferenza e senso di impotenza e riguardo tutti i dubbi che non ti lasciano dormire. Leggendo la tua storia anche io penso che tu abbia fatto la cosa giusta, forse è così, bisogna guardarle dal di fuori, per essere più oggettivi. Oggi è esattamente una settimana e spero come hai detto tu che con il tempo potrò sentirmi meglio e ricordare solo i momenti felici con il mio piccolino. Lo auguro anche a te. Un abbraccio

    @stregatta probabilmente tutto questo non. sarebbe mai successo è vero, se lui non avesse l’abitudine, da me concessa, di girare libero nel giardino.

    Halloween (era il suo nome, perché era color zucca), amava molto la libertà ma poi anche tornare a casa a prendersi le coccole, riposare e rifocillarsi. Nei suoi primi 5 anni di vita non l’ho fatto mai uscire, nonostante lui tentasse di evadere sempre quando vedeva una porta aperta e per i primi 5 anni ha avuto la cistite nervosa almeno due volte all’anno. Poi un giorno dopo l’ennesimo tentativo di fuga riuscito, sono scesa nel giardino con lui ed effettivamente ho visto che non si allontanava e si limitava a stare sulla panchina, tra le piante, prendersi il sole, farsi le unghiate ma sempre all’interno del giardino. Quindi ho pensando, probabilmente sbagliando, che non potesse accadergli nulla. Di fatto nei successivi 5 anni non ha avuto mai più episodi di cistite, forse perché così era più felice. Quando ho provato a non farlo uscire (brutto tempo, neve o altre cose) dava le testate alla porta chiusa e io mi intenerivo. Forse pensandoci ora, avrei dovuto prendere un altro micio e e magari si sarebbero fatti compagnia in casa, anche perché io lo facevo uscire pure perché lo vedevo annoiato e solo, specialmente quando mi assentavo per il lavoro. Sicuramente se mai avrò un altro gatto, per ora ovviamente non me la sento, dopo questa terribile esperienza, non credo che lo rifarei.

    Grazie ancora a tutti per il vostro sostengo

     

     

     

     

    #22530

    jjj
    Partecipante

    Il modo in cui si è fatto male è fattore decisivo, ma non lo sapremo mai con certezza. Da un punto di vista clinico direi che il punto è stabilire se fosse o meno un danno neurologico tale da essere irreversibile. Anche in questo caso è molto complesso fare supposizioni su deduzioni a posteriori. Secondo me lo specialista più indicato è proprio un neurologo, nel caso ci tenessi a fare approfondimenti e chiedere un parere ad altri vet.

    Purtroppo come dice @stregatta la strada è sempre un fattore di rischio perché è certo che meno escono e più stanno al sicuro. Ma per esperienza so anche a volte è impossibile impedire che escano.

    “Vorrei essere stata più competente o pratica, aver trovato il modo io di riuscire a spremerlo e mi sento da schifo anche per la mia incapacità”. Serena, prendersi cura di un animale e in generale saper interpretare le sue affezioni è cosa estremamente complessa, molto più di quanto possa sembrare. Poi nel tuo caso ho il sospetto che i medici abbiano fatto il massimo, considerando che tutti si sono espressi negativamente. Non hai motivo di sentirti in colpa anche perché tu sei affidata ad indicazioni di esperti che, con buona probabilità, avevano ragione.
    Il messaggio scritto da @iao, che ha passato una storia dolorosa come la tua, è molto bello e ti consiglio di leggerlo bene. Purtroppo a volte per amore di noisti amici siamo costretti a prendere delle decisioni difficili.

    Ti consiglio di scrivere tutti i ricordi che avete condiviso insieme, i bei momenti, anche le cose apparentemente insignificante, affinché tu non possa scordarle mai anche a distanza di tanto tempo.

    #22531

    jjj
    Partecipante

    “Forse pensandoci ora, avrei dovuto prendere un altro micio e e magari si sarebbero fatti compagnia in casa, anche perché io lo facevo uscire pure perché lo vedevo annoiato e solo, specialmente quando mi assentavo per il lavoro. ” Magari avrebbero voluto uscire entrambi. I gatti hanno spesso la pulsione di uscire per fare avventure ed andare a caccia. E’ nel loro istinto

    #22532

    serenaowen
    Partecipante

    @jjj grazie per le tue parole e il tuo consiglio, lo farò scrivere tutto e lo conserverò per sempre!

    L’esistenza di questo forum mi ha aiutato molto in un momento di grande sconforto, grazie a tutti per tenerlo vivo ed aiutare i proprietari dei piccoli pelosi con consigli e supporto.

    #22533

    Stregatta
    Partecipante

    aggiungo anche che le cose che noi veri amanti degli animali facciamo e’ perche le riteniamo giuste in quel momento. saremmo tutti piu bravi se sapessimo prima cosa avvera’ ma purtroppo non e’ possibile.

    se lui era uno spirito libero e’ giusto che tu l’abbia fatto uscire, sicuramente ha vissuto bene e come voleva lui!

    anche io ho avuto gatti che in casa proprio non ci stavano H24 e si facevano venire di tutto

    un abbraccio

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