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  >>  Gatto  >>  peritonite non infettiva? - Discussione n 10869 - PermaLink
   peritonite non infettiva?

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Autore
Inizio discussione    ( Risposte ricevute: 20 )
le0ne

Registrato dal: 07-07-2007
| Messaggi : 10
  Post Inserito 07-07-2007 alle ore 20:02   
ciao a tutti
vi racconto la ia storia, magari a qualcuno è capitata una situazione simile e mi può aiutare
il mio gattino di circa tre mesi ha iniziato a stare male una decina di giorni fa. prima febbre, poi passata. mangiava, beveva e andava in bagno ma era fiacco. poi ha vomitato un paio di volte e piano piano ha smesso di mangiare e di bere.

il veterinario gli ha fatto una serie di esami che indicavano una probabile FIP (anemia, insufficienza renale, ecc.), questo ieri. e il gattino era molto fiacco e praticamente assente direi. Ma i risultati dell'esame del liquido trovato nell'addome arrivati oggi non confermano per ora questa cosa. Nel fattempo, grazie a flebo e antibiotici, lui sta un pochino meglio. allora il vet farà l'analisi del dna del liquido, per avere un quadro più completo.

Ieri mi ero assegnata, oggi ho visto che lui ci sta provando e voglio sperare anch'io anche se cerco di non illudermi
Che dite? qualcuno ha notizie di un caso simile?
grazie




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CAT

Registrato dal: 06-07-2007
| Messaggi : 851
  Post Inserito 07-07-2007 alle ore 20:14   
povero piccolo!!io non so darti una risposta alla tua domanda xò se sta già meglio vuol dire k la terapia funziona!non perdere la speranza e coccola tanto il tuo micio!!tanti baciii


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bracchetto
| MEDICO VETERINARIO

Registrato dal: 04-07-2007
| Messaggi : 17962
  Post Inserito 07-07-2007 alle ore 20:35   
che esami ha fatto per ora? se li hai con te e me li posti posso provare ad aiutarti a interpretarli



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le0ne

Registrato dal: 07-07-2007
| Messaggi : 10
  Post Inserito 07-07-2007 alle ore 22:14   
non ho con me i risultati degli esami. so che ha fatto esami del sangue e delle urine (anemia, insufficienza epatica). Inoltre, una lastra che ha rilevato liquido nell'addome. il vet ha fatto esaminare questo liquido e si aspettava dei risultati divesi, che confermassero la FIP. Così non è stato, allora adesso sul liquido stanno facendo l'esame del dna per avere più informazioni, il vet dice che ci vorranno 4 gg almeno.
ho visto anche il protidogramma, che aveva dei picchi, non so bene cosa significano ma so che non è un buon segno.
Il vet dice che potrebbe essere una peritonite ma non infettiva, ma comunque ha un sacco di cosine che non vanno bene e quindi è molto difficile fare previsioni.

ieri lui era proprio assente, non reagiva a niente. Oggi invece mentre lo tenevo in braccio faceva ron ron, anche se piano, e stava raggomitolato bene. Ha anche mangiato un pochino.
Povero piccolino. Non voglio accanirmi ma mi pare che lui stia cercando di farcela...


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bracchetto
| MEDICO VETERINARIO

Registrato dal: 04-07-2007
| Messaggi : 17962
  Post Inserito 07-07-2007 alle ore 22:23   
è presto per parlare di accanimento. aspetta prima l'esito della PCR (è il nome dell'esame che stanno facendo), anche se i tempi sono un po' lunghi è l'esame che attualmente fornisce più certezze. intanto continua a curare il micio e vedi come va. MI RACCOMANDO per precauzione, finchè non sarai sicuro che non è FIP tienilo alla larga, anzi alla larghissima da qualsiasi altro gatto, perchè la peritonite infettiva è anche contagiosa, per cui... muratevi vivi!!!


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le0ne

Registrato dal: 07-07-2007
| Messaggi : 10
  Post Inserito 07-07-2007 alle ore 22:37   
grazie per le risposte.
navigando ho trovato questa cosa:

"Se invece è presente una sintomatologia (addome gonfio, presenza di masse a carico di organi interni, problemi neurologici, ecc) riferibile alla FIP, il solo strumento diagnostico e' l'esame citologico e/o istologico o la PCR eseguiti sugli organi, tessuti o liquidi organici interessati dalla manifestazione patologica. Questo esame e' sempre consigliabile in quanto la FIP - che e' letale nell'arco di pochi mesi - puo' presentare dei sintomi analoghi ad altre patologie che sono invece
curabili."

secondo te cos'altro potrebbe essere?

riguardo l'isolamento, per una settimana è stato nella stessa casa dove c'è un altro gatto ma in locali separati per non entrare in contatto. Devo disinfettare il pavimento, le lenzuola ecc?

grazie di tutto, attendiamo fiduciosi


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bracchetto
| MEDICO VETERINARIO

Registrato dal: 04-07-2007
| Messaggi : 17962
  Post Inserito 07-07-2007 alle ore 22:49   
ti invio una nota scritta da un professore dell'università di milano che si occupa da anni di questa malattia. se ci fossero punti troppo oscuri sono a disposizione per chiarimenti.
per le possibili alternative, l'accumulo di liquido in addome può dipendere anche da problemi di altra natura (insufficienza epatica, cardiaca, danno renale) oppure da peritoniti non correlate a FIP.

Peritonite Infettiva Felina (FIP)

La Peritonite Infettiva Felina (FIP) è una malattia sostenuta da coronavirus felini (FCoV). Nella gran parte dei gatti, i FCoV non causano patologia: vivono nell’intestino e vengono trasportati nell’organismo dai normali monociti del sangue. La trasmissione dei virus da gatto a gatto avviene attraverso le feci e per contaminazione fecale dell’ambiente, ed è quindi più probabile negli ambienti dove sono presenti numerosi animali (allevamenti, colonie, ecc…). In tali ambienti ci sono infatti alte percentuali di gatti sieropositivi e che eliminano FCoV con le feci: Il 10-15% dei gatti eliminano sempre il virus, il 70-80% lo eliminano periodicamente a causa di continue re-infezioni, e il 5% circa (gli animali “immuni”) non lo elimina mai.
Durante la loro replicazione intestinale i FCoV possono mutare e dare origine a varianti molto patogene, in grado di indurre la FIP. La probabilità di mutazione aumenta se è elevato il tasso di replicazione, e quindi la probabilità di comparsa di FIP è tanto maggiore quanto più è numeroso l’allevamento. E’ stata evidenziata anche una predisposizione ereditaria allo sviluppo di FIP ed è noto che l’immunosoppressione (es: stress, sovraffollamento, infezioni intercorrenti, interventi chirurgici, farmaci steroidei) predispone allo sviluppo della malattia.
I FCoV patogeni differiscono da quelli intestinali in quanto riescono a replicarsi nei monociti e nei loro derivati, i macrofagi. I virus mutati inducono una risposta infiammatoria che può portare a lesioni della rete capillare che riveste le cavità corporee oppure all’intervento di altre cellule infiammatorie. Nel primo caso si sviluppa la forma “umida” o “effusiva” di FIP, caratterizzata dall’accumulo di liquidi nell’addome o nel torace, mentre nel secondo caso compaiono lesioni nodulari in uno o più organi e la forma viene definita “secca” o “non effusiva”. In entrambe le forme sono poi presenti altri sintomi non specifici come febbre, dimagramento, crescita stentata, e, frequentemente, sintomi neurologici e/o oculari.
A parte l’esame istologico degli organi colpiti, non esistono test in grado di confermare un sospetto clinico di FIP. In caso di sintomi sospetti è opportuno esaminare il segnalamento (la FIP si sviluppa di solito in gatti di età tra inferiore a 18 mesi o superiore ai 10 anni) e la storia clinica (età, ambiente di provenienza, fenomeni stressanti, sintomi e decorso compatibili con FIP) nonché utilizzare un pannello di esami composto dall’esame emocromocitometrico, che evidenzia modica anemia e diminuzione dei linfociti, l’elettroforesi delle proteine, che evidenzia aumento di proteine totali, alfa e gamma globuline ed il dosaggio della alfa1-glicoproteina acida (AGP), che aumenta. Nella forma umida si può anche esaminare il versamento, che appare giallo e denso, ha un elevato peso specifico ed è ricco di proteine e -globuline. Sul versamento si possono anche eseguire esami citologici che rivelano un quadro infiammatorio e che possono essere usati per ricercare i FCoV all’interno dei macrofagi mediante immunofluorescenza o immunoistochimica. Nelle forme secche è invece altamente diagnostica l’evidenziazione diretta delle lesioni su campioni d’organo (es. fegato o rene) raccolti mediante biopsia eventualmente corredata da immunoistochimica per FCoV positiva, ma spesso le condizioni generali del soggetto sconsigliano anestesia e prelievo bioptico.
La sierologia (ELISA, immunofluorescenza, ecc..) o la PCR (Polymerase Chain Reaction, tecnica che evidenzia il genoma del virus) eseguiti sul sangue possono solo dire se un gatto ha il FCoV o no, ma non se il virus presente è quello intestinale o quello mutato. Al contrario, nelle fasi conclamate della malattia i gatti possono risultare sieronegativi perché gli anticorpi sono “sequestrati” nelle lesioni. I titoli anticorpali possono invece risultare elevati anche in assenza di malattia in cuccioli che hanno ricevuto anticorpi dalla madre o in gatti di allevamento dove, a causa delle continue re-infezioni, i titoli fluttuano nel tempo. Tutte queste caratteristiche rendono sierologia e PCR inutili per la diagnosi nei gatti malati, ma indispensabili per monitorare la diffusione del virus in allevamento e quindi, in ultima analisi, per prevenire la comparsa della malattia. Non esistono infatti vaccini efficaci e sicuri per la FIP per cui l’unico modo per prevenire la FIP, oltre al rispetto di buone norme igieniche (il FCoV è sensibile ai più comuni disinfettanti ed alla candeggina) è abbassare la probabilità di mutazione del virus e quindi abbassare o meglio eliminare la carica virale. Questo scopo può essere raggiunto isolando gli animali sicuramente negativi da quelli sicuramente positivi e visto che sia i gli anticorpi che il virus nelle feci possono fluttuare nel tempo, l’unico modo per classificare come “sicuramente” positivo o negativo un animale è eseguire ripetutamente (una volta al mese per almeno sei mesi) PCR sulle feci e sierologia sul sangue. Fino a che questo protocollo non è terminato, gli animali dovrebbero essere tenuti tutti separati l’uno dall’altro, per poi raggruppare tra loro solo i gatti sempre negativi. Le gatte gravide a termine vanno isolate e i gattini vanno svezzati entro le 4 settimane (quando sono ancora protetti dall’immunità colostrale), portati in un ambiente FCoV negativo e testati sierologicamente a 12 settimane per verificare se sono effettivamente rimasti sieronegativi.
Nessuna terapia a tutt’oggi è ritenuta efficace in corso di FIP. Cortisonici, interferone e/o altri immunomodulatori hanno fornito risultati contrastanti. E’ buona pratica effettuare terapie di supporto scelte in base alle condizioni generali dei soggetti ed optare per l’eutanasia quando anche le terapie palliative non riescono più ad alleviare i sintomi.


Esami che si possono eseguire:
- Per animali con sospetta FIP in corso
- esame emocromocitometrico
- elettroforesi delle sieroproteine
- esami ematochimici per funzionalità organi
- dosaggio AGP
- esame versamento per FIP
- esame sierologico FIP su sangue
- Per monitorare la diffusione del virus in allevamento
- esame PCR sulle feci
- esame sierologico FIP su sangue



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le0ne

Registrato dal: 07-07-2007
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  Post Inserito 07-07-2007 alle ore 23:12   
grazie, incrociamo le dita per il piccolino


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bracchetto
| MEDICO VETERINARIO

Registrato dal: 04-07-2007
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  Post Inserito 07-07-2007 alle ore 23:14   
facci sapere il risultato della PCR.
ciao


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le0ne

Registrato dal: 07-07-2007
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  Post Inserito 08-07-2007 alle ore 10:55   
oggi è stabile, sempre fiacco ma sotto controllo. Speriamo


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