antibiotici


Pubblicato in: Varie

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calzinimaya

stavo seguendo ultimamente il fenomeno dell'antibioico-resistenza e volevo chiedere alune cose a tutti voi:

- sareste disposti a vedere i vostri animali stare male o morire per salvaguardare l'efficacia antibiotica in medicina umana?

- prendete voi stessi antibiotici senza prescrizione?se si a che dosaggio e per quanto tempo?

- usate gli antibiotici prescritti dal veterinario come il medico vi indica?

- sareste disposti a pagare di più i prodotti zootecnici (carne, uova, latte,lana) se sapeste che il costo va a coprire le maggiori perdite di animali da parte degli allevatori? e quindi ammettereste di far morire più animali per evitare l'antibiotico-resistenza?

Anna49

ciao doc, apro con le mie risposte e una richiesta di chiarimento

- prendete voi stessi antibiotici senza prescrizione?se si a che dosaggio e per quanto tempo?

no, prendo antibiotici sempre dietro prescrizione del medico

- usate gli antibiotici prescritti dal veterinario come il medico vi indica?


- sareste disposti a pagare di più i prodotti zootecnici (carne, uova, latte,lana) se sapeste che il costo va a coprire le maggiori perdite di animali da parte degli allevatori? e quindi ammettereste di far morire più animali per evitare l'antibiotico-resistenza?


- sareste disposti a vedere i vostri animali stare male o morire per salvaguardare l'efficacia antibiotica in medicina umana?

non so rispondere perchè non colgo il nesso tra animali da compagnìa e la ricerca sull'antibiotico-resistenza in umana



[ Questo Messaggio è stato Modificato da: Anna49 il 16-10-2015 17:56 ]

Andromacha

Ciao Calzini, rispondo anche io:

- sareste disposti a vedere i vostri animali stare male o morire per salvaguardare l'efficacia antibiotica in medicina umana?

Come per Anna, non ho una posizione per questa domanda, non conoscendo/comprendendo l'argomento o più che altro la correlazione tra l'efficacia antibiotica per gli animali e quella per gli umani.

- prendete voi stessi antibiotici senza prescrizione?se si a che dosaggio e per quanto tempo?

Sì, ma solamente in determinati casi in cui sono al 100% sicura di cosa sto facendo. Avendo medici in famiglia, non chiedo praticamente MAI la ricetta al mio medico di base. Diciamo che sono molto attenta a non abusare mai di farmaci, ma questo non vale solo per gli antibiotici, quanto per tutte le tipologie di farmaco, anche gli antidolorifici. Li prendo solo quando è strettamente necessario e per gli antibiotici sono più che scrupolosa sia per gli orari di assunzione che per la durata del trattamento (idem per gli antivirali, che assumo solamente nel caso di attacco di herpes simplex che sfortunatamente nel mio caso non risponde al trattamento topico e devo procedere con quello sistemico nel caso in cui non riesca a bloccarla con olio di melaleuca sul nascere - too much information, scusa).

- usate gli antibiotici prescritti dal veterinario come il medico vi indica?

Sì sempre

- sareste disposti a pagare di più i prodotti zootecnici (carne, uova, latte,lana) se sapeste che il costo va a coprire le maggiori perdite di animali da parte degli allevatori? e quindi ammettereste di far morire più animali per evitare l'antibiotico-resistenza?

Su questo punto non ho una risposta chiara. Nel senso che, per come è stato spiegato a me, ma forse sbaglio, l'antibiotico-resistenza si può verificare quando gli antibiotici sono assunti a caso senza essere realmente necessari. Ad esempio se ho l'influenza che è virale e mi bombardo di antibiotico che serve per curare le infezioni batteriche sto facendo in realtà un danno a me stesso, in quanto magari quando poi avrò bisogno dell'antibiotico, lo stesso non farà più effetto. Oppure si verifica nel caso in cui io assuma l'antibiotico a ragione, ma smetta la cura prima del tempo; ad esempio dopo 2 giorni mi sembra che sia tutto passato e quindi interrompo il trattamento, anzichè proseguire per i 5 giorni consigliati.
Fatte queste premesse, non capisco se invece forse è possibile che l'antibiotico-resistenza si verifichi anche se il farmaco viene assunto sempre nella maniera corretta. Se così fosse, allora mi associo alla risposta di Anna. Diversamente, mi aspetterei che gli animali da allevamento vengano trattati con antibiotici unicamente quando necessario (questo forse in un mondo utopico) e pertanto sarei contraria a spendere più soldi, visto che non ci sarebbe il rischio di creare resistenze antibiotiche...
E' anche vero che io generalmente acquisto solo prodotti biologici, quindi forse la risposta ritorna ad essere quella di Anna, dal momento che i prodotti bio costano di più...

Spero di aver centrato le domande e aver risposto per quello che effettivamente hai chiesto...


calzinimaya

il fenomeno dell'antibiotico resistenza si può verificare anche usando le molecole a posologia corretta, e visto che le classi di antibiotici veterinari e umani sono pressochè le stesse dando antibiotici ai nostri animali si selezionano ceppi resistenti di batteri che possono dare patologie anche nell'uomo.
da qui la domanda 1

negli allevamenti intensivi non esiste l'individuo..se un maiale si ammala si trattano tutti, così come i polli e i conigli.
non viene trattato l'animale malato ma tutto lo stallo, da qui la domanda 3.
negli alimenti poi se vengono rispettati i tempi di sospensione non se ne dovrebbero trovare tracce che abbiano una conseguenza diretta, non so se mi sono spiegata

lillina


- sareste disposti a vedere i vostri animali stare male o morire per salvaguardare l'efficacia antibiotica in medicina umana?


Sinceramente ? No





- prendete voi stessi antibiotici senza prescrizione?se si a che dosaggio e per quanto tempo?

Mai ,solo post interventi chirurgici




- usate gli antibiotici prescritti dal veterinario come il medico vi indica?

Si ,senza sgarrare dosaggio durata farmaco mirato



- sareste disposti a pagare di più i prodotti zootecnici (carne, uova, latte,lana) se sapeste che il costo va a coprire le maggiori perdite di animali da parte degli allevatori? e quindi ammettereste di far morire più animali per evitare l'antibiotico-resistenza?

Sinceramente ?
Si
Perché l'antibiotico resistenza e ' come una epidemia
Prima i bambini e i malati

La gente ne abusa inutilmente ,si sa
Gli allevatori idem ,sinceramente NN so bene il perché


Non avevo letto scrivendo ,la tua spiegazione circa animali di allevamento

[ Questo Messaggio è stato Modificato da: lillina il 16-10-2015 21:02 ]

didi45

Per quanto riguarda la resistenza agli antibiotici non saprei che rispondere.
É sicuro che la vita in comunità ,anche quella umana, porta il diffondersi delle infezioni in maniera più virulenta e veloce quindi al primo caso ,prudenza vuole trattare tutti, ma é altrettanto sicuro che i trattamenti fortificano i batteri sopravvissuti rendendoli resistenti per i successivi attacchi. Credo che la risposta debbano darla medici,veterinari e farmacologi studiando di volta in volta la situazione.
Per quanto riguarda la mia persona , sono allergica agli antibiotici e farmaci in generale, dopo qualche assunzione é come se il mio corpo avesse un rigetto,pertanto è un vero caos. I medici per seguire il protocollo me li devono prescrivere , ma poi devono essere molto lesti alla prima avvisaglia a sospenderli.
Questo dopo ogni intervento. Non faccio testo quindi.
Per quello che riguarda i miei famigliari , in caso di necessità, ad esempio in viaggio in paesi lontani, se necessita non esito a dare i farmaci portati per l'occasione. In certi casi, reputo sia meglio anticipare piuttosto che trovarsi situazioni più gravi.
Consulto e mi attengo sempre al bugiardino sia per noi che per gli animali.

danimici15

La prima domanda mi ricorda tanto la sperimentazione, quindi rispondo: assolutamente no, non sono disposta. Alla seconda domanda rispondo si, in alcuni casi assumo antibiotici senza prescrizione medica consapevole di due cose: che conosco il farmaco che assumo in quel momento e che so che è necessario per risolvere quel piccolo problema. Alla terza domanda rispondo si, somministro gli antibiotici prescritti dal Veterinario come indicato dallo stesso. Alla quarta domanda rispondo no, non sono disposta a pagare di più tali prodotti e non sono disposta a far morire gli animali per evitare l'antibiotico resistenza. Credo che il problema della resistenza agli antibiotici sia molto più vasto e che non riguardi soltanto l'uso facile dell'assunzione. A mio parere se necessario si dà e punto. Personalmente in casi rari di influenza con temperatura superiore ai 38 gradi e mezzo assumo antibiotici anche se il problema è virale per evitare una sovrapposizione di un problema batterico che altrimenti, poi, richiederebbe l'uso degli antibiotici in tempi molto maggiori perchè per debellare un problema da batteri non basterebbero i sei giorni di antibiotico terapia.

didi45

Danimici non credo che la sperimentazione centri. Tuttalpiù é questione di osservazione e statistiche.
Comunque credo che la resistenza non sia tanto quella che si forma nel paziente ma quello che sviluppano i batteri col tempo per poter sopravvivere. In pratica il paziente potrebbe essere alla sua prima assunzione di antibiotico ed imbattersi in un battere già resistente. Almeno é quanto ho capito.
Poiché negli allevamenti la promiscuità é molto elevata , se si ammala un soggetto é altamente probabile che molti capi si ammalino. Per questo vengono trattati tutti i capi presenti nell'allevamento senza accertarsi se siano sani, portatori o malati.
Questo largo uso di farmaci mette a riparo dal diffondersi di epidemie ma col tempo crea batteri resistenti.
Credo che sia questo a cui si riferiva la dott. Calzini.

calzinimaya

si , esatto.
se si dovesse arrivare a vietare l'uso di alcune molecole in veterinaria per salvaguardare la salute umana per voi sarebbe accettabile?

danimici15

Ad una domanda così secca rispondo no, per tanti motivi, perchè se si fosse inevitabilmente costretti ad usare le stesse molecole dell'umana non ne vedo l'utilità per cercare di attenuare l'antibiotico resistenza.

Cenerevet

Il problema non è la medicina veterinaria degli animali d'affezione, ma l'uso negli allevamenti intensivi, come l'uso che in passato è stato fatto in agricoltura degli antibiotici come promotori della crescita.

Mi sembra uno scenario difficile da verificarsi, quello ipotizzato dalla collega, a meno che non ci si riferisca a pochi principi attivi di ultimissima genarazione, da preservare.
In realtà ho visto somministrare cefalosporine umane di ultimissima generazione in cani e/o gatti senza neanche un antibiogramma. Le professioni mediche tutte devono farsi un bel esame di coscienza, ma ripeto il danno dell'antibiotico resistenza non è stato causato dai vet degli animali d'affezione.

Comunque, rispondo anch'io alla domanda dicendo che la salute umana deve essere sempre il primo obiettivo da tutelare e sinceramente mi sembra molto più spaventoso pensare un mondo dove si possa morire per una normale ferita o ascesso dentale.

Le organizzazioni mondiali stanno valutando le strategie per evitare questo e credo che debba essere la comunità scientifica a prendere decisioni del genere, capisco informare le persone, ma non è un argomento da referendum. Nessuno parla di lasciar morire cane e gatti, ma solo di evitare l'uso di alcune molecole per riservarle alla medicina umana. Basterebbe fare sempre l'antibiogramma per scegliere l' antibiotico più giusto, piuttosto che quello a più ampio raggio per essere sicuri del risultato!! Se i proprietari sono così pronti a mettere a rischio la vita di essere umani, saranno ben disposti a pagare per un antibiogramma.

[ Questo Messaggio è stato Modificato da: Cenerevet il 18-10-2015 09:17 ]

calzinimaya

il mio quesito era rivolto agli utenti per capire che tipo di rapporto hanno con gli antibiotici, come li usano e per capire se sanno cosa significa l'antibiotico-resistenza e come si innesta.
nessun referendum, solo curiosità personale..nessuno parla di far morire cani e gatti, ma se la gestione degli allevamenti cambia i costi cambiano e i soldi li dobbiamo tirare fuori tutti, mica solo i componenti della comunità scientifica...
sul fatto che basta l'antibiogramma è vero, ma nel frattempo l'animale può peggiorare drammaticamente (per es polmoniti, senza contare che il BAL in certe condizioni può essere pericoloso per l'animale )e mi interessa sapere come l'utente vedrebbe la questione, sia in termini di gestione che di costi.
i proprietari sono più pronti a mettere in gioco la vita di esseri umani che non conoscono piuttosto che quella del cane/gatto di casa, lo sai bene.

sulla questione dell'esame di coscienza io vedo un grossissimo problema di fondo: obbligare medici privati che operano nel privato a vigilare sulla sanità pubblica prevede un conflitto di interessi intrinseco...quanti medici sono disposti a perdere clienti per il bene comune?quanti medici veterinari che conosci denunciano i loro clienti per effrazioni sull'argomento?ècome quando si parlava di obbligare i vet a segnalare gli animali pericolosi...certo, se io segnalo che il cane del sig X è pericoloso il signor X verrà da me di sicuro per le vaccinazioni...se io denuncio il sig Y perchè il cane non ha il chip poi il sig Y si avvarrà ancora del mio lavoro...
è tutto sbagliato, siamo pubblici ufficiali quando va bene a loro, ma non vediamo nessun rientro.



[ Questo Messaggio è stato Modificato da: calzinimaya il 18-10-2015 12:07 ]

sirenetta88



Basterebbe fare sempre l'antibiogramma per scegliere l' antibiotico più giusto, piuttosto che quello a più ampio raggio per essere sicuri del risultato!! Se i proprietari sono così pronti a mettere a rischio la vita di essere umani, saranno ben disposti a pagare per un antibiogramma.

[ Questo Messaggio è stato Modificato da: Cenerevet il 18-10-2015 09:17 ]



Tu fai sempre l'antibiogramma? Sicuramente farlo sarebbe sarebbe utile per trovare subito la molecola più adatta contro quel microrganismo , però, è sempre praticabile come via? Molte volte trovi padroni che faticano anche a far fare le analisi di base perché vorrebbero una diagnosi senza spendere , inoltre altre volte capitano anche casi in cui il soggetto presenta una forte sintomatologia che non si ha neanche il tempo di fare un antibiogramma.
Inoltre questa strada ancora non è praticata neanche nell'uomo. Quando andiamo dal medico di base non ci propone mai un antibiogramma(di solito ci pensa lo specialista in un secondo momento )

didi45

Parlo a livello umano detto da medici. L' antibiotico usato in prima battuta è sempre un antibiotico a largo spettro o quello mirato nel caso in cui il medico è a conoscenza di patologie già accertate in circolazione.
L'antibiogramma richiede più giorni quindi viene usato solo in seconda battuta . Di solito quando il paziente non ha risposto alla terapia.

A livello veterinario posso parlare della mia esperienza di acquariofila. Quando ho iniziato , molti anni fa ,non esistevano medici veterinari a cui rivolgersi. Occorreva quindi attraverso libri specifici imparare a fare la diagnosi e a curare il pesce .
Credo che il libro Malattie dei pesci di Acquario sia ancora riconosciuto come una bibbia nel settore .
In un acquario la prima prevenzione contro le malattie sono le condizioni ideali per il tipo di pesci ospitati e un igiene scrupolosa, oltre a una quarantena prima di aggiungere altri soggetti. Purtroppo questa ultima fase viene spesso accantonata e si importano così nel proprio acquario delle patologie.( anche con piante). Spesso se non si interviene su tutto l'acquario, su tutti i pesci dunque, si assiste a una moria totale o quasi.
Se questo capita in un allevamento , senza cure, la patologia stroncherà tutti i soggetti presenti che si tratti di pesci o altri animali.

[ Questo Messaggio è stato Modificato da: didi45 il 18-10-2015 15:50 ]

MilenaF



18-10-2015 alle ore 15:19, sirenetta88 wrote:
Inoltre questa strada ancora non è praticata neanche nell'uomo. Quando andiamo dal medico di base non ci propone mai un antibiogramma(di solito ci pensa lo specialista in un secondo momento )



.. infatti non è mica detto che le resistenze vengan fuori in veterinaria, anzi..
Oh, ci sono farmacisti che ti danno antibiotici senza ricetta, sarebbero i primi da sanzionare, secondo me.
Già il medico di base tende a dare un largo spettro in prima battuta, i signori del faidate spesso 'si affezionano' ad un tipo di antibiotico e lo scelgono per tutto..

In umana, fatto antibiogramma credo una volta per un problema alla gola, dopo aver cambiato almeno tre principi attivi (e non era ancora periodo di tagli alla sanità), in caningattina è un continuo..

Ah, non è del tutto vero che il vet "copre" i casi da segnalare: Bianconiglio è stato regolarmente segnalato alla ASL (IZS) per la Leish, con tanto di controfirma del 'proprietario' che si impegna ad adottare tutte le misure per, ecc ecc ecc
Non credo che il nostro studio sia l'unico

calzinimaya

Nel tuo caso tu non hai dovuto pagare nulla .leishmaniosi segnalata e finita li.
io parlo di casi in cui poi il cliente prende multe anche salate

Cenerevet

Gli antibiotici di ampio spettro, ultima generazione sono quelli utilizzati quando non si fa l'antibiogramma e si dovrebbe fare, ma si sceglie una molecola che verosimilmente garantisce l'efficacia, e sono proprio quelli che andrebbero tutelati perché il Ospedale iniziano sempre più spesso a verificarsi casi di patologie resistenti anche a questa molecole. Se i proprietari non sono disposti o non possono pagare, io in coscienza non scelgo queste molecole così vitali per la nostra salute. Che le persone siano a parole pronte a sacrificare la salute di persone che non conoscono per il proprio pets, lo so bene, ma è proprio questo che si deve smettere di alimentare, perchè, oltre la non condivisione sul valore dato alla vita umana, c'è sempre più il concreto rischio che la persona che non si conosce siamo noi, i nostri figli, nipoti, sorelle ecc....
Un antibiogramma non ha un costo eccessivo e spesso trovo antibiotici a cui neanche pensavo...
Comunque, con tutto il rispetto, non credo sia un argomento popolare, curiosità o meno.
Poi se vogliamo fare una campagna per spiegare quanto sia pericoloso il fai da te è un altro conto.

MilenaF



19-10-2015 alle ore 08:05, Cenerevet wrote:Poi se vogliamo fare una campagna per spiegare quanto sia pericoloso il fai da te è un altro conto.



A livello di allevamenti n'in zo, ma per quanto riguarda animali d'affezione ed umani, sarebbe da fare eccome.

E continuo a pensare che ci sarebbe da dare un bel giro di vite sia agli MDB (o vet che siano) che 'visitano' al telefono e ti preparano la ricetta da ritirare dalla segretaria, sia ai farmacisti di manica larga.. A forza di "per una volta" le resistenze si creano eccome.. e ci rimettiamo tutti

marcel

"...l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l'antibiotico-resistenza come "uno dei tre maggiori rischi sanitari dell'umanità".
I batteri evolvono molto velocemente e sviluppano in tempi brevissimi sofisticati meccanismi di resistenza agli antibiotici. In presenza di un antibiotico la popolazione batterica che avrà sviluppato la resistenza potrà espandersi e sostituire la popolazione sensibile; questo fenomeno avviene abitualmente in Natura ed occasionalmente nel corpo umano, proprio a seguito di trattamento antibiotico.

Ma la vera causa dell'antibiotico-resistenza non va ricercata nell'innata capacità adattativa dei batteri, bensì nell'incapacità dell'uomo di fare un uso prudente e razionale degli antibiotici. Ben oltre la metà dell'intera produzione mondiale di antibiotici viene consumata in zootecnia ed agricoltura per la promozione della crescita di animali e piante, e questa massiva immissione di antibiotici negli alimenti e nell'ambiente contribuisce alla selezione di batteri resistenti e ad loro passaggio nell'uomo.

Una ulteriore causa delle resistenze è l'uso indiscriminato, spesso non razionale, di antibiotici nella pratica medica; gli antibiotici sono spesso prescritti empiricamente, senza una esatta indicazione diagnostica. La perdita di efficacia degli antibiotici potrà essere contrastata solo combinando un uso più prudente di questi farmaci e con lo sviluppo di nuove strategie antimicrobiche.

In passato, il problema dell'antibiotico-resistenza è stato alleviato dalla disponibilità di antibiotici sempre più nuovi e potenti, ma il futuro ci riserva un rallentamento nello sviluppo di nuovi antibiotici.
Gli investimenti dell'industria farmaceutica nella ricerca di nuovi antibiotici sono drasticamente diminuiti a causa degli scarsi successi e del basso ritorno economico. Quest'ultimo è dovuto proprio allo sviluppo delle resistenze che vanificano in breve tempo l'efficacia del nuovo antibiotico, e dunque le sue potenzialità commerciali.

Una risposta efficace al problema dell'antibiotico resistenza potrà venire solamente da una azione concertata che coinvolga la politica, l'industria farmaceutica, le istituzioni di salute pubblica, i mezzi d'informazione e la collettività dei consumatori."

in pratica sarà una mezza apocalisse, la popolazione mondiale verrà decimata e bruceranno le immagini di Fleming nelle piazze

sirenetta88

In realtà mi parche che già dal 2006 non si possono più utilizzare (per legge) negli allevamenti gli antibiotici a scopo auxinico.
Inoltre anche se si utilizzasse gli antibiotici che abbiamo oggi a disposizione nel modo più appropriato possibile prima o poi ci sarebbe comunque la farmaco resistenza perché per tutte le classi di antibiotici esistono delle resistenze, per cui, anche quando si introduce una classe nuova prima o poi si svilupperanno comunque queste resistenze.

calzinimaya

Una risposta efficace al problema dell'antibiotico resistenza potrà venire solamente da una azione concertata che coinvolga la politica, l'industria farmaceutica, le istituzioni di salute pubblica, i mezzi d'informazione e la collettività dei consumatori."


eh si...ma se non se ne parla i consumatori dove trovano le informazioni?
già in tv ogni giorno si confondono termini come "virus" e "batteri" (oggi la klebsiella è stata nominata virus dal tg 5 mi sembra) e si suppone che i giornalisti abbiano un livello di istruzione medio-alto.
la casalinga di voghera che ne sa?
con tutto il rispetto eh...

didi45

coi giornalisti che ci propinano oggi, tra loro e la casalinga di Voghera è una bella lotta.....e temo la vinca la casalinga, non fosse altro che ha più buonsenso.


danimici15

Non è che si preferisce dare la precedenza agli animali nella somministrazione di antib. e far morire preferibilmente le persone estranee, non è così, è che la proporzione non regge. Anche perchè domani quella persona che ha la necessità di antib. potrebbe essere un nostro caro. Se ci fosse il divieto di somministrare una certa molecola agli animali di allevamento non credo che si salvaguarderebbe la popolazione umana a meno che non si diventi tutti (bambini ed anziani compresi) vegetariani, come si potrebbe evitare la morte dell'animale e di tutto l'allevamento se non lo puoi curare? Quindi come potresti dare le loro carni malate agli esseri umani? Impossibile. Per i Medici di famiglia: come diceva Didi l'antibiogramma NON lo puoi fare a priori quando c'è la necessità di una somministrazione di antibiotici immediata, intanto ci sono antib. ottimi la cui somministrazione richiede pochi giorni, per risolvere un problema. Nei casi di patologie respiratorie come fai a fare l'antibiogramma? Impossibile, devi subito attaccare i micro per evitare un ricovero in Ospedale urgente dove qui gli antib sono fatti in vena e per un bel pò di giorni. In Ospedale ora qui si fa il prelievo per il kpc in primis per confermare la presenza di infezioni Ospedaliere, ma sempre e solo Klebsiella, che colpisce persone ricoverate in precedenza in rianimazione dove le difese immunitarie per un certo periodo vanno a farsi benedire o persone anziane le cui difese immunitarie sono in certi casi naturalmente più basse. Il problema della Klebsiella è anche vero che nasce anche da un uso smodato di antib. Il problema della resistenza agli antib. credo sia il decorso naturale dell'utilizzo di questi dalla loro scoperta. Certo che ci sono persone che per un mal di gola usano gli antib. magari li hanno in casa per precedenti prescrizioni di altre patologie, tra l'altro usando spesso antib. a casaccio e senza averne la necessità non si fa altro che tirare fuori patologie ben più gravi. Forse una soluzione sarebbe l'utilizzo di due antib. a minor dosaggio ciascuno, ma questo è un tema di medici e ricercatori.

[ Questo Messaggio è stato Modificato da: danimici15 il 19-10-2015 23:43 ]

didi45

se non erro,comunque la legge prescrive che nessun antibiotico possa essere somministrato agli animali da nutrizione per un lasso di tempo prima della macellazione. Questo per evitare la contaminazione con l'uomo.