l'altra faccia della medaglia


Pubblicato in: Varie

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Anna49

Ucciso nel Kent un lecchese di 19 anni:
"Voi italiani rubate lavoro a noi inglesi"

Joele Leotta si era trasferito a Maidstone per imparare l'inglese e aveva trovato lavoro con un amico in un ristorante. Sono stati aggrediti da nove ragazzi fra i 21 e i 25 anni. L'amico ha riportato numerose lesioni, ma è fuori pericolo

Un diciannovenne di Nibionno (Lecco), Joele Leotta, è stato ucciso a calci e pugni a Maidstone, capoluogo del Kent, da un gruppo di nove ragazzi del posto, tra i 21 e i 25 anni, che volevano impartire una lezione a lui e a un suo amico "perché - questo il motivo come raccontato dal quotidiano Il Giorno - rubavano il lavoro agli inglesi". Tutti e otto sono stati fermati dalla polizia.

In trasferta per imparare l'inglese. Joele Leotta era andato in Inghilterra per imparare l'inglese. Per mantenersi aveva trovato impiego con l'amico Alex Galbiati, anch'egli di Nibionno, in un ristorante della zona. E' qui che i giovani inglesi hanno cominciato a importunare i due amici, accusandoli di rubare lavoro agli inglesi. Quando i due ragazzi lecchesi erano nel loro alloggio, i nove hanno fatto irruzione e li hanno massacrati, Uno di loro avrebbe anche usato un coltello contro Leotta. L'amico ha avuto lesioni al collo, alla testa e alla schiena: è ancora in ospedale, ma sarebbe fuori pericolo. "Non si può ancora parlare di movente razziale, in quanto le indagini per stabilire quanto accaduto sono tuttora in corso", ha riferito un portavoce della polizia del Kent, Richard Allan. Il portavoce non ha potuto precisare nemmeno la nazionalità degli aggressori arrestati.

"Urlavano: italiani di m...". Il sindaco di Nibionno, Claudio Usuelli, parla di "comunità sconvolta" dalla notizia dell'omicidio. Usuelli racconta che, da quanto ha appreso da "fonti qualificate", le nove persone che hanno aggredito Joele e il suo amico "hanno sfondato la porta della loro camera urlando: italiani di m..., ci rubate il lavoro".

Il diario su Facebook. Il 17 ottobre scorso scriveva sulla sua pagina Facebook: "Sono in Inghilterra, sto cercando di sistemarmi qui. Ho trovato lavoro in un ristorante italiano, con origini napoletane, e ora sto imparando a fare il cameriere, davvero tutto perfetto". Dai post in bacheca si evince che il ragazzo amava il rap, era tifoso dell'Inter e aveva 1.223 amici sul social network. Aveva modificato la sua 'città attuale' in Maidstone e aggiunto il nuovo lavoro al Vesuvius Restaurant.

Il ricordo dell'istruttore di basket. "Lo conoscevo bene perché giocava nella squadra di basket che io seguo come istruttore. Era un ragazzo socievole, tranquillo. Conosco bene anche il padre: non riusciamo a credere a una tragedia simile", racconta Enrico Oldani uno dei responsabili della squadra di basket di Nibionno in cui giocava Joele. Il ragazzo, secondo quanto racconta il suo tecnico, aveva un sacco di amici, stava volentieri in gruppo e soprattutto era uno a cui non piaceva mettersi nei guai. "Lo conosco da quando era un ragazzino, mai saputo che avesse avuto problemi - ha aggiunto Oldani - Ora assieme a noi c'è il suo fratellino".

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questa storia è terribile, come lo sono tutte le storie di violenza sugli emigrati e sui diversi, peccato che ci immedesimiamo subito in un italiano e gridiamo alla mostruosità di certa gente, mentre quando tocca a "loro" magari c'è un misero trafiletto sui giornali.
La violenza non ha connotazione geografica né di colore o religione, la violenza è violenza fine a sè stessa e diventa ancora più inaccettabile quando si accompagna all'ignoranza.
Ci sarebbe molto da riflettere: per ognuno di noi, nessuno escluso, c'è un sud.

lillina

Che triste verità

Annas

Concordo Anna, la violenza è violenza sempre e non manca anche tra connazionali.

Jack

Che tristezza

didi45

Al tg 1 hanno detto che la lite sarebbe iniziata al ristorante, i due ragazzi si sarebbero rifugiati in casa,inseguiti dagli altri ragazzi che avrebbero abbattuto la porta per entrare .
Nessun arrestato sarebbe inglese.
Follia di violenza pura. (il mio commento)