CIAO PICCOLO TITO


Pubblicato in: Varie

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aion

mi preme fare un saluto ad un grande atleta,un mini ometto, bellissimo nei suoi capelli disordinati.
ha fatto cose nella sua brevissima vita che il 95% di chi arrampica neanche sogna, con una classe, una potenza, una sicurezza mai viste al mondo.
tutti i traguardi piu' ardui e duri erano un soffio per lui.
ciao piccolo tito.


misssmith

Non lo conoscevo, ne ho sentito parlare ieri per la prima volta...Non so nemmeno cosa dire, da una parte l'ammiro, ma dall'altra...12 anni son troppo pochi per morire così, praticando uno sport pericoloso

Anna49

“Il nostro Tito ora è un angelo”
È morto il bambino caduto in parete

Tito Traversa, giovanissimo campione italiano e mondiale, è morto dopo la spaventosa caduta sulle rocce da un’altezza di 20 metri

Donati i suoi organi: gli ultimi 4 moschettoni erano stati agganciati male. I genitori: «Dovrebbero indossare il casco»
GIAMPIERO MAGGIO
IVREA

Tito Traversa non ce l’ha fatta. Il baby campione di free climbing caduto martedì scorso da una parete di roccia alta 20 metri ad Orpierre, in Alta Provenza, è morto. Dopo 3 giorni di coma il cuore ha cessato di battere questo pomeriggio. La mamma, Barbara Sirio e il papà, Giovanni lo hanno comunicato pochi minuti fa: «Il nostro piccolo grande Tito adesso è un Angelo e ha dato i suoi organi per far vivere altri bambini. Sarà per sempre nel cuore di mamma e papà».

Tito, già campione italiano e mondiale di arrampicata sportiva, una vera e propria promessa di questa disciplina, era partito lunedì mattina assieme ad altri atleti, ragazzini come lui, alla volta di Orpierre. Con loro c’erano anche due istruttori e un gruppo di genitori. L’incidente era avvenuto martedì, intorno a mezzogiorno. Anche la dinamica sarebbe stata chiarita. I due istruttori hanno spiegato alla gendarmeria francese che il ragazzino aveva utilizzato un’attrezzatura non sua. Gli ultimi 4 moschettoni erano stati agganciati male e non è stato facile vederlo perché coperti da gommini, usati per limitare l’attrito dei rinvii con le fascette. «Solo un occhio esperto se ne sarebbe accorto. Nessuno, però, ci ha detto che quei rinvii erano stati cambiati. Se lo avessimo saputo avremmo verificato».
I genitori di Tito ora si sfogano: «Nostro figlio ha solo battuto la testa, ha preso gran botta alla testa. E questo perché quando arrampicano non hanno il caschetto protettivo. In più l’attrezzatura era difettosa».
----------------
ciao piccolo Tito


Annas

Quando accadono simli disgrazie non è facile commentare, ma io mi chiedo perchè i genitori imputino l'accaduto alla mancanza del casco... Anche se non è obbligatorio, non potevano farglielo indossare?

aion

per quel che si legge sui blog che trattano abitualmente di montagna , il casco sembra non avere un ruolo in questa tragedia.
sembra invece essere di mezzo imprudenza umana........
personalmente da praticante posso dire che arrampicare in falesia è tra le cose piu' sicure, in montagna altra cosa......si parla quindi di scalare e le variabili sono molteplici.
sembra fosse su una facile via in una normalissima falesia.
purtroppo, a mio parere, c' è un po' la moda di considerare questi sportivi d'elite come tali e non come bimbi, nel senso che uno sguardo sovrano andrebbe sempre dato.
nonostante il piccolo tito fosse un grande professionista.
un dramma, ed un bel casino per i genitori.
purtroppo so cosa li aspetta, figlio unico poi.


lillina

12 anni

didi45

Mi pare che 12 anni siano pochi per affrontare uno sport così pericoloso.
Infatti è bastato un niente(scambiarsi l'attrezzatura) per una tragedia.
Forse con maggior consapevolezza non l'avrebbe fatto,o avrebbe controllato.
Ora è un angelo che si diverte a scalare le nuvole.
Veglia su mamma e papà che ne avranno tanto bisogno.

[ Questo Messaggio è stato Modificato da: didi45 il 07-07-2013 22:35 ]

madaboutdanny

Non è nessun angelo e non vola su nessuna nuvola, è solo morto, inutilmente e stupidamente.

Freedom

la morte di un bimbo......
e che commento vuoi fare? qualsiasi parola sembrerebbe fuori luogo......
ciao piccino

calzinimaya



07-07-2013 alle ore 23:01, madaboutdanny wrote:
Non è nessun angelo e non vola su nessuna nuvola, è solo morto, inutilmente e stupidamente.



se qualcuno usasse ste parole per un cane o un gatto sarebbe lapidato qui...

Anna49

hai proprio ragione doc, ho pensato la stessa cosa

madaboutdanny



07-07-2013 alle ore 23:52, calzinimaya wrote:


07-07-2013 alle ore 23:01, madaboutdanny wrote:
Non è nessun angelo e non vola su nessuna nuvola, è solo morto, inutilmente e stupidamente.



se qualcuno usasse ste parole per un cane o un gatto sarebbe lapidato qui...


Infatti trovo abbastanza ridicolo quando leggo di ponte dell'arcobaleno e cani che corrono felici nell'aldilà senza più problemi...I cani la vita la fanno sulla terra con noi, e siamo noi a dirglielo rendere perlomeno decente...Per il ragazzino, trovo che sia stata una morte che poteva essere evitata, a quell'età lì dovrebbero fare altro e non uno sport così pericoloso e stressante, per stessa ammissione del bambino. Si muore già in modi banali, non vedo perchè andarsele a cercare.

aion

MADA è evidente che non hai idea dello sport di cui si parla.
arrampicare in falesia è molto sicuro,imprevisti ararissimi di tipo naturale dovuti all'ambiente.
come il 90 %delle persone non frequentanti certi ambienti hai espresso un giudizio errato e scorretto.
seconde te due genitori che hanno dedicato la loro esistenza al piccolo tito se avessero potuto non avrebbero evitato???!!!
è molto piu' sicuro lasciare i figli davanti FB , tele in caSA VERO??!!!cosi' magari i genitori si fanno le pennichelle dui divani piuttosto che girare il mondo con loro, assisterli, spalleggiarli, dargli fiducia e speranza nei loro sogni.
mio fratello a 4 anni era in parete, era cosi' piccolo che il mio moroso saliva libero accanto a lui ed io facevo sicura.
di certo non è un fenomeno come tito, in comune solo anno di nascita
ha scelto lo sci agonistico e sono 2 settimane che è in francia con l'allenatore su ghiacciaio e noi siamo qui a casa.
ringrazio dio che non sta guardando film porno al pc, o a soreggere il mondo sulle spalle su fb.
è libero di scegliere nella vita, con noi accanto.
e non ha una campana di vetro, ha molte spalle al suo fianco.
io a 7 anni andavo in moto, ora ne ho 29 e continuo a farlo, con tutti i tipi.
non per questo se accadra' qualcosa i miei dovranno sentirsi rei di avermi consentito di avere passioni.
assecondare i figli nello sport è un atto di estremo altruismo perchè costa moltissimo alle famiglie, in termini economici , di tempo, di risorse, fatiche.
ma i bambini crescono diversi, in particolare negli sport dove ci sei tu, solo tu nel bene e nel male. poi gli sport di montagna lo sono all'ennessima potenza.
io ammiro questi genitori che nonostante tutti i sacrifici hanno dedicato la loro esistenza a alla passione del figlio.
non dimentichiamo che le imprese di quello scricciolo sono uniche al mondo.


[ Questo Messaggio è stato Modificato da: aion il 08-07-2013 17:02 ]

[ Questo Messaggio è stato Modificato da: aion il 08-07-2013 20:44 ]

Teovet

Mada capisco il tuo cinismo e il tuo modo di pensare, alcune persone hanno questa idea cinica della vita e della morte, ma c'è modo e modo di dirlo... in questo caso penso che tu abbia perso una buona occasione per tacere......
Certi genitori è vero che fanno fare ai figli delle cose al limite anche per un adulto, ma quando una persona muore, e forse ancora di più un ragazzino di 12 anni che è un professionista come tutti dicono è fatalità, sfiga o chiamala come vuoi, ma lasciare alle persone che restano la possibilità di sognare che il figlio scala le nuvole del cielo è il minimo.... se no quei genitori dopo due giorni si buttano giù da un palazzo..... cosa avrebbero dovuto fare allora i genitori di Melandri, o di anche solo quei ragazzi che muoiono per strada perchè l'amico ubriaco guidando si è stampato contro un palo e lui non si fa niente e il passeggero ci lascia le penne?????? i sogni devono esistere e le convinzioni che qualcosa esiste dopo la morte deve esserci se no l'uomo soccombe........ ripeto.... questa volta facevi meglio a tacere.... senza polemica e senza repliche per rispetto a chi volando da quella falesia è morto.......

madaboutdanny

Io non sono cinica, sono inc***ata per come è morto quel bambino. Non mi piace solo tutta la retorica dell'angelo che vola tra le nuvole e tutte quelle stupidaggini che si dicono in questi casi. Non si tratta di vivere nella bambagia, ma neanche di far fare cose che un bimbo a quell'età non dovrebbe fare, e non parlo solo di questo caso. Anni fà in America fece notizia una bimba che aveva il brevetto di pilota, qualche mese dopo morì durante un atterraggio, anche lì con la solita retorica che quello era ciò che lei amava di più, che ora era libera di volare nei cieli...contenti loro.

didi45

Di fronte alla morte,oramai avvenuta ci sono sensibilità che andrebbero rispettate. C'è chi crede e chi non crede,la mancanza di pietas fa solo una grande tristezza.
Se certe credenze e stupidaggini non fossero esistite non sarebbe arrivata fino ai giorni nostri la grande civiltà egiziana, quella etrusca e molte ancora.

Annas

Io sinceramente, da madre, mi domando sempre vedendo certi fenomeni fin dove arrivi la vera passione del bambino e dove invece sia mera espressione delle velleitá genitoriali.
Io sono fermamente convnta che un ragazzino debba fare sport e quanto gli piace senza forzature, senza rincorrere record e primati.
Troppo spesso ho visto bambini e ragazzi pressati da genitori che li volevano campioni a tutti i costi e ne hanno fatto invece delle persone insicure e fragili.
Concetto molto ben espresso nel romanzo La solitudine dei numeri primi.

Tutti gli sport cosiddetti estremi sono pericolosi e se è vero che non possiamo tenere i nostri figli sotto la campana di vetro è altresì vero che dovrebbe esserci sempre la supervisione di un adulto. Penso che l'attrezzatura avrebbe dovuto essere controllata da un grande, ma probabilmente certe performance confondono e devono essersi dimenticati che si trattava di dodicenni...

Annas

Sull'altro argomento trovo altrettanto poco delicato definire "cinico" chi dichiara di non credere all'aldilà, che sia umano o canino...
Io sono atea, pertanto non credo a una vita dopo la morte e meno che mai alle storie romantiche di nuvole e ponti, ma sono una persona anch'io con sentimenti ed emozioni e mi sento offesa nel leggere certe definizioni, il rispetto è d'obbligo verso tutti e mi sembra noi se ne manifesti molto, visto che gran parte dei topic parlano di cani che corrono sulle nuvole senza che nessuno di noi si sia mai sognato di scrivere il contrario...



MilenaF



09-07-2013 alle ore 11:46, didi45 wrote:
Di fronte alla morte,oramai avvenuta ci sono sensibilità che andrebbero rispettate. C'è chi crede e chi non crede,la mancanza di pietas fa solo una grande tristezza.
Se certe credenze e stupidaggini non fossero esistite non sarebbe arrivata fino ai giorni nostri la grande civiltà egiziana, quella etrusca e molte ancora.


Da quotare e riquotare parola per parola, lettera per lettera!!

@Annas Trovo bruttino offendere la sensibilità sia su un 'versante' che sull'altro, ma un minimo di delicatezza, nell'affermare le robe.. Certi toni (e come ti definisconono? acida?) io da te non li ho mai letti!

Senza entrare nel merito della questione (e ce ne sarebbe da dire..)il pensiero è corso subito a Laura, a chi vive all'insegna della sofferenza e del dubbio ogni attimo, ma proprio ogni attimo: possa non leggere mai!

aion

torno a ribadire che l'arrampicata in falesia NON è sport estremo, e non perchè lo dica io.
tant'è vero che si montano paretine in qualsiasi campo estivo , parco giochi ecc ecc.
il discorso di un adulto professionale e professionista è correttissimo.
DEVE ESSERCI SUPER VISIONE, E GLI ALLENATORI SONO PAGATI PROFUMATAMENTE ANCHE PER QUELLO.
se prima di una gara gli allenatori non controllassero che edo indossi correttamente tutte le protezioni (nonostante io o chi per me sia sia sempre in zona partenza)io diventerei una iena.
e comunque non è stressando, umiliando, costringendo
un bimbo che viene fuori il fenomeno................se bastasse solo quello tutti fenomeni sarebbero.
è una marcia in piu' degli altri che qualcuno capta ed alimenta.
le velleita' dei genitori a certi livelli prorpiuo non esistono.
potrei volere un figlio ultra race, ma se non vuol sentirne di allenarsi duramente, sacrifici, lontananza,e non ha quella testa cosi' complessa da agonisti...................inutile che ci provi.
solo chi ha fatto o pratica agonismo in i sport singoli puo' capire.




Mi dispiace molto per quel ragazzino che aveva l'età di mia figlia... mi dispiace per come è morto e, per come la vedo io, per come ha vissuto!
Si, ora è un piccolo angelo che gioca felice tra le nuvole con i ragazzini della sua età e magari avrà compreso quanto conta poco vincere ed essere campione, ma forse lo sapeva già in cuor suo... magari, dall'alto della roccia scalata, guardando quei suoi compagni di classe che a 6 anni giocavano insieme rincorrendo una palla mentre lui veniva portato a scalare una roccia quasi come fosse un lavoro, si sarà chiesto qualcosa, o forse no, magari gli piaceva veramente!
Allenamenti su allenamenti per diventare un campione... d'altronde è il sogno di molti genitori vedere il figlio primeggiare e non per vanto loro, ma forse anche solo con la convinzione di star facendo del bene a lui! Ma magari sbaglio, forse era lui che l'aveva deciso a 6 anni di non giocare con gli altri e passare il tempo da solo a scalare montagne come fosse un lavoro.

Sicuramente ha goduto per il fatto di essere noto, di essere un campione, ma mi chiedo, in cuor mio, se davvero è stato felice e se ha potuto godere di quell'età che tutti ricordiamo con felicità... a 13 anni è troppo presto per rendersi conto di ciò che si vuole oppure no, si è ancora ragazzini! Io spero proprio che lui si sia divertito veramente e sia stato felice!!!

Mi dispiace per lui, avrei preferito fosse vissuto ed avesse avuto il tempo di vivere qualcosa di importante veramente... la sua vita! Ma purtroppo la natura è beffarda, ed aldilà di discorsi che sono più grandi di noi come il paradiso, il ponte dell'arcobaleno od il nulla cosmico (e non credo sia questo il luogo adatto per discuterne), resta il vuoto che un piccolo cuoricino ha lasciato in questo mondo...

Mi dispiace anche per i suoi genitori che sicuramente non hanno bisogno di altre pressioni esterne, credo che in cuor loro abbiano già abbastanza sensi di colpa e tristezza e non serve che chi, come noi, sta sulla poltrona si permetta di colpevolizzarli ulteriormente. Loro hanno provato a fare il loro meglio di genitori... e credo che nessuno di noi può sentirsi padrone della verità assoluta o genitore perfetto... ognuno fa del proprio meglio, poi arriva il destino, il fato, la sfortuna o cos'altro e decide... ed a noi non resta che essere spettatori impotenti e piangere per un bambino che non ha avuto il tempo di vivere abbastanza!



Ciao piccolo Tito...


PS: Spero di non aver urtato la sensibilità di alcuno, nel qual caso chiedo scusa, perchè non ritengo giusto polemizzare in un thread che ricorda/onora la morte di un bambino.

Annas

Che il piccolo viva in cielo o meno è qualcosa che riguarda la sfera intima di ognuno di noi. Non è un fatto oggettivo sul quale si possa discutere.
Di oggettivo c'è il gesto dei genitori che hanno acconsentito all'espianto degli organi e in questo modo hanno consentito a Tito di continuare a vivere.
Per il resto la morte non può mai apparirci utile o giusta.

BLaRe


09-07-2013 alle ore 14:11, hjluk wrote:
mi dispiace per come è morto e, per come la vedo io, per come ha vissuto!


Ma tu lo conoscevi?

Oppure tutta questa disamina su come probabilmente abbia condotto la propria vita deriva solo dal fatto di sapere che praticava questo sport e, combinazione, era pure bravissimo?

Come se i bambini che giocano a pallone o comunque conducono una vita "normale" fossero chissà quale esempio di vite felici, poi...

aion

blare, esattamente cio' che penso io!
era un bimbo felicissimo della sua vita, perchè certe cose a certi livelli non si fanno se non sei felice della tua vita.
lo scorso anno una porta da calcio cadendo sopra un bimbo lo ha ucciso quindi????stava meglio davanti il pc vero??!!!
un proiettile vacante ha ucciso un ragazzino in un campo di calcio, chi ha colpe??( oltre il balordo che lo ha sparato........)
cha cavolo giudicate non so.
troppo facile!!


lillina

Beh la fatalità capita

Gli sport estremi li riserverei agli adulti

aion

non è uno sport estremo!!!
porca vacca, ci sono chiodi, soste con catene, prese praticamente segnate.........non è uno sport estremo!
sport estremo , in montagna, sono le nord in solitaria , sono le scese free per i record, sono gli 8000, sono free climbing ecc ecc .......ma non l'arrampicata in falesia.
perchè si deve a tutti i costi condannare dei genitori a sentire queste sentenza ??
mia mamma ha le vertigini persino sulle scale, vive nell'ansia totale per noi e secondo voi mandava edo a 4 anni ad arrampicare in falesia???questo per dire che è uno sport che di estremo non ha nulla.
è tutto in sicurezza mediante tecniche artificiali, trapano, chiodi, soste , catene ecc ecc .


Anna49

ha usato un'attrezzatura non sua, è stata una fatalità ma con delle presunte responsabilità che saranno verificate, lo sport non è da considerarsi estremo se ben seguìto in sicurezza, purtroppo nella caduta ha battuto la testa altrimenti ne sarebbe uscito con una frattura. Inoltre quel giorno stava seguendo uno stage con i suoi compagni alla scuola di Orpierre, nulla in confronto alle sue arrampicate solite, nel 2010 aveva stabilito il suo primato mondiale di più giovane climber su pareti di ottavo grado.
Tito era un bimbo felice, se la prima volta questo sport gli era stato inculcato dai genitori, come succede per tutti i bambini che praticano qualsiasi sport, per lui era diventata una passione, ne era orgoglioso, era diventato un campione ed ogni volta non vedeva l'ora di cimentarsi sulla parete.
Ora i genitori sono naturalmente distrutti, i funerali si faranno a giorni nel Duomo di Ivrea, credo ci sarà molta gente, qui lo conoscevano in molti.

Non so sinceramente se avessi fatto fare questo sport a mio figlio, ognuno ha le sue esperienze ed io non mi arrampicherei nemmeno su una montagnella ripida, ma qui sta il punto, se fossi una sportiva nata, se facessi arrampicate forse mio figlio mi avrebbe seguìto da piccolo e questa mia passione sarebbe stata trasmessa anche a lui, ognuno di noi parla per quello che è e che vive, ognuno ha i suoi orizzonti di vita.
Tito è stato un bimbo molto amato, frequentava la scuola Arduino come tanti suoi compagni, giocava a pallone come i suoi amichetti ma un giorno qualcosa è andato storto e lui ci ha rimesso la vita.

ho esitato a scrivere di lui per rispetto, in alcune circostanze il silenzio è più indicato di qualsiasi parola, ma mi sono sentita in dovere di rispondere quando ho letto di lui come di un bimbo sacrificato ed infelice da chi non conosceva la sua vita reale.
ciao piccolo, ora qualcosa di te vive in altri bambini.

misssmith



10-07-2013 alle ore 00:02, Anna49 wrote:
altrimenti ne sarebbe uscito con una frattura



Anna, senza fare riferimento a Tito in particolare, non credo che se una persona cade da 20 metri ne esca solo con una frattura...
Quando parlo di 'sport pericoloso' mi riferisco a questo, se si trattasse di nuoto o corsa ad esempio il rischio di cadute non c'è, e già questo fa la differenza.

Annas

E tuttavia nessuno condanna nessuno, si può esprimere un'opinione credo, senza enfatizzare tutto come al solito.
Ci sono sport pericolosi e altri meno, molti anche comuni includono rischi e l'arrampicata è uno di questi. Di solito chi lo pratica ha questa foga di difendere lo sport in cui crede a spada tratta, purtroppo una componente di rischio c'è sempre. E guarda caso spesso è proprio nei percorsi considerati facili che accadono gli incidenti, probabilmente perchè si allenta il controllo e perchè convinti dei propri risultati ci si dimentica dei limiti.
Io focalizzerei più su questo punto che su altro, perchè è la consapevolezza che aiuta ad essere più sicuri.

Anna49

e sono d'accordo con te Annas, conosci il detto dei buoi che scappano dal recinto e poi si decide per un cancello? ecco, ora si sta pensando ad un caschetto obbligatorio, come al solito deve prima morire qualcuno per attivare qualche cervello...

Annas

E mai dare nulla per scontato, il pilota prima di avviare l'aereo controlla ogni meccanismo, ogni volta, anche se con quel velivolo ha volato 5 minuti prima.
Mia figlia pratica equitazione, dopo i 14 anni la tartaruga non è più obbligatoria ma nessuno vieta di indossarla comunque.

Anna49

la figlia di una mia amica, 16 anni, mentre faceva equitazione, una volta scesa dal suo cavallo è stata catapultata a terra da uno zoccolo perchè il cavallo si era improvvisamente imbizzarrito, è stata in coma per più di un mese, per fortuna tutto si è risolto bene, ma lei non ha continuato più ad andare...chi poteva immaginare?

Annas

Mia figlia a 9 anni ha preso un calcio in pieno viso mentre stava portando una cavalla a mangiare l'erba... La cavalla si è spaventata a causa di un'auto e ha scalciato. Fortunatamente non si è fratturata nulla. Il pericolo è sempre ed ovunque, l'importante è esserne consapevoli e adottare ogni precauzione, poi è ovvio che non possiamo cpntrollare la vita.
Io lo scorso anno venivo sistematicamente presa in giro perchè a distanza di anni ho ripreso la bici ... E invece mi sono fratturata il naso e procurata un trauma vertebrale cadendo nella mia cucina...

Anna49

oh povera! che caduta! credo proprio che, a parte le cautele che in alcuni casi è necessario prendere, la vita ci può riservare sempre sorprese inaspettate, a volte tragiche



09-07-2013 alle ore 16:02, BLaRe wrote:

09-07-2013 alle ore 14:11, hjluk wrote:
mi dispiace per come è morto e, per come la vedo io, per come ha vissuto!


Ma tu lo conoscevi?

Oppure tutta questa disamina su come probabilmente abbia condotto la propria vita deriva solo dal fatto di sapere che praticava questo sport e, combinazione, era pure bravissimo?

Come se i bambini che giocano a pallone o comunque conducono una vita "normale" fossero chissà quale esempio di vite felici, poi...



Non lo conoscevo, e tu? Quando in italiano si scrive "a mio modo di vedere" significa che è un parere personale sicuramente opinabile ma del tutto lecito. Come è altrettanto opinabile il tuo parere... che peraltro cozza pesantemente con la scienza.

Infatti, ovviamente, l'aspetto della formazione di un bambino, a livello scientifico appunto prevede la socializzazione dello stesso attraverso la condivisione di giochi e vita con altri simili di pari età. Grazie a questo esce dall'ambito puramente familiare e si raffronta con una realtà diversa che lo stimola a variare e crescere appunto!

Arrampicarsi per ore ed ore dall'età di pochi anni in uno "sport" individualista dove non vi è alcun rapporto con altri se non la "competizione" a chi fa prima o meglio o a superare unicamente dei limiti ambientali o prettamente personali non aiuta di certo!

Pertanto, se ci dobbiamo basare su studi scientifici, giocare a pallone, pallavolo, nascondino o giochi di "società" aiuta a crescere, imparare ed essere felici più che aggrapparsi in una scalata solitaria!

Qualora lo ritenessi opportuno posso indicarti link a cui fare riferimento per approfondire l'argomento, anche se basta digitare "socializzazione di un bambino" per trovare innumerevoli testi interessantissimi.



BLaRe

Ma io mica ho fatto un confronto tra sport individuali e non come stai facendo tu, era per dire che non darei così per scontato il fatto che condurre una vita "normale" (giocando ad esempio a pallone o basket dopo la scuola etc.) sia sinonimo di "condurre una vita felice" perché tu partendo da quei pochi dettagli su questo ragazzino ti sei fatto tutto un film su quanto potesse essere infelice.

Ma uno può fare una vita tristissima pur facendo sport di squadra oppure essere felice praticando uno sport tipo quello che faceva lui quindi il tuo discorso mi è sembrato un po' superficiale, specialmente come commento ad un fatto del genere. Poi se si parla genericamente di sport individuali vs. sport di squadra possiamo farci tutti i film che vogliamo ma è un altro tipo di discussione.

P.S.
A proposito di socializzazione: questa cosa di sottolineare "a mio modo di vedere" oppure "secondo me" come spesso succede mi sembra un mantra da monologhisti. Se scrivi una cosa su un forum e un altro la legge è probabile che quello ti risponda, magari anche criticandoti. Tu non preoccuparti di ribadire che il parere sia personale (tutti i pareri lo sono... ognuno scrive dal suo punto di vista), rispondi nel merito e basta

lillina

BlaRe ,ma tu che ne pensi di questa vicenda ?

aion

ma dai, che ridicole storie hjluk!!
orta il problema non solo è sullo sport estRemo(CHE ESTREMO NON è) ma anche sull' individualita' dello stesso e della competitivita'.......
agonisti si nasce non lo si diventa, la testa da atleta è un dono della natura.
volete a tutti i costi far sembrare la sua vita un inferno, la sua famiglia dei mostri egoisti......ma cosa dite!!!
conosco l'ambiente, lo frequento da dentro(non sui giornali) da decenni, pratico agonismo da quando sono nata, ho un cane con una testa agonista pura eppure non ho tutti sti problemi di socialita'.........
addirittura un link sulla socializzazione di un bambino............ha viaggiato mezzo mondo, parlava tre lingue, si è allenato e rapportato con i bimbi di tutte le nazionalita'............eppure lo descrivi come un eremita costretto ai lavori forzati.
la liberta' di parola è un a gran cosa ma non è che si deve per forza sparare a zero.


BLaRe

Io penso che sia una vicenda che salta agli occhi a causa dello sport inusuale e poco conosciuto e logicamente per l'età del bambino.

Penso ci sia da indagare su eventuali manchevolezze da parte di chi avrebbe dovuto garantire la sicurezza ed è giusto porsi delle domande sulle precauzioni da prendere, obbligatorie o meno, ma le disgrazie capitano in ogni contesto. Poi logicamente quando certe cose succedono è facile dire che qualcosa che è stato fatto non andava fatto o viceversa ma a che serve guardare indietro, se non per accertare eventuali responsabilità? E le responsabilità non possiamo vederle certo noi sulla base di qualche articolo letto.



10-07-2013 alle ore 21:36, aion wrote:
ma dai, che ridicole storie hjluk!!



Mi fa piacere che siano considerate ridicole le scienze umane... dopo che mi hai scritto così credo starò ore ed ore a meditare su quanto sia importante l'agonismo nel mondo e cambierò il mio modo di vedere la vita... perchè un'agonista è come un diamante, è per sempre!


orta il problema non solo è sullo sport estRemo(CHE ESTREMO NON è) ma anche sull' individualita' dello stesso e della competitivita'.......


Sul discorso dell'estremo non mi frega nulla, ognuno è libero delle sue azioni se cosciente dei rischi che corre e se li corre solo lui! Il discorso è come si possa sostenere che un bambino voglia a tutti i costi scalare una roccia al posto di giocare con gli amici. Capirei che si arrampicasse su un albero in giardino. No, lui preferisce ad un'età dove, scientificamente provato, segue ciò che decidono i genitori andare a scalare una parete rocciosa (guarda caso proprio come piace al suo papà!)... a me pare più probabile che siano stati loro a decidere che lui avrebbe dovuto fare quello!!!
Poi lì mi fermo e penso che le responsabilità dei genitori finiscano qui...



agonisti si nasce non lo si diventa, la testa da atleta è un dono della natura.


Ohhh... finalmente dei discorsi seri e mica quelle affermazioni scientifiche inutili! Queste si che sono storie interessanti. Grazie!




volete a tutti i costi far sembrare la sua vita un inferno, la sua famiglia dei mostri egoisti......ma cosa dite!!!


NO, ho detto che io credo che lui non si sia divertito, ed ho scritto che spero di sbagliarmi... ho anche scritto che non critico i genitori perché credo fossero convinti di fare il suo bene... ma ciò che ho scritto lo trovi più sopra, basta leggerlo, dovrebbe essere italiano, se sei agonista dovresti conoscere almeno 3 lingue e spero tra queste ci sia anche l'italiano, perchè ho scritto proprio in italiano, purtroppo sono limitato e conosco abbastanza bene solo quella.

PS: ti ringrazio per il plurale maiestatis che usi, ma con me non serve, puoi parlare pure al singolare; grazie lo stesso.




conosco l'ambiente, lo frequento da dentro(non sui giornali) da decenni, pratico agonismo da quando sono nata,



Io non lo seguo manco sui giornali... praticavo tempo fa degli sport per divertirmi e devo dire di aver ricevuto parecchie soddisfazioni personali... ma a 6 anni giocavo con i miei amici... probabilmente non avevo la testa da atleta...



ho un cane con una testa agonista pura eppure non ho tutti sti problemi di socialita'.........


Questa cosa della testa agonista del tuo cane mi incuriosisce parecchio... come hai fatto a capire che ce l'ha?
Spiegamelo un po'... magari potresti aprire un thread nella sezione comportamento così anche gli educatori potranno imparare a distinguere un cane con la testa agonista.

A proposito, che titoli ha vinto? che sport pratica?

Sai com'è... io non riesco a distinguere un cane con la testa agonista da uno senza... che ci vuoi fare... magari anch'io ho un cane con la testa agonista e non lo so.




addirittura un link sulla socializzazione di un bambino............ha viaggiato mezzo mondo, parlava tre lingue, si è allenato e rapportato con i bimbi di tutte le nazionalita'............eppure lo descrivi come un eremita costretto ai lavori forzati.


Hai ragione, che sbadato, a sei anni stare a parlare della socializzazione di un bambino... non ho pensato che sarebbe meglio stare a scrivere cose molto più serie come "agonisti si nasce", "la testa da atleta" o "un cane con la testa agonista pura"... Chiedo venia...

Perdona, è la mancanza di agonismo a fare questi brutti scherzi!



la liberta' di parola è un a gran cosa ma non è che si deve per forza sparare a zero.




...che ci vuoi fare... mica tutti hanno una testa da atleta, ci vuole tolleranza!



[ Questo Messaggio è stato Modificato da: hjluk il 10-07-2013 22:42 ]

[ Questo Messaggio è stato Modificato da: hjluk il 10-07-2013 22:44 ]

lillina

Parlo per me
I miei figli hanno fatto da sempre sport
Scuola sci tutte le classi
Scuola nuoto idem
Scuola tennis idem
Scuola vela idem

La piccola pallavolo agonistica
Il grande tennis agonistica

Le loro scelte ? Pallavolo lei
Surf lui ,in Atlantico non la tavola a vela , la tavola sulle onde e io tremo
Ma è adulto sono scelte e passione sue personali , nn posso castrare una passione

Da bambini amavano giocare sui prati o in mare ,sguazzare scaricare la vitalità di bambini


volevo che sapessero che lo sport accomuna ,aiuta a socializzare ,ti rende forte anche senza diventare campioni ( questo e 'il punto )

Ecco io lo sport qualunque sia lo vedo per un bambino in quest'ottica ,mentre per mia esperienza ,persino nel tennis che è faticoso ,ma tutto meno che sport pericoloso , vedevo parenti aggrappati alle reti che facevano un tifo stomachevole e che menavano i figli quando perdevano una partita e ciò da cosa ? da aspirazioni frustrate e da necessità di voler prevalere sugli altri a compensazione dei propri fallimenti o carenze

Il piccolo che è morto gioiva a fare questo sport inusuale e indubbiamente impegnativo ,non oso pensare al dolore immenso dei suoi genitori ,perché perdere un figlio credo sia un dolore inimmaginabile ,quindi non si deve commentare il loro ruolo e probabilmente non si saprà mai il perché di tale scelta


Un bambino deve giocare e fare ,se vuole uno sport adeguato alle sue potenzialità all'eta 'e ai rischi che comporta
Non mi raccontate che scalare e ' giocare a tennis o al pallone su un prato