Nera e Grigetta


Pubblicato in: Varie

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dany69


Dedicato a Grigetta sul Ponte.


Vi racconto una storia.



Nera e Grigetta.

Le due gattine che mi hanno insegnato ad amare i gatti.





Mio padre e mia madre, rientrando dal lavoro, furono i primi a vederle. Accucciate in un angolo, piccole piccole, bagnate, spaventate, affamate. Scapparono subito via appena i miei tentarono di avvicinarle.

Quella notte non riuscii a dormire pensando a quelle povere creature che all’improvviso erano entrate, senza neppure averle ancora viste, nella mia vita.

La mattina dopo, dalla finestra, le vidi. Il sole le aveva asciugate, ma non aveva placato la loro fame e la loro paura.

All’epoca (circa undici anni fa) c’era ancora la mia nonna paterna, che a causa del morbo di alzheimer veniva alimentata da noi con gli omogeneizzati per neonati, non essendo più capace di masticare.

Presi un omogeneizzato al pollo, lo misi in un piattino, e scesi giù dalle gattine.

Ovviamente che fossero femminucce lo vidi solo da vicino. E da molto vicino, perché non appena le chiamai mostrando loro il piattino, corsero da me e si fecero subito accarezzare mentre divoravano la pappa improvvisata. Non ebbero paura di me. Forse sulla paura vinse la fame, forse, chissà...

Una era bianca e nera, e la chiamai la “nera”. L’altra era bianca e grigia tigrata, e fu la “grigia”, poi la “grigetta” perché era la più magrolina.

Magre erano tutte e due, di non più di tre o quattro mesi d'età.

Ormai dovevo prendermi cura di loro. Non ero ancora pronta a tenerle con me, ma loro mi stavano pian piano educando.

Ecco, diciamo che anche loro cominciarono a prendersi cura di me. Del mio cuore.

Io le nutrivo e coccolavo tutti i giorni, col mio piattino preparato con cibo più adeguato (acquistai subito un manuale sulla cura del gatto). E loro entravano sempre di più in me portandosi dietro tutto l’universo felino, con i loro occhi di luce, con il loro magico modo di affabulare e conquistare un'anima.

La strada mi portò poi via Grigetta. Ma non voglio raccontare, qui, ora, il dolore, la parte triste della storia.

Nera è stata più fortunata della sorellina, perché è rimasta incinta prima dell’altra. Quando l’ho vista piangere disperata sotto le mie finestre, che mi chiamava con un’insistenza impossibile da ignorare, dopo la rottura delle acque, senza sapere dove andare… piccola micia di nemmeno un anno… me la sono andata a prendere.

Io pensavo di tenerla solo finché avesse partorito… poi tornerà giù, pensavo. Stupida che ero. Lei sapeva già tutto. Diede una nasatina alla sorella. Un saluto. Prima di seguirmi in casa e di restarci per sempre. Me la ricordo ancora, come fosse ieri, che saliva dietro di me due piani di scale col pancione ballonzolante e con la più totale fiducia nello sguardo.



Perché non ho portato anche Grigetta? Ancora me lo domando e ancora soffro per quella risposta che non trovo.

Ho un debito da saldare con lei e con i gatti. So che lei mi ha perdonata. Io ancora non mi perdono.

E per scelta e per debito sarò per sempre paladina dei gatti, del loro diritto a vivere e a sfamarsi. A essere protetti. A essere amati.



Oggi ho con me anche due dei figli di Nera: Indy e Piccola. Gli altri tre che ebbe riuscii a regalarli a brave persone.

Nera è oggi una gatta diabetica (da settembre). Facciamo qualche sacrificio per curarla. Ma per lei non mancherà mai l’assistenza e l’amore. Indy e Piccola stanno bene. Per ora, grazie a Dio.



Nera è mia figlia. Mia sorella. Quella che mi ricorda i miei errori e le cose giuste che ho fatto. Nera è l’amore. Nera è la mia maestra. Ha assistito ai cambiamenti, alle evoluzioni della mia vita, sempre presente. Mi ha vista sposa e madre. Mi ha vista ridere e piangere. Mi ha fatto compagnia mentre studiavo per laurearmi. Mi accoglie quando torno la sera a casa dal lavoro. Mi calma quando sto male, quando sono nervosa. Mi guarda. Mi comunica infinite cose. Nera è dentro il mio cuore.

E anche Grigetta vive ancora, attraverso lei, attraverso foto e ricordi, in me.



Curo altri gatti, oggi, in quella che poi è diventata la mia “colonia”. Colonia che ha visto nascite e morti. E mille e mille battaglie per la difesa di un diritto semplice e necessario: la vita. Grazie Nera. Grazie Grigetta.



Daniela F.





[ Questo Messaggio è stato Modificato da: dany69 il 24-01-2006 11:00 ]

[ Questo Messaggio è stato Modificato da: dany69 il 25-10-2007 12:48 ]

Ciao, bella storia, veramente i gatti sono "magici". Se dovessi anche io raccontare il mio incontro con i gatti "liberi" e tutte le vicissitudini, non basterebbero 10 pag del forum. Dalla mia colonia saranno "passati" almeno un centinaio di gatti, chissà, forse un giorno.....

dany69

Racconta, micetto, racconta...

Ciao, ma se dovessi decidere,devo aprire un nuovo post?
Io ho tutte le registrazioni dei gatti "passati" nella colonia, non sapendo il nome li ho chiamati a seconda di come erano fisicamente o a seconda delle abitudini. Alcune "schede" hanno solo poche righe, altre sono più lunghe a seconda delle "avventure" del gatto.

dany69

Certo. Apri un post per ogni gatto.
Ciao!

Jack

Ciao Dany, ho letto solo ora questo post, e mi hai dato ancora una volta l'opportunità di riflettere sulla bellezza di vivere con un amico a quattro zampe, possono essere mille le difficoltà che si incontrano, ma spesso una semplice espressione dei loro musetti basta per raddirizzare una giornata storta..

Mulan

Dany... una storia stupenda... mi sono emozionata leggendola... GRAZIE!

Per Grigetta... non hai scelto tu... lei ha scelto quel giorno... di starvi a guardare mentre salivate le scale... lei ha scelto la libertà anche se per una vita ancora troppo breve... poteva seguire te e la sorella, non l'ha fatto perchè non era quello che voleva...

... e non hai nulla da "pagare" per quell'episodio, xkè hai semplicemente rispettato la vita! La vita che Grigetta aveva scelto in quel momento per sè stessa! Sono convinta di quel che stò scrivendo...

Un abbraccio sincero !!

Maria

dany69

Grazie. Grazie davvero.
In effetti lei era molto più indipendente. Una vera micia libera. Forse hai ragione.
Un bacio.

dany69

Va bene... ora ve lo dico. Proprio perché vi sento amici ve lo dico. Ci sono cose che non riesco a dire. E sono le cose di cui mi pento. Ma le parole di Mulan mi hanno fatto riflettere. Direi che Mulan ha colto nel segno. Perché torturarmi così? So che ora mi prenderete per esagerata, ma io sono fatta così.
Nella storia dico che Nera è stata fortunata perché è rimasta incinta per prima e così me la sono portata a casa. In realtà è stata Grigetta la prima a rimanere incinta. Ma lei, da gatta estremamente libera e indipendente, non ha chiesto aiuto come poi ha fatto Nera. La sua gravidanza è passata quasi inosservata. Inoltre, i micini sono nati prematuri e sono morti. Me li portò tutti e tre, uno dopo l'altro, nel posto in cui mettevo i piattini per la pappa. Due erano già morti. Uno era ancora vivo. E lei mostrava di non volerlo. Tentai di farla venire a casa mia, col piccolino appena nato fra le mani, facendoglielo annusare continuamente, ma lei non voleva. Ecco la cosa che mi bruciava tanto.
Poi ho capito perché lei non lo voleva: era nato prematuro e con il palato aperto. Infatti, con l'alimentazione artificiale (ho provato, dietro consiglio, con un microbiberon e il latte in polvere per i gattini neonati), il più delle volte il latte succhiato gli usciva fuori dal nasino.
La sua piccola vita è durata una settimana. E io pregavo che morisse di colpo per non vedere più un essere così microscopico soffrire così tanto e spegnersi piano piano. Ecco il mio esordio con un micio in casa. Possibile che oltre undici anni dopo ancora mi fa male parlarne? Eppure è così.
Lo avevo chiamato Macchiolino. E da grande sarebbe stato molto somigliante al mio Indy (il gatto bianco della foto). A volte penso a Indy come a un dono e a un perdono.
Poi è rimasta incinta Nera. E la storia la conoscete.
Ci credete che ho le lacrime agli occhi? Capite perché ho sorvolato?
Vabbè... oggi è una giornata un po' così. C'è un gran vento a Roma che mi mette tristezza. Scusate per l'insincerità di prima. Ora marcel mi bastonerà perché sono troppo drammatica e sentimentale. Però era quello che realmente sentivo dentro di me.
Ora sto un po' meglio, perché sono riuscita a condividere con persone che so che mi comprendono, un piccolo grande dolore.
Grazie a tutti.
Dany


E' vero, si rimane infinitamente male quando si cerca di aiutare un gatto e lui "non vuole".Molte volte è capitato anche a me nella colonia della cascina abbandonata. Si vorrebbe poterlo addormentare per portarlo a casa e aiutarlo ma.....non sempre è possibile e ci si rimane veramente male.Io ho attrezzato la mia cantina per eventuali ricoveri (come già avvenuto molte volte) dei gatti che venivano abbandonati in quel posto e ho anche avuto la gioia di vedere una nascita di 4 gattini, due purtroppo sono morti subito ma due li ho (anzi abbiamo perchè c'è anche mia sorella) cresciuti e poi adottati.Oggi sono due enormi e stupendi gattoni.Beh, noi (e voi) facciamo il possibile e anche di più ma, come si dice"per i miracoli non siamo ancora attrezzati". Ciao

P.S. Giovedì 16 verrò a Roma con mia sorella,è da anni che manco, ci sono ancora i famosi gatti del Colosseo?

Roby

Io esperienze del genere non le ho mai avute...aiutare un cane, a volte, è più semplice rispetto ad aiutare un gatto!I cani si fidano ciecamente quasi dal primo momento in cui entrano in contatto con noi.
I gatti randagi, invece, sono diffidenti per natura e quindi, Dany, posso immaginare il dolore che porti dentro. Sono contenta del fatto che tu abbia deciso di raccontarci questa storia....anche se sono passati 11 anni, non c'è nulla di strano nel piangere!!
Ti abbraccio fortissimo

Cristina70

Dany, hai fatto una grande cosa.
Hai parlato di un dolore.Non è facile.
Portarsi dentro una cosa per tanti anni diventa quasi un segreto con se stessi, indivisibile.
Invece tu sei stata forte e lo hai tirato fuori, lo hai riportato alla luce, con sofferenza, ma senza timore.
A me tanti anni fa, un dolore ha lasciato un solco profondissimo...non riesco ancora a parlarne, eppure piangere sarebbe la cosa più giusta da fare, aprirsi, confidarsi, invece non ci riesco...E tutto rimane pesante e buio dentro di me.
Hai fatto bene a scrivere, nessuno potrà accusarti di essere drammatica, tu sei una donna dolcissima e piena di tante qualità.
Prima tra tutte una profondità d'animo meravigliosa.
Spero veramente un giorno di poterti incontrare.
Spero veramente un giorno di poterti abbracciare.

dany69

Grazie a tutti. Grazie a Roby, Micetto e Cri. Grazie.
Pensate che non ho neppure una foto di Macchiolino...

A Micetto dico di andare non solo al Colosseo, ma anche ai Fori Imperiali, ai Mercati di Traiano, alla Piramide, a Largo Argentina... gatti a Roma non ne mancano. Mai.

Ciao.



kiccamiao

ora vi racconto la mia storia.Ho sempre vissuto con un gatto in casa da quando ero piccola abitavo in un appartamento.Il mio primo gatto si chiamava Musetto ed era dolcissimo ha vissuto per ben 20 anni sempre in ottima salute:poi è arrivata Patata una gattina non molto socievole anche lei vissuta 18 anni.Poi sposata,mi sono trasferita in una villa ALLEGRIA tutti i gatti venivano a mangiare da me .Poi è entrato a far parte della famiglia Gris un gattino grigio che ha segnato il suo territorio diventando il padrone incontrastato del mio giardino.Un giorno ,in macchina parlando con mia figlia,espressi il desiderio di voler un gattino piccolo visto che Gris è ormai un po'vecchietto chicchierando ipotizzammo che ci sarebbe piaciuto un gattino tutto nero.Dopo due settimane si presenta da me mia cugina con un batuffolo nero,bruttissimo,sporco e piccolissimo,stava finendo sotto la sua macchina ,aveva perso la mamma.è rimasto da noi, anzi è rimasta da noi,e nel giro di pochi mesi si è trasformata in una meravigliosa gattina dal pelo lungo e lucido.Ha un carattere simpaticissimo è allegra questa è la storia di kicca sarà forse destino?come finirà?.......

kiccamiao

E' assurdo non se lo aspettava nessuno !!!!Tutti presi dalla piccola kicca sofferente.Sabato il povero Gris ci ha lasciato senza neanche una carezza ,solo nel suo posto in giardino al sole ........