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tratto dalla gazzetta di Mantova: In tanti anni di volontariato al canile,il momento che sempre ho maggiormente apprezzato è la domenica mattina.Arrivare sul far delle8,il bosco ancora deserto soprattutto nel periodo invernale, il silenzio interrotto dai primi cani cheiniziano ad abbaiareed avvisare che qualcuno arriva.E pian pianocominciare ad accendere i pentoloni, scaldare la zuppa e prepararsi alla giornata.Ma qualcuno un paio di domeniche fa ha deciso di inserirsi in questo mio lento lavorare senza sapere che mi avrebbe segnato il cuore. Era li a guardarmi, arrampicato con le zampette alla rete mentre passavo con l'auto:un piccolo cagnolino fulvo, tipo pincher. Mentre gli andavo incontro frettolosa, mi chiamava, deciso a non volerci stare nel recinto in cui era stato messo , forse nottetempo. E cosi lo presi in braccio, lui fiducioso, io arrabbiata per l'ennesimo trattamento da rifiuto al miglior amico dell'uomo,per la conferma amara, che non hanno ancora capito niente! Anni di campagne di sensibilizzazione,la nostra disponibilità ad aiutare chiunque non possa tenere il proprio cane...ma nulla, inascoltate le nostre voci ed i nostri appelli! E cosi quella mattina il piccolo Red è entrato a far parte della famiglia, ad imparare ritmi finora sconosciuti ed a convivere con altri compagni di cella dalle storie piu' disparate. Ma quel giorno chi ha depositato Red nel recinto oltre ad intralciare il mio lento lavorare ha decretato anche la sua fine: Rednon c'è piu', sta correndo verso l'arcobaleno. Era vecchietto, malato, e non ci hanno dato il tempo di aiutarlo, non siamo riusciti ed ora rimane un vuoto nel mio cuore con inciso il suo nome.Perchè lo avete fatto?Quale peso era per la vostra arida vita il piccolo Red?I soldi per curarlo, l'impegno di volergli bene nonostante non fosse piu' un cane arzillo....O nemmeno sapevate che era malato, mai un veterinario, mai una cura? Mi ha detto di non salutarvi: non vi porta rancore, per lui non siete mai esistiti. Paola
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