IL GATTO, QUESTO SCONOSCIUTO.


Pubblicato in: Il comportamento del gatto

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IL GATTO, QUESTO SCONOSCIUTO.

CLASSIFICAZIONE:

phylum: Cordati
subphylum: Vertebrati
classe: Mammiferi
ordine: Carnivori
famiglia: Felidi
genere: Felis
specie: Felis silvestris
varietà: Catus

IL GATTO IN CIFRE:

Durata media della vita: 15 anni
Numero delle mammelle: 8
Durata calore: 5-6 giorni
Temperatura rettale: 38,5°
Pulsazioni cardiache: 110-140 battiti al minuto (adulto)
Frequenza respiratoria: 250 atti al minuto
Ossa: 280
Denti da latte: 26
Denti: 30
Cambio denti: fra quarto e sesto mese

ANATOMIA:

Piccolo predatore carnivoro, il gatto possiede particolarità anatomiche che gli permettono di esercitare le sue funzioni ancestrali: la caccia, la cattura delle prede e la loro digestione.
Pur considerando che tra le diverse razze di gatti esistono differenze morfologiche, la specie felina è tuttavia anatomicamente caratterizzata da una struttura nel complesso omogenea e perfettamente adatta alle funzioni necessarie a questa specie.
Lo scheletro del gatto, portamento e dimensioni a parte, ha molte somiglianze con quello dell’uomo. La colonna vertebrale del gatto comprende più vertebre, posizionate nella coda: 20-25, ma vi sono razze a coda corta o addirittura assente (Manx, Bobtail Giapponese).
Il torace è limitato da 13 costole.
Rispetto al cane, la cassa toracica del gatto è piccola, il cuore ed i polmoni sono perciò meno sviluppati: il gatto non è infatti in grado di sostenere sforzi prolungati.
Tutti i suoi movimenti, dalla mimica al salto, sono svolti da ben 500 muscoli.
Le articolazioni intervertebrali sono meno rigide di quelle dell’uomo per rendere la spina dorsale più flessibile. Il gatto è inoltre privo di clavicola, ovvero ne possiede solo un piccolo frammento nascosto tra i pettorali. Una clavicola normale allargherebbe il torace impedendogli di passare in cunicoli stretti, e limiterebbe la lunghezza del passo, riducendo lo scatto e la velocità nella corsa.
La testa è tipica dell’animale predatore: rotondeggiante ed eretta, occhi grandi e frontali, orecchie dritte e il muso breve.

I denti sono 30 di cui 16 nella mascella e 14 nella mandibola. I canini sono molto sviluppati e molari taglienti (atti a triturare non a masticare). Esistono poi i ferini o carnassiali (l’ultimo premolare della mascella e il primo molare della mandibola), di forma piramidale con margini taglienti, con la funzione di lacerare la carne.

Le gengive sono fornite di ricettori nervosi che consentono al gatto di capire esattamente il punto migliore per affondare nel collo della vittima il morso fatale.
Le labbra sono fini; il labbro inferiore è segnato da scanalature che accolgono i canini superiori. Sul labbro superiore si trovano le vibrisse suddivise in quattro-sei file: queste sono veri e propri organi di senso.

La lingua è lunga e flessibile, fornita di papille ruvide e incurvate all’indietro, utili per la pulizia del mantello e la raspatura delle ossa. Le papille gustative sono localizzate principalmente sulla punta e ai lati, mentre quelle sensitive alla base della lingua.
Quando beve la lingua funge da mestolo.

Le dimensioni delle orecchie variano poco da una razza all'altra: sono di forma triangolare e quasi sempre erette, tranne che nello Scottish Fold e nell'American Curl.

La crescita del gatto termina verso l'anno di età. Le articolazioni delle zampe anteriori e la potente muscolatura gli permettono ogni sorta di movimento. Le zampe posteriori, più lunghe, sono soprattutto adatte al salto.
Il gatto è un animale ditigrado (il peso del corpo viene sostenuto dalle dita), a differenza di altri
carnivori che sono plantigradi. Le ossa del piede possono sopportare sia le forze dovute all’accelerazione in corso, sia quelle causate dall’impatto con il suolo dopo il salto. Il cuscinetto carpale, presente solo nelle zampe anteriori in posizione arretrata rispetto agli altri, sembra abbia la sola funzione di evitare di slittare dopo un salto, visto che non è quasi mai a contatto col suolo durante tutti gli altri movimenti. Il piede anteriore ha cinque dita, il posteriore solo quattro; le unghie sono retrattili. La capacità retrattile viene acquisita solo verso le quindici settimane di età.

Le tipologie tipiche di gatto sono essenzialmente tre:
robusto - corporatura tozza, zampe corte e grosse, spalle e fianchi larghi, testa corta e rotonda.
muscoloso - zampe di media lunghezza, spalle e fianchi normali, testa di media lunghezza con struttura in parte arrotondata.
snello - zampe lunghe e magre, fianchi e spalle strette, muso leggermente a forma di cuneo.

Il peso varia di media dai 2,5 ai 5,5 kili. La differenza coi gatti selvatici è notevole se pensate che quelli asiatici non superano di media 1, 25 chilogrammi.

La pelle è fornita di molti tipi di ghiandole cutanee. Le sudoripare, sono diffuse solo sui cuscinetti delle zampe; le apocrife secernono un fluido biancastro con la funzione di trasmettere segnali chimici olfattivi usati per la marcatura del territorio; le sebacee, annesse ai follicoli piliferi, producono il grasso necessario a rendere il pelo impermeabile all’acqua e all’umidità.

Il mantello del gatto infine è costituito da due tipi di pelo: il pelo di borra, morbido, lanoso ed abbondante, e il pelo di giarra, più rigido, dritto e ruvido. Il colore, la lunghezza e la tessitura del mantello variano secondo la razza.


I SENSI.

Quello del gatto è un mondo da acrobata crepuscolare, dove a una vista meno nitida e meno cromatica, si accompagnano vibrazioni, suoni e odori che a nostra volta non siamo in grado di percepire.

EQUILIBRIO:

Questa sua peculiarità è principalmente dovuta alla velocità di conduzione degli stimoli nervosi e all’uso della coda per controbilanciare il proprio peso, come in un brusco cambio di direzione durante la corsa.

VISTA:

Al buio completo neanche i gatti riescono a vedere, ma in condizioni di luce debolissima sono in grado di sfruttare anche il minimo raggio luminoso. La retina può ricevere molta più luce. Poiché il globo oculare ha forma più rotonda e accorciata rispetto a quello dell’uomo, l’angolo visivo è più ampio.
La visione è di tipo binoculare, dove l’immagine di un occhio si sovrappone a quella dell’altro per ottenere un’immagine tridimensionale. I gatti non vedono in bianco e nero, come si pensava, ma a colori, anche se non hanno i recettori del rosso.
Sul fondo è presente un organo riflettente che rende i suoi occhi abbaglianti.
L'iride dell'occhio è di colori diversi. Con la luce intensa la pupilla si riduce ad una fessura verticale; quando c'è poca luce la pupilla si allarga fino ad occupare tutta l'iride. Talvolta è visibile una terza membrana nittitante; quando è molto evidente può essere indice di uno stato di malessere.

UDITO:

Anche l’udito è stereofonico: il padiglione auricolare viene orientato grazie a una plica situata alla base. In questo modo può localizzare un suono in uno spazio tridimensionale.
Il suo udito copre 10,5 ottave, una più dell’uomo e si estende agli ultrasuoni, il dominio del topo!
La capacità uditiva del gatto inizia a calare dopo i 3 anni e diminuisce progressivamente a partire dai 4 e mezzo.

OLFATTO:

Le terminazioni olfattive possono arrivare a 19 milioni mentre quelle dell’uomo solo a 5 milioni. È sensibile ai composti azotati, il che gli consente di valutare se un cibo è deteriorato o meno.
In caso di raffreddore, diventano inappetenti, meno accurati nella pulizia e meno interessati al sesso.

GUSTO:
Il senso è tanto più sviluppato quanto più è giovane l’animale. Ciò nonostante rimane particolarmente sensibile in un soggetto sano. La sua riduzione, anche temporanea è indice di malattie legate all’apparato respiratorio o boccale, o sintomo di avvelenamento.

Dietro ai denti, all’interno della gengiva superiore, è situato l’organo di Jacobson, collegato alla cavità boccale grazie a un dotto. Particolari stimoli olfattivi o gustativi, vengono inviati ai centri sessuali del cervello tramite quest’organo. Tipica la smorfia del gatto provocata dallìarricciamento del labbro.

VIBRISSE:

Termine usato per indicare baffi e sopracciglia. Sono peli particolarmente ispessiti, localizzati sulle guance, sopra gli occhi, sul mento e dietro le zampe anteriori. Nell’oscurità funzionano come antenne in grado di localizzare oggetti. Inoltre permettono al gatto di riconoscere eventuali ostacoli sul terreno, facilitando lo spostamento notturno.

{Liberamente tratto dalla Grande Enciclopedia del Gatto e da internet}