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  >>  Varie  >>  Fidarsi dei veterinari - TOPIC CHIUSO - Discussione n 95128 - PermaLink
   Fidarsi dei veterinari - TOPIC CHIUSO

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AutorePagina: 4 di 4
marcel
| CV STAFF

Registrato dal: 01-06-2006
| Messaggi : 12098
  Post Inserito 30-04-2016 alle ore 17:22   
dopo due pagine che parli del nulla, l'unica cosa che possiamo fare è darti ragione come si fa con gli psicotici perchè tanto vale giocare a scacchi con un piccione.
Quindi affinchè la discussione abbia un minimo di senso ti pregherei di rispondere alle seguenti semplici domande, che sono la prima cosa che avresti dovuto scrivere affinchè questa discussione avesse un minimo di senso costruttivo per i lettori e fuitori del forum:
Di cosa stai parlando? che patologia non sono riusciti a diagnosticare 15 veterinari?



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Red_Erik

Registrato dal: 18-11-2009
| Messaggi : 127
  Post Inserito 30-04-2016 alle ore 18:34   


30-04-2016 alle ore 17:22, marcel wrote:
dopo due pagine che parli del nulla, l'unica cosa che possiamo fare è darti ragione come si fa con gli psicotici perchè tanto vale giocare a scacchi con un piccione.
Quindi affinchè la discussione abbia un minimo di senso ti pregherei di rispondere alle seguenti semplici domande, che sono la prima cosa che avresti dovuto scrivere affinchè questa discussione avesse un minimo di senso costruttivo per i lettori e fuitori del forum:
Di cosa stai parlando? che patologia non sono riusciti a diagnosticare 15 veterinari?



Quindi a voi sembra del tutto normale che io stia pagando (e non sto parlando solo di soldi) gli errori di altri? E poi il pazzo sarei io!
Di che cosa sto parlando? Sto parlando di una serie di errori medici che hanno ridotto il mio gatto all'ombra di sè stesso, sto parlando di me che sto perdendo sonno e salute per aiutarlo dove altri non lo hanno fatto. Credevo di averlo già scritto prima, ma evidentemente fate finta di non capire.
Però collezionate cuoricini. Bravi, e poi non è sudditanza questa.
Continuo a non capire come potrete aiutarmi (o meglio, aiutare il mio gatto) una volta che avrete conosciuto il nome della patologia, forse sono un po' tardo, spiegatemi bene.
E non capisco come si possano stabilire gli eventuali errori di altri veterinari solo dal nome della malattia, senza che io aggiunga nessun altro dettaglio.
Forse qui avete medici straordinari che sanno quello che altri non sanno?
O forse è solo una curiosità morbosa e infantile?
Rispondete con sincerità. Siate onesti almeno una volta.


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Anna49
| CV STAFF

Registrato dal: 14-05-2012
| Messaggi : 8053
  Post Inserito 30-04-2016 alle ore 19:02   
a me sembra che tu stia scaricando su questo forum tutta la rabbia che hai dentro, non l'hai fatto ( o forse sì?) sui veterinari da cui sei andato, siamo noi il capro espiatorio?

I cuoricini sono stati dati anche a normali utenti non veterinari, sono l'espressione della condivisione di un pensiero scritto…o non siamo liberi delle nostre opinioni?

Inoltre continuo a non comprendere cosa ti aspetti da noi, non vuoi dirci quale sia la patologia rara del tuo gatto perché non potremmo comunque aiutarti? va bene, ma allora cosa ti aspetti da noi?

L'enormità dei soldi spesi a mio parere è andata e non ritornerà più, credo non ci siano elementi validi per un risarcimento, altrimenti ti saresti già mosso in questo senso, le notti insonni sono frutto della tua ansia accumulata nei mesi, non sei pazzo ma forse sarebbe ora di fare la prima visita della tua vita da un dottore che possa aiutarti a rasserenarti un po'.


[ Questo Messaggio è stato Modificato da: Anna49 il 30-04-2016 19:04 ]


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misssmith
| CV STAFF

Registrato dal: 16-05-2008
| Messaggi : 22544
  Post Inserito 30-04-2016 alle ore 20:29   


30-04-2016 alle ore 18:34, Red_Erik wrote:
Però collezionate cuoricini. Bravi, e poi non è sudditanza questa.

O forse è solo una curiosità morbosa e infantile?
Rispondete con sincerità. Siate onesti almeno una volta.



Ancora con questa sudditanza? Ora mi sto scocciando. Il cuoricino a Marcel l'ho messo io, perché ero d'accordo con quello che ha scritto. Dovresti saperlo, visto che sei iscritto dal 2009 e hai anche approfittato di questo forum di 'sudditi'...e di veterinari

Vuoi sapere una cosa? Pensavo che conoscendo la diagnosi uno dei nostri vet potesse aiutarti, pensa che scema che sono!
A me non interessa più.

Mi spiace per il tuo gatto, ma penso che lo sfogo possa anche terminare qui, mi sembra una strada senza uscita, è inutile discutere, sei troppo pieno di livore.
Per inciso, se sei così convinto di aver ragione, fatti dare tutte le cartelle cliniche, prendi tutte le fatture che hai pagato e rivolgiti ad un avvocato.



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danimici15

Registrato dal: 10-04-2012
| Messaggi : 1690
  Post Inserito 01-05-2016 alle ore 01:15   
Eh già forse è l'unica cosa che potresti fare però sarebbero solo soldi spesi per nulle perchè un risarcimento che poi sarebbero soldini per riparare eventuali errori come dici tu, li toglieresti al gatto che in questo momento ha necessità di terapie diciamo riparatrici, però non ci sarebbe nulla di male se dicessi a quale patologia ti riferisci anche perchè qualche medico potrebbe aiutarti se lo vorrà a riparare i danni fatti o i ritardi o quello che è. Tutti nella vita si sbaglia per negligenza o in buona fede cioè provando a cercare la diagnosi con qualunque mezzo ,in questo caso purtroppo siccome la malattia è rara è molto rischioso azzardare per terapie che tratterebbero una patologia rara, se prima non escludi altre patologie che hanno simil sintomi. Perchè non vuoi dire di che tipo di malattia si tratta ? Non è che ti becchi una denuncia se racconti quello che è successo, c'è un altro utente che purtroppo sta ancora combattendo a spada tratta per rendere la vita del suo micio più accettabile eppure non si è risparmiato raccontando tutto quello che ha passato, gli sono state date spesso anche indicazioni su come muoversi e dove andare a cercare qualche medico che possa aumentare il più possibile la vita del suo gatto e sta di fatto che il micio tra sfighe e qualche negligenza se così si può chiamare sta decentemente. Non c'è nulla di male ad identificare una certa patologia che poi magari così rara non è può essere che i medici del forum abbiano già avuto esperienze del genere.

[ Questo Messaggio è stato Modificato da: danimici15 il 01-05-2016 01:18 ]


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marcel
| CV STAFF

Registrato dal: 01-06-2006
| Messaggi : 12098
  Post Inserito 01-05-2016 alle ore 11:41   



.....
Continuo a non capire come potrete aiutarmi (o meglio, aiutare il mio gatto) una volta che avrete conosciuto il nome della patologia, forse sono un po' tardo, spiegatemi bene.....




non hai capito lo scopo del forum : TU che scrivi devi aiutare le persone che si troveranno in futuro ad affrontare la patologia rara del tuo gatto . La tua esperienza deve essere utile "alla salute e al benessere degli animali".
altrimenti quello che scrivi non serve a nessuno, nemmeno a te come sfogo, in quanto non costruisci nulla.


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Red_Erik

Registrato dal: 18-11-2009
| Messaggi : 127
  Post Inserito 01-10-2018 alle ore 09:33   
A distanza di oltre due anni, periodo durante il quale non mi sono più collegato, vorrei aggiornarvi di come la cosa è andata a finire, e sono quasi certo che non vi piacerà. Il testo è lungo, chi vuole leggere, si metta comodo.

Breve riassunto.
Oltre due anni fa il mio gatto era stato colpito da una malattia decisamente rara. Mi dissero che si era a conoscenza di una manciata di casi simili nel mondo. Purtroppo, però, il tempo sprecato da circa 15 veterinari diversi nel tirare ad indovinare una diagnosi aveva fatto sì che, al momento di agire, il fisico del mio micio fosse così debilitato che l'intervento chirurgico, unica terapia per tale malanno, fosse impensabile.

All'inizio del dramma, nel tentativo di riuscire a capire perché il mio gatto stava così male, avevo girato una dozzina di strutture veterinarie in due mesi. Dapprima vari ambulatori, poi, via via, cliniche sempre più avanzate, fino ad arrivare di nuovo ad un veterinario, lo stesso dottore che aveva già visitato lo stesso gatto 20 giorni prima senza capirci nulla, che con un colpo di fortuna o di coscienza finalmente identificò il problema. A quel punto elessi quel veterinario e la clinica nella quale egli lavorava come il MIO veterinario, la MIA clinica, cancellando dalla memoria il medico che mi aveva seguito per circa 15 anni e che non aveva saputo dirmi nulla, se non che, quando il veterinario non arriva ad una diagnosi chiara, l'unica strada da prendere è quella dell'eutanasia!

In questa NUOVA clinica, dopo aver emesso la diagnosi, mi dissero che l'intervento chirurgico salvavita non era di routine, e che solo pochissime strutture veterinarie in Italia potevano eseguirlo. Fui indirizzato presso una Struttura Altamente Specializzata (di seguito indicata come SAS), un luogo dove tutti i medici avevano una sfilza di titoli e sigle internazionali, manco fossero stati i sovrani d'Inghilterra. Il mio nuovo veterinario mi disse che molto probabilmente era il posto migliore d'Italia. Pensai, sperai, di essere finalmente indirizzato al posto giusto.

Presso questa SAS mi dissero di ringraziare il mio nuovo veterinario per aver formulato una diagnosi così difficile, perché, candidamente ammisero, loro stessi non ci sarebbero mai arrivati.
Di sicuro questa ammissione non era un buon biglietto da visita per una struttura così altisonante, e quella frase avrebbe già dovuto accendere una lucina rossa nella mia testa. Il mio gatto venne ricoverato presso questa SAS per 10 giorni, a costi da albergo di Dubai, nel tentativo di ristabilire le sue condizioni fisiche per poi indirizzarlo alla chirurgia.
"Un paio di giorni di cure intensive" mi dissero "e poi potremo intervenire chirurgicamente".
Peccato che dopo una settimana la situazione continuava a peggiorare. Ogni giorno telefonavo per avere aggiornamenti, e ogni giorno il mio gatto stava peggio del giorno prima, salvo sporadici e poco duraturi momenti di ottimismo. Mi dicevano che era solo questione di pazienza, il giorno giusto sarebbe arrivato.
La SAS non era vicino casa mia. Andai a far visita al gatto solo un paio di volte durante il lungo ricovero. Il viaggio era lungo, impossibile farlo tutti i giorni. Durante una di queste due visite feci notare a questi veterinari con mille sigle che il mio gatto non stava per nulla bene, si vedeva chiaramente, era abbattuto, debole, aveva lo sguardo spento, il pelo malconcio. Loro si guardarono in faccia, guardarono il micio, e mi risposero che non se ne erano accorti, che loro credevano che così come io lo vedevo in realtà stesse bene, ma siccome glielo avevo fatto notare avrebbero rivisto le terapie giornaliere. Cioè, il gatto era l'ombra di se stesso e per loro era normale, ma erano pronti a seguire il mio consiglio. Questo avrebbe dovuto accendere un'altra lucina rossa nella mia testa!

Arrivò un giorno in cui mi telefonarono e mi dissero che il gatto non stava recuperando "nonostante le cure intense e mirate", e non vi era più nulla che loro potessero fare. Me lo rimandarono a casa "per curarlo a domicilio oppure per farlo morire in pace". Avevano goffamente tentato un recupero e avevano miseramente fallito. Stavano dimettendo un gatto che stava peggio di quando era entrato da loro dieci giorni prima. Il micio aveva anche perso circa mezzo kg. Avevo lasciato ai medici della SAS una fornitura del suo cibo dedicato, in quantità più che sufficiente per il periodo del ricovero. Cibo che non mi venne restituito perché lo avevano smarrito! Che teste vuote! E chissà che cosa aveva mangiato il gatto durante la degenza!
Il conto salatissimo, però, me lo avevano presentato lo stesso. Erano i giorni del mio iniziale sfogo in questo thread.

In seguito.
I medici della SAS mi prescrissero un prodotto da usare a casa, un integratore per aiutarlo a ristabilirsi. Lo comprai e, come mia abitudine, lo assaggiai. Tutto quello che doveva essere somministrato oralmente ai miei gatti, che fosse cibo o medicine, prima doveva passare dalla mia bocca. Era la regola. Ebbene, il sapore di questo integratore era mostruoso, disgustoso, sapevo che sarebbe stata una tortura farlo assumere al mio gatto. Ma per il suo bene lo torturai per una decina di giorni, senza però notare il minimo risultato.
Avevo capito che era giunto il momento in cui la situazione la prendessi in mano io.

Nel frattempo, purtroppo, si verificò un altro grave episodio. Una sera il mio gatto ebbe una crisi convulsiva violentissima, non era mai successo prima. Forse fu provocata proprio dalla sua rara malattia. Io ero in preda al panico. La clinica che aveva emesso la diagnosi, e presso la quale stavano seguendo il suo caso, era troppo distante da casa. In una situazione di emergenza come quella dovevo recarmi alla clinica veterinaria più vicina. Ce n'è una a pochi minuti da casa. Questa era una delle strutture interpellata all'inizio del dramma, ma anche una di quelle che non era stata in grado di aiutare il mio gatto in quell'occasione.
L'accoglienza che mi fu riservata fu raccapricciante! Siccome non ero un loro cliente fisso, fui schernito e quasi insultato. Non si presero nemmeno la briga di guardare il gatto. Mi chiesero solo di vedere gli ultimi referti. Per una fortuita coincidenza in quello stesso pomeriggio il mio gatto aveva fatto un esame completo del sangue presso la clinica di riferimento, il referto era di 4 ore prima. I veterinari di questa struttura dove mi ero recato in emergenza mi dissero che ero scellerato e negligente, che gli esami del sangue, secondo loro, andavano fatti un po' più spesso di una volta ogni 4 ore, e che io ero un menefreghista, una persona alla quale non importava nulla della salute del proprio gatto. Aprirono la porta e mi mandarono fuori!
Corsi alla clinica dove conoscevano bene il micio. Qui criticarono l'operato dei colleghi, ricoverarono il gatto e lo seguirono per un paio di giorni.

Intanto io continuavo le mie ricerche per curare al meglio il mio micio, in particolar modo mi misi alla ricerca di un integratore di qualità superiore a quello prescritto.
Mi bastarono un paio di giorni di ricerca sul web e trovai un prodotto per umana che poteva fare al caso mio. Lo acquistai e iniziai a somministrarlo al mio gatto. Il sapore questa volta era accettabile, quindi almeno la tortura del gustaccio gliela potevo evitare. Il bello fu che, dopo soli due o tre giorni, il gatto cominciò a dare segni visibili di miglioramento fisico. Riusciva di nuovo a stare in piedi, a camminare, a mangiare e ad arrivare alla sua cassetta. Non si sarebbe più fatto i bisogni addosso sul suo cuscino. Era visibilmente felice.
Dopo una decina di giorni dall'inizio di questo nuovo trattamento, riportai il gatto alla nostra clinica di riferimento, quella dove avevano azzeccato la diagnosi, e da quel giorno feci fare al gatto un esame del sangue ogni 7 giorni per oltre due mesi.
I parametri erano tutti rientrati in norma, il recupero era costante e stabile, il gatto stava decisamente e obiettivamente bene, le forze erano tornate, aveva anche preso peso, sembrava che non fosse mai successo nulla. Se non che la malattia rara stava inesorabilmente ancora lavorando dietro le quinte, e questo noi lo sapevamo benissimo. Il gatto era vivo e in forze solo per la mia caparbietà e per la mia decisione indovinata di cercare un prodotto alternativo rispetto alla schifezza che mi era stata prescritta.

Dopo oltre due mesi dal primo ricovero ricontattai la SAS e inoltrai loro tutti i referti delle ultime 10 settimane. I dottori della SAS rimasero stupiti di sentire che il gatto era ancora vivo, meravigliati che stesse molto meglio, e furono ben lieti di fissare una nuova data per il ricovero e l'intervento.
Il gatto fu di nuovo ricoverato a costi da albergo di Dubai. Furono fatti degli esami preliminari, compresa una TAC indispensabile per la chirurgia. La TAC diede semaforo verde e il giorno successivo fu eseguito l'intervento che, a detta dei dottori, era molto invasivo e con elevata percentuale di rischio. Ma non c'era scelta.
Dopo due ore l'intervento era riuscito e il gatto era vivo. Mi dissero che le 48 ore successive sarebbero state cruciali. Rimasi alla SAS per 36 ore dopo l'intervento, e poi tornai a casa. I medici mi rassicurarono che ormai il traguardo era praticamente vicino, ce l'avevamo fatta.
Se non che, il giorno seguente, il medico responsabile del caso mi chiamò dalla SAS per dirmi che il gatto aveva avuto un crollo delle funzioni vitali, era stato messo in rianimazione, stavano facendo tutto il possibile. Dopo tre ore mi richiamò per dirmi che il gatto era entrato in coma e ogni tentativo di risvegliarlo era fallito, era la fine. Se avessi fatto in fretta avrei forse potuto salutarlo prima che si spegnesse.
Si può solo lontanamente immaginare con quale stato d'animo feci quel viaggio in autostrada, correndo e sperando solo di arrivare in tempo. Quando arrivai alla SAS il medico responsabile non era più di turno, era quasi notte, i medici della terapia intensiva mi dissero che eravamo agli sgoccioli, che ero arrivato giusto in tempo. Mi dissero che il gatto era in coma, era insensibile, non responsivo e ipotermico. Mi dissero di prepararmi al peggio.
Mi condussero velocemente da lui, e mi concessero 5 minuti per salutarlo. Il micio era in un gabbione, con lampade infrarosse, maschera dell'ossigeno, fluidi in vena. Aprii il gabbione, mi avvicinai a lui, lo carezzai e lo salutai chiamandolo per nome. E in quel medesimo istante il gatto si svegliò, si mise in piedi, miagolò, fece le fusa e mi diede una testatina per salutarmi. Come se si fosse semplicemente svegliato da un pisolino pomeridiano. Io ero contentissimo, ma anche alterato! Perché diavolo i medici mi avevano fatto arrivare fin lì di corsa, con il cuore in gola, dicendomi che il gatto aveva i minuti contati, se invece stava bene? Stava così bene che dopo pochi minuti aveva anche mangiato e bevuto. Mi dissero che non sapevano spiegarselo... Ma bravi! Se non loro, chi poteva spiegarmelo?
Un'altra madornale svista da parte di tutti? O incapacità di valutare il coma di un animale? O incapacità di gestire una situazione come quella?

Quattro giorni dopo, giorni durante i quali le notizie che mi giungevano erano sempre più positive, il micio venne dimesso e tornò a casa. Il conto della SAS sembrava quasi una caparra per l'acquisto di una Mercedes di alta gamma! Mi venne detto che la degenza casalinga e il recupero sarebbero stati molto lunghi, mi chiesero di essere cauto, paziente e vigile una volta a casa. L'intervento era stato pesante e invasivo, e il micio aveva già i suoi anni. In realtà si sbagliarono di nuovo, e dopo neanche una settimana il gatto saltava ed era arzillo e felice come prima di star male. Pessima valutazione anche del post-intervento.

Un mese dopo l'intervento, come programmato, avevamo la visita di controllo sempre presso la SAS. Nei giorni che precedettero tale data mi ero accorto che il gatto aveva difficoltà a masticare il suo cibo secco, a volte perdeva le crocchette dalla bocca. Lo feci immediatamente presente ai medici della SAS durante la visita di controllo. Venne quindi chiamato uno "specialista", un odontostomatologo veterinario, che esplorò tutta la bocca del micio e vomitò la sua diagnosi: Gengivite.
Mi consigliò di iniziare uno spazzolamento quotidiano dei denti e delle gengive con prodotti specifici. A casa, la sera, il micio accettava anche lo spazzolino, andava tutto a meraviglia, tranne il fatto che la prensione del cibo secco non migliorava.

Dopo circa 20 giorni mi accorsi che il gatto aveva piccole perdite di sangue dalla bocca. Pensai che la gengivite fosse peggiorata, o che, vista l'infiammazione, avesse perso un dente. Invece la tremenda realtà era che notai una piccola massa nel cavo orale.
Immediatamente corsi alla clinica di riferimento, arrivai trafelato e con la voce mozza, ma i dottori mi dissero che non era il caso di allarmarsi fino a quel punto, di prendere fiato e rilassarmi, perché si trattava di una semplice stomatite, e che 15 giorni di antibiotico avrebbero risolto il problema.
Purtroppo, di nuovo, avevo ben ragione a preoccuparmi. L'antibiotico si era rivelato inutile, e un esame eseguito tre settimane dopo ci disse che la piccola massa era in realtà un carcinoma. Vedemmo subito un oncologo, molto quotato, che disse che quella massa si era formata molto in fretta, e a giudicare dalle dimensioni era lì da non più di tre o quattro settimane, quindi più o meno da quando l'avevo notata io.
Siccome ormai non mi stavo fidando più di nessuno, richiamai la SAS e spiegai il problema. Chiesi loro di visionare la TAC di tre mesi prima. Lo fecero e mi confessarono che la massa, seppur piccolissima, era già visibile in quella TAC, ma che era sfuggita all'occhio "esperto" del medico radiologo. Un radiologo che si era vantato di avere avuto anni di esperienza nelle migliori cliniche europee! Un vero esperto, non c'è che dire!
Però bisogna dire che anche l'oncologo quotato aveva voluto sparare la sua: altro che formatasi da poco, la massa era lì da mesi!
Insomma, stavano facendo a gara a chi la diceva più grossa!

Chiesi all'oncologo molto quotato:
Sarebbe stato possibile asportare la massa chirurgicamente tre mesi fa? Molto probabilmente sì.
Sarebbe possibile asportarla ora? Assolutamente no, ormai era troppo grossa per una chirurgia pulita!
Benissimo! Di nuovo complimenti per il tempo perso! E grazie per aver condannato a morte il mio gatto!

In quella SAS che costava un'occhio della testa, avevano infilato una lunga serie di errori, sviste, omissioni e cattive interpretazioni.
Dapprima mi confessarono di non essere in grado di diagnosticare la malattia rara del mio gatto. Poi, durante il primo ricovero, al loro esame il micio sembrava stare bene, quando era evidente che il poverino era al limite della sopravvivenza. Poi mi prescrissero un prodotto che non solo era di pessimo sapore, ma si era dimostrato anche inefficace. Non erano stati capaci di risvegliare un gatto dal coma. Avevano commesso una madornale svista nell'esame della TAC. Avevano enormemente sovrastimato i tempi di convalescenza. E infine avevano scambiato una massa tumorale per una gengivite!
A gente così andrebbe fatta una buona pubblicità.

Il calvario ricominciava. Dopo solo tre mesi dall'intervento devastante e invasivo, il gatto doveva subire una nuova TAC e un massacrante percorso terapeutico oncologico, che alla fine regalò al mio gatto solo pochi mesi di vita.
Il cuore del mio cuore, la luce dei miei occhi, la mia ragione di vita, il mio tutto, mi lasciò dopo esattamente 12 mesi e 4 giorni dall'inizio del lungo e tribolato calvario di visite. E non per mia negligenza, ma perché lo avevo affidato alle cure di chi avrebbe dovuto dargli una mano!

Lo stesso gatto aveva anche perso la vista nei mesi in cui ognuno voleva dire la sua sulla "difficile" diagnosi. Forse i problemi di vista erano proprio dovuti alla rara malattia.
La cosa strana era che la sua vista tornava e poi spariva a settimane alterne. Nei quattro mesi che precedettero quel pesante intervento, e fino a cinque mesi prima della morte, il gatto fu visto da un esercito di oftalmologi, l'ultimo dei quali era così influente ed esperto che nessun altro veterinario osava nominarlo senza un cenno di ammirazione e riverenza. Questo "luminare", dopo una visita di un'ora, mi disse che il mio gatto era totalmente e irrimediabilmente cieco da tempo. Io ho molte prove obiettive che invece dimostrano il contrario. Che il micio non ci vedesse lo sapevo anche io, volevo solo sapere da lui, l'esperto, perché la vista del micio tornava e scompariva ciclicamente.
Ma le mie parole vennero prese come un'eresia dal Dio degli oculisti, quasi un reato di lesa maestà. Fui brutalmente zittito! Fu inutile ribattere.

Ora, ditemi voi. Come mi dovrei sentire? Che cosa dovrei pensare di questi medici con lauree e titoli altolocati?
Ovviamente tutto il male possibile!

Sembra quasi che il destino avesse perfino voluto darci una mano. Aveva fatto in modo che i primi veterinari consultati non arrivassero subito alla diagnosi, che tale diagnosi fosse tardiva. Questa diagnosi tardiva aveva a sua volta ritardato l'intervento e la relativa TAC di alcuni mesi. Il destino forse voleva che i veterinari della SAS vedessero nella TAC anche il tumore che si stava formando e che mi ha portato via il gatto. Eppure questi veterinari non hanno saputo cogliere l'aiuto concesso.
Mi ero sempre fidato ciecamente dei veterinari, per me erano persone eccezionali, con capacità superiori ai medici per umana. Ho dovuto ricredermi e ora non mi fido più di nessuno di loro.
Quello che ho raccontato è tutto vero, a voi sembrerà un romanzo di fantasia, a me sembra un incubo.


Avevo un altro gatto a casa.
Per sua fortuna aveva passato 15 anni senza guai, poi improvvisamente, proprio durante il calvario del gatto di cui ho parlato prima, manifestò segni di inappetenza, spossatezza, letargia e calo di peso. La diagnosi fu di ipertiroidismo.
Venne subito prescritto il classico medicinale per questa patologia, medicinale al quale io mi opposi chiedendo esplicitamente la terapia radioattiva. Peccato che fosse come parlare con il verduriere all'angolo, i miei veterinari, sempre quelli della clinica dove venne diagnosticata la rara malattia, non sapevano di che cosa si trattasse e mi chiesero spiegazioni su come tale terapia funzionasse.
Un cliente deve spiegare ad un gruppo di veterinari quello che loro dovrebbero sapere! E' davvero un mondo alla rovescia!

Nonostante i miei sforzi per arrivare a tale trattamento, l'approccio dei medici era attendista, e per mesi il mio gatto fu trattato con il metimazolo, con tutti gli effetti collaterali di tale farmaco, sommati ai danni fisici provocati dall'ipertiroidismo. Dopo mesi di spallucce e prese per i fondelli da parte dei miei veterinari, decisi che avrei seguito il percorso radioattivo in maniera autonoma, senza il loro aiuto e supporto, e così presi contatto con una clinica per tale trattamento.
Fu una cosa rapida e semplice, davvero non riuscivo a capire tutti i tentennamenti dei veterinari della clinica dove mi rivolgevo da tempo.
Nel giro di niente il mio gatto fu curato in modo definitivo dalla sua malattia.

Purtroppo, però, come temevo, il metimazolo e l'ipertiroidismo avevano lasciato tracce indelebili nell'organismo del mio gatto, che a distanza di 8 mesi iniziò a manifestare problemi gastro-intestinali.
Da capo, di nuovo spese a tre zeri per cliniche, visite, ricoveri, analisi, consulti con docenti universitari. Tutti senza risultato, l'origine dei problemi risultava essere ignota, idiopatica, come usano dire i medici per cercare di confondere le idee al paziente e per evitare di dire esplicitamente che non hanno capito nulla. Nessuno voleva ammettere che la causa fosse quel maledetto farmaco.

Nelle anamnesi che rilasciavo ai vari veterinari, facevo sempre menzione del trattamento radioattivo per la tiroide fatto solo pochi mesi prima. E ogni medico che leggeva questa nota si stupiva che io fossi la prima persona di sua conoscenza ad aver mai seguito un simile percorso terapeutico, tra l'altro innovativo, sostenevamo i medici. "Già" rispondevo ogni volta io "davvero innovativo, infatti sono solo 30 anni che si pratica!".
Ed inoltre, non uno, nemmeno in facoltà, sapeva in che cosa consiste fattivamente tale terapia, nè dove si pratica. Tutti vollero che spiegassi come funziona. Beh, d'altronde è innovativa, non si può essere al passo, sempre, in un mondo così veloce.
Ebbene, ad ogni richiesta di spiegazioni, io opponevo un ostinato silenzio. Io mi ero sbattuto da solo, forse loro potevano fare lo stesso!

Quando l'ultimo docente universitario, di fronte alla sua incapacità di curare il mio gatto, sentenziò che il micio aveva pochi giorni di vita, io non mi arresi.
Una persona che conosco, e con la quale mi ero sfogato, mi indirizzò presso una piccola clinica nei paraggi, un posto che non avevo mai sentito nominare.
Qui i veterinari individuarono subito la natura del problema, la causa era evidente e visibile anche con una semplice ecografia addominale. Noi ne avevamo fatte moltissime nelle settimane precedenti, in luoghi diversi, e quindi con medici diversi. Perché nessun altro se ne era accorto? Purtroppo, esattamente come era successo due anni prima con l'altro mio gatto, in questa nuova clinica mi dissero che io avevo perso tempo prezioso, e che se fossi andato da loro solo 3 mesi prima le cose avrebbero avuto un aspetto diverso. Certo, colpa mia, io avevo perso tempo.
Tentarono una chirurgia riparativa con costi stellari, ma le condizioni cliniche del gatto, ormai alla metà del suo peso corporeo iniziale e in condizioni fisiche precarie, non permisero di godere dei benefici di tale chirurgia. Il gatto superò l'intervento, devastante, superò anche il post-operatorio, ma mi lasciò pochi giorni dopo, a casa.

Quello che ho capito da queste esperienze, è che vivere con un animale in casa è un privilegio che non mi posso permettere, sicuramente sbaglio qualcosa, a cominciare dalla scelta dei veterinari. Forse in altre zone d'Italia sono tutti migliori di quelli che operano nella mia zona, tra l'altro conosciuta come una delle regioni più pet-friendly d'Italia.
Conosco un sacco di gente che ha animali che non si ammalano mai, oppure gente che si avvale di veterinari che non sbagliano mai. A volte i loro veterinari sono gli stessi ai quali mi ero rivolto io, si vede che sbagliavano solo con me...
Di conseguenza per me sarà impensabile tenere un altro animale, perché se si ammalasse avrei solo due opzioni: lasciarlo morire qui a casa senza fare nulla, oppure farlo morire per mano di un veterinario. In quale dei due casi avrei la coscienza più a posto?


In questo forum ho letto post in cui si invita ad una responsabile cura dei pet di casa. Ora, ditemi in che cosa ho mancato io. Ho forse lesinato in cure, visite, dedizione? Se sì, almeno in base a quanto ho scritto, per favore ditemi come e quando.
Ho anche letto che alcuni di voi lamentano una scarsa frequentazione del forum, qualcuno ha definito i forum come anacronistici, forme di comunicazione di gruppo che andranno a sparire in favore di piattaforme più giovani a agili.
In realtà io credo che dobbiate solo farvi un esame di coscienza. Ci vuole passione e amore per seguire le sofferenze degli altri su un forum. Toni accesi e nervosismo, tipici di questo forum, sono esattamente il contrario di quello che ci si aspetta quando si cerca aiuto o ci si vuole anche solo sfogare. Si deve anche avere il coraggio di criticare l'operato sbagliato dei medici, non venerarli a occhi chiusi e difenderli a spada tratta, come per anni si è fatto qui.

I forum non sono morti, non sono anacronistici, e con il giusto modo di fare, gli utenti rimangono, partecipano, non scappano.
Circa un anno fa mi sono iscritto ad un forum in cui l'atmosfera è assolutamente rilassata. Non ci sono mai toni alterati, nessuno viene aggredito a parole. C'è molta collaborazione, c'è aiuto fattivo (anche economico per chi è in difficoltà), c'è supporto morale e psicologico per chi sta attraversando un momento triste. E c'è amore, tantissimo, per chi ha dovuto dire addio al proprio amico a quattro zampe.
I "cuoricini" si danno a tutti quelli che sanno dare un sano contributo, anche una parola giusta al momento giusto, e non solo tra i soliti amici. E' davvero come stare in una calorosa famiglia.
Ci sono sempre almeno 35 utenti online, ci sono circa 50 nuovi utenti al giorno, 70 nuovi thread al giorno, 500 nuovi messaggi al giorno. Non direi che i forum sono anacronistici o morti.
Io ho il piacere di essere uno degli oltre 130.000 utenti di quel forum, ho oltre 2000 post al mio attivo e quasi 3000 "cuoricini". Il mio contributo, la mia esperienza, i miei consigli, sono sempre stati molto apprezzati, soprattutto perché utili in moltissimi casi.

Meditate, gente, meditate!


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lillina
| CV STAFF

Registrato dal: 15-04-2006
| Messaggi : 51796
  Post Inserito 01-10-2018 alle ore 21:40   
letto tutto ,anzi anche le pagine pregresse

che dire ? mi spiace per i tuoi gatti e per te, perché è un vero lutto,lo so bene

Serve il mio piccolo commento ? credo di no

Non hai dato vita ad un caso utile a qualcuno ,hai solo passato il messaggio di non aver fiducia nei vets e che questo Forum sarebbe inutile



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misssmith
| CV STAFF

Registrato dal: 16-05-2008
| Messaggi : 22544
  Post Inserito 01-10-2018 alle ore 22:35   
Sono passati 2 anni e non sei cambiato, sei sempre pieno di livore e il tuo lunghissimo commento (avrei anche scritto un'altra parola ma mi fermo qui) è inutile, tanto non sappiamo ancora di che malattia si tratti.
Per questo forum non sei mai stato un buon acquisto, puoi tranquillamente frequentare l'altro, non ci mancherai.
Qui chiudo.



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