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  >>  Varie  >>  Eutanasia e dintorni, considerazioni a 360° - Discussione n 90113 - PermaLink
   Eutanasia e dintorni, considerazioni a 360°

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Autore
Inizio discussione    ( Risposte ricevute: 39 )
MilenaF

Registrato dal: 29-06-2012
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  Post Inserito 04-02-2015 alle ore 14:26   
Prendendo spunto dagli scambi su questo delicato tema sorti in questo topic, soprattutto nelle ultime pagine, ho pensato riportare qui l'argomento, perché si possa confrontarsi senza appesantire la sezione Salute, e nel rispetto di Tobia e Tiziana.

Tempo fa, io stessa avevo aperto un topic simile "Eutanasia, per chi è credente", e chissà sfogliando indietro quante volte è già stato trattato: meglio un doppione/triplone/enneone qui, che di là però, no?

Parlando di qualità della vita, di malattia incurabile o di vecchiaia, di sacrificio per chi sta accanto, ecc, si è tra l'altro sconfinato in umana, dove un parallelo regge e non regge allo stesso tempo. Si è scritto dell'assurdità di fare una sorta di comparazione, ma si sono poi portati esempi del tutto umani.
Beh, qui, e non 'da' Tobia, possiamo parlarne a 360°, OT inclusi.

Vorrei cominciare con una roba che mi riguarda in prima persona.
Vecchiaia e qualità della vita / sofferenza /scelte; in bestiolosa, naturalmente; e con la normale compresenza di altre patologie, legate o meno all'età.
Riassumo (ci provo), perché l'ho già scritto:
- vecchiaia + patologie 'gestibili' (artrosi, calo muscolare, calo della vista, dell'udito, disinvestimento emotivo, ecc, per fare degli esempi): secondo me qualità della vita "buonina" per il bestio, difficilissima per chi gli sta accanto, sacrificio in termini psicologici ma anche fisici (la schiena.. argh..): no eutanasia
- figura del vet: imprescindibile e presente nella misura più ampia possibile, anche tutti i giorni e più volte al giorno se necessario. Chi ha vet di riferimento che non abbiano la reperibilità, chieda di affidare le info anche ad un collega che ce l'abbia.
- al 'proprietario' spetta farsi il più onestamente possibile, nonostante l'affetto, domande precise, e riportarle al vet di riferimento
- al vet di riferimento spetta rispondere con la stessa onestà (e con professionalità), nonostante l'affetto per il suo piccolo paziente (in caso di vet di fiducia che lo segue da una vita), e nonostante il rischio di dover chiamare il 118 per il bipede di riferimento. Ovviamente, c'è modo e modo per esprimere lo stesso concetto, meglio un minimo di attenzione anche all'umano (che è poi anche il "cliente" eh), di delicatezza.. ma avvallare pienamente un accanimento terapeutico senza sollevare obiezioni NO, questo proprio NO. "Vuoi fare questo? Io te lo faccio, MA sappi che da medico, ecc ecc ecc", ecco.

Considerazioni extra, in ordine sparso.

Eutanasia a casa o in studio?
Io, forse sarò l'unica, preferisco lo studio.

'Funerale' o cremazione di massa?
Nel nostro caso, in cui è impensabile fare 150 km per una sepoltura nel terreno di casa (e casa in vendita, tra l'altro..), cosa che preferirei in assoluto, cremazione di massa; e i soldini del 'funerale' a chi ne ha bisogno, a chi sta ancora lottando, un fondo per chi rimane qui, per altri che, pur volendo curare, non abbiano la possibilità, per le strutture che raccolgono chi una casa non ce l'ha.
Un canile della fona chiedeva segatura e traversine: non ci vedo nulla di 'squalificante' se Liz divenisse quella segatura e quelle traversine.

Elaborazione del lutto (bestioloso) a livello umano: importantissima, soprattutto per chi DEVE esserci per altri. NON è poco dignitoso farsi aiutare, se non si riesce a superare in tempi 'normali', benvengano terapie mirate, e magari supporto di farmaci. Vivere sotto una cappa di tristezza (e far vivere sotto la stessa cappa altri), secondo me, NON è onorare chi è volato via.

Quando si è pronti (e se se ne hanno ancora le condizioni!) accogliere un altro bisognoso NON è sostituire, l'amore sa pompare' il cuore, e quando questo si allarga, tutto trova spazio, i ricordi che ci sono così cari a fianco delle nuove esperienze, nessuna sgomitata: è questo il miracolo dell'amore..
Sempre secondo me, naturalmente


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Laureen1986

Registrato dal: 01-03-2014
| Messaggi : 755
  Post Inserito 04-02-2015 alle ore 15:28   


04-02-2015 alle ore 14:26, MilenaF wrote:
Accogliere un altro bisognoso NON è sostituire, l'amore sa pompare' il cuore, e quando questo si allarga, tutto trova spazio, i ricordi che ci sono così cari a fianco delle nuove esperienze, nessuna sgomitata: è questo il miracolo dell'amore..
Sempre secondo me, naturalmente


E anche secondo me


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Tiziana12

Registrato dal: 09-12-2013
| Messaggi : 140
  Post Inserito 04-02-2015 alle ore 20:57   
Bellissima idea questo topic! Mi piace troppo leggerti!!
Mi ha incuriosito la preferenza per l eutanasia a studio anziché a casa, posso domandarti il perché? In realtà (x quando sarà ) mi sono domandata se non ho pensato a qualcosa


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MilenaF

Registrato dal: 29-06-2012
| Messaggi : 4198
  Post Inserito 05-02-2015 alle ore 01:56   


04-02-2015 alle ore 20:57, Tiziana12 wrote:Mi ha incuriosito la preferenza per l eutanasia a studio anziché a casa, posso domandarti il perché?


Eh, perché..
Devi sapere che ho tre eutanasie al mio attivo, una in urgenza e due 'preventive': più serena riguardo la prima nonostante il dolore, con sensi di colpa a distanza di tanti anni per le altre due.
Rudi (micio) aveva un tumoraccio ai reni (uno completamente colpito, l'altro parzialmente), ma non stava male, non aveva dolore. Dimagrimento e 'sbandamento' i soli sintomi, no vomito, no nausea, nulla.. C'era da aspettarsi un'evoluzione in negativo in tempi brevi, naturalmente, si sa a cosa si va incontro quando i reni smettono di funzionare, però.. ecco, appunto, c'era da aspettare. Correre al primo segnale di malessere, in qualsiasi momento, non farsi convincere a "lasciarlo andare" il venerdì (dopo aver fatto regolarmente fluidi in vena!!), perché lo studio sarebbe poi stato chiuso fino al lunedì..
Andi ancora peggio, faccio fatica a scriverne.. Andi fatta addormentare perché.. avrebbe potuto paralizzarsi al posteriore e sembrava cominciato il processo. 14 mesi. Nessun dolore. Passando per i problemi neurologici di Liz, quante e quante volte ho pensato di aver sbagliato, di non essermi informata abbastanza, di non aver lottato per lei.. Mai più entrare in studio con un cane NON in sofferenza, ed uscire con un guinzaglio in mano, mai più appuntamento per eutanasia, mai più.

Se le condizioni sono tali per cui è necessaria, nessun appuntamento, si corre. Subito. E quindi è facile che sia in studio, a meno che non sia notte o festa.
Se non c'è dolore, si lotta. Finchè non compare.

Se posso scegliere fra studio e casa, scelgo studio anche perché..
- per loro è stranormale andarci, quando stanno male, mi da l'idea che lo percepiscano come un luogo non piacevole, ma da cui si passa per stare meglio, che quindi sentano meno cosa stia per succedere
- so che posso rimanere accanto al mio piccolo fino al Ponte, ed esserci tutta per lui/lei, sorridendogli, senza poi turbare gli altri intorno se il sorriso lascia il posto alle lacrime (posso provarci eh, ma non so davvero se riuscirei a recitare ad oltranza.., magari sì, se li aiuta)
- anche se c'è questa teoria, io credo che gli altri non abbiano bisogno di vedere/annusare la morte per rasserenarsi prima, e non continuare a cercare chi è volato via (questo andrebbe chiesto alle vet eh), a me sembra di tutelarli meglio così, ma posso sbagliare.
- infine per me, per non avere "quell'immagine" di uscita di casa.. rispettando le norme igieniche, diciamo così ecco. Tobi, "dopo", è uscito dallo studio nella sua copertina, rigorosamente con la testolina scoperta, come fosse sotto anestesia, e così è stato sepolto. Ho già visto in studio quello che è la prassi del dopo", perché appesantirmi il cuore gratis con questa immagine, che ho bisogno di forze per chi resta? A chi va via non serve più la mia presenza, "dopo"..
Non è fare lo struzzo, ho tenuto mesi in freezer il corpicino di una rattola perché poteva servire per curare altri, è un semplice tutelarsi a fronte di qualcosa che non solo non aiuta nessuno, ma può far male, appesantendo l'ambiente, inutilmente.

PS com'è che da Tobia sembrava così interessante l'argomento, tanto da rischiare la chiusura del topic a forza di OT, anche dopo ripetuti inviti a spostarsi, e qui non frega nulla a nessuno? Misteri del forum..


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Tiziana12

Registrato dal: 09-12-2013
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  Post Inserito 05-02-2015 alle ore 06:55   
Si ho notato pure io in effetti... Diamo tempo

Un punto che può incidere anche nella scelta o meno della eutanasia secondo me è anche il carattere diciamo così del proprietario, fermo restando che la scelta dovrebbe avere in primis il criterio di valutazione delle condizioni della bestiola.
Mi spiego meglio: ci sono situazioni più o meno pesanti per l animale malato o semplicemente vecchio. Un ruolo fondamentale lo svolge chi ha il compito di curarlo e accudirlo, ma se quest ultimo va nel panico, non sa mantenere sangue freddo ( sono limiti umani, non sono colpe),il rischio è di non riuscire a gestire una bestiola nel migliore dei modi, con ripercussioni anche forse sulla qualità di vita di quest ultimo.
Ben inteso che non dico che uno non ci debba provare però faccio un esempio vicino a me... Da quando Tobia voleva girare la notte ma già non si teneva , non aveva equilibrio e doveva essere aiutato, mia sorella si rifiutava categoricamente di dover alzarsi la notte per aiutarlo..
Perché diceva che poi a lavoro non ce la faceva, che essendo medico doveva riposare perché non poteva permettersi di fare errori , cose di questo tipo. Per carità , ci sta, ma se un componente della famiglia ha bisogno ci si rimbocca le maniche.
Il vet ci si raccomandava di aiutarlo sempre quando voleva alzarsi, perché se Toby si fosse depresso rendendosi conto che non ce la faceva non lo avremmo recuperato.

P.s. Non so se sono riuscita a rendere l idea di ciò che intendo sto cascando dal sonno e stamattina la flebo di Ciccio mi sta facendo dannare si sfila continuamente





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MilenaF

Registrato dal: 29-06-2012
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  Post Inserito 05-02-2015 alle ore 12:09   


05-02-2015 alle ore 06:55, Tiziana12 wrote:
Mi spiego meglio: ci sono situazioni più o meno pesanti per l animale malato o semplicemente vecchio. Un ruolo fondamentale lo svolge chi ha il compito di curarlo e accudirlo, ma se quest ultimo va nel panico, non sa mantenere sangue freddo ( sono limiti umani, non sono colpe),il rischio è di non riuscire a gestire una bestiola nel migliore dei modi, con ripercussioni anche forse sulla qualità di vita di quest ultimo.
Ben inteso che non dico che uno non ci debba provare


Questa frase, soprattutto la parte evidenziata, mi ha ricordato i primi tempi (mesi) di convivenza con la patologia di Liz. Magari cercavo di non farmi beccare, né da lei, né da Taddeo (il mio consolatore ufficiale), ma nel panico ci andavo eccome. Mi bastava un cagotto che non si riusciva a stoppare, per pensare che si sarebbe arrivate "al momento". Quante volte ho avuto paura, ma paura paura, quella che ti fa venire i brividi nella schiena, di quelli che non si controllano con la volontà.

E' la mia prima esperienza con un canetto così anziano, malato di altro, oltre ai suoi anni.

Mi incaponivo sulla diagnosi a tutti i costi, a ragione e a torto, passavo le notti a cercare info, e mi mancavano sempre dei pezzi, non essendo medico, mi colpevolizzavo della mia impotenza.. e se da un lato a lei ho sempre cercato di evitare stress inutili, dall'altro comunque non riuscivo a godermi i momenti buoni quanto so fare ora.

Quanto insegna stare accanto ad un.. lungodegente..

La logica dei piccoli passi, il costringersi a vivere di più il presente, a goderselo quel presente, senza far troppi confronti con un passato che non può più essere, allontanando il più possibile lo sguardo da un futuro che si percepisce come un cielo in tempesta, appeso sulla nostra zucca, una minaccia che incombe..

Perché credo sia esattamente così che la vivono loro, non ripiegandosi su se stessi ricordando le abilità perdute, ma compensando con le attuali; non facendo proiezioni future, ma godendosi pienamente quello che è il loro oggi.

In quest'ottica, anche una malattia grave e progressiva, quando non da sintomi o si riesce ad arginarli con le terapie, per loro è come non averla. Siamo noi a "sapere", a soffrire per quel che è ineluttabile che sia, non loro, che si godono le loro pappe gioiosi, e quelle mammelle che aumentano di volume (per fare un esempio nostro), se non fanno male o non danno fastidio al momento, è come non avessero alcun tumore. Siamo noi che nel silenzio tratteniamo il fiato ascoltando il loro respiro, e pensando a metastasi polmonari.. non loro, che, con il pancino pieno, si riposano beati.

Dovremmo imparare (e si può!) non solo a smettere di umanizzarli laddove il parallelo proprio non regge, ma ad entrare noi un pochino di più nella loro ottica: ci fa solo bene riuscire a godere del presente, pur "sapendo".

Ecco, in quest'ottica volta ad un maggior 'ottimismo', sapere che esiste l'opzione eutanasia diventa una grossa consolazione, è sapere di poterli sollevare dal dolore quando sia dolore e basta, sapere di poter offrire loro ancora un atto d'amore che pur ci costa un mondo. Quando svanisce la speranza, sapere di poter abbreviare un percorso di sofferenza che porterebbe comunque alla morte.

Sempre in quest'ottica, ricordarsi che sono cristalli fragilissimi va bene, evitare loro al massimo lo stress, ecc ecc, ma anche lasciarli godere qualche piccola soddisfazione, pur sapendo che potrebbe accorciare ancora il nostro tempo con loro.. perché no?
SE davvero un Tobia ama annusare l'erba, io capisco Tiziana che glielo lasci fare, anche a costo che si indebolisca di più, e magari le resti accanto un'ora in meno, così come do il cortisone a Liz perché si viva bene il suo tempo, e pazienza se glielo accorcia ulteriormente. Non le darei un salame intero spago compreso, né una stecca di cioccolata, ma un po' di parmigiano sul riso, anche se so che può appesantire i reni, glielo concedo eccome!

Non mi sento la Verità in tasca, ci possono essere valutazioni errate (alla fine cosa provino loro veramente.. bisognerebbe esser nati besti, per averne la certezzissima), ma questo è quello che un po' sento e un po' penso, pronta a ricredermi e rivalutare, naturalmente.


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Le_Chat

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  Post Inserito 05-02-2015 alle ore 13:50   


05-02-2015 alle ore 01:56, MilenaF wrote:
Se posso scegliere fra studio e casa, scelgo studio anche perché..
- per loro è stranormale andarci, quando stanno male, mi da l'idea che lo percepiscano come un luogo non piacevole, ma da cui si passa per stare meglio, che quindi sentano meno cosa stia per succedere



Secondo me loro non hanno idea che si vada in ambulatorio solo quando stanno male e non credo che lo percepiscano come luogo dal quale si esce migliorati.
Loro stanno male, punto, e per di più a questo malessere fisico gli si aggiunge lo stress, il malessere psicologico, di andare in un posto che non è conosciuto nè piacevole, un posto pieno di odori assurdi, dove per bene che vada vengono sempre palpati e punti. Quindi doppio stress!
Non legano la visita dal vet con il loro stare meglio il giorno dopo. Loro sanno che oggi non stanno bene, domani stanno bene. In mezzo c'è stato qualcosa di terribile.



- so che posso rimanere accanto al mio piccolo fino al Ponte, ed esserci tutta per lui/lei, sorridendogli, senza poi turbare gli altri intorno se il sorriso lascia il posto alle lacrime (posso provarci eh, ma non so davvero se riuscirei a recitare ad oltranza.., magari sì, se li aiuta)



Che cosa ti impedisce di rimanergli accanto fino alla fine anche a casa tua?
Gli altri pelosi di casa comunque percepirebbero il tuo strazio, anche se torni già sfogata di pianto dall'ambulatorio.
Al massimo puoi evitare che assistano in diretta all'evento, ma il tuo immenso dolore lo percepiscono sia che sia successo cinque minuti prima nella stanza a fianco, sia che sia successo due ore prima in un ambulatorio a 15 km di distanza.



- anche se c'è questa teoria, io credo che gli altri non abbiano bisogno di vedere/annusare la morte per rasserenarsi prima, e non continuare a cercare chi è volato via (questo andrebbe chiesto alle vet eh), a me sembra di tutelarli meglio così, ma posso sbagliare.



Gli animali elaborano questo distacco/dolore in maniera diversa. Non dico che non soffrano, ma hanno meccanismi diversi dai nostri.
L'amico che manca lo sentono assente sia che lo vedano morto davanti a loro sia che non lo vedano più tornare.

Io, se posso scegliere, preferisco fare questo "sporco lavoro" a casa, in maniera che i loro occhi, prima di chiudersi per sempre, possano vedere solo cose che hanno sempre conosciuto, che riconoscono e che non aggiungono angoscia.
Il loro cuscino, la loro cuccia, con i muri e gli odori che sono loro familiari, piuttosto che un locale piastrellato, con luci al neon, su un freddo tavolo di acciaio, con odore di medicine e di altri animali.

Finora ho vissuto quattro eutanasie, tre in ambulatorio (per motivi complessi e lunghi da spiegare), e una a casa. Per quest'ultima avevo tanto pregato che quando fosse arrivato il momento non mi trovassi in una clinica. E per fortuna così è stato.
Non ci si abitua mai, e dopo 4 volte lo choc è identica alla prima volta, ma la volta che fu fatta in casa la vissi con cuore più leggero, trassi orgoglio da quella decisione.


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lauraaa

Registrato dal: 23-11-2012
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  Post Inserito 05-02-2015 alle ore 21:54   
Io ho scelto di farlo a casa, non me la sarei sentita di portarla in ambulatorio. Volevo che chiudesse gli occhi a casa sua, tra le sue cose, che si addormentasse in braccio a me sul divano che abbiamo sempre condiviso.
Ho potuto anche farla riposare nel giardino di casa, e piantare dei fiori accanto a lei..
Ho avuto il tempo che mi serviva, anche se poi non è mai abbastanza, la vet è venuta a casa al mattino e io sono stata vicino a lei fino al tardo pomeriggio, quando ho dovuto separarmene per portarla in giardino, con la sua copertina che l'avvolgeva.

Non ero mai riuscita a parlarne, ed è tuttora un dolore immenso, dove il senso di colpa lede la consapevolezza di aver fatto la scelta più giusta per lei.


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didi45

Registrato dal: 25-09-2011
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  Post Inserito 05-02-2015 alle ore 22:12   
Per parlare di morte bisognerebbe averla conosciuta , aver vissuto di persona la morte dei propri cari sia pelosi che umani.
La nostra é una società in cui parlare di morte non é consentito, o lo si sussurra come se non fosse una cosa naturale . Invece é l'unica certezza che abbiamo quando veniamo al mondo.
L'età disgraziatamente porta ad incontrarla e a farsene una ragione.
Avete ragione a dire che la scelta dell'eutanasia dipende dal proprietario dell'animale. Ma non é per il motivo che il proprietario non sappia gestire una patologia o una sofferenza.
La scelta dell'eutanasia in ogni proprietario che ama il proprio animale e che lo considera come un famigliare se non un figlio ,è fatta per gestire bene la malattia e impedire al proprio animale una sofferenza gratuita anche per un sol giorno. Quando ormai la patologia non é guaribile e ormai si é preso il cammino della morte , non é indispensabile percorrerlo tutto, meglio fermarsi che passare attraverso miriadi di rovi. Ci vuole coraggio,ma é il coraggio donato dall'amore ,amore per la creatura che sta per andarsene, amore che le risparmia il dolore del passaggio finale.
Questo indipendentemente dall'età.
Ben diverso é il dolore che l'animale sopporta se attraverso a cure o interventi si può sperare in una guarigione o a una vita che è vita e non l'anticamera della morte.
Come tutti quelli che hanno animali, ho dovuto prendere anche io questa decisione.
Ben tre volte per le mie tre gatte. Le ho viste addormentarsi serene e fiduciose mentre le accarezzavo , loro non sapevano che da quella anestesia non si sarebbero più svegliate, per loro era una puntura come tante altre ,ricevute per curarle. Ma in quel sonno la puntura successiva era quella fatale , io lo sapevo, loro no. Hanno chiuso gli occhi con la loro mamma accanto che sorrideva loro ,tranquille , e non si sono più svegliate. In quel momento le ho invidiate, ho invidiato la fortuna che a loro era concessa e a me non lo sarà. Quanto le ho invidiate.!!!
Il dopo é stato un fatto mio, non loro.Non ho condiviso con loro il dolore, quello l'ho riservato per me.
Il quarto gatto purtroppo aveva una patologia che non mi ha permesso di farlo addormentare. Aveva un problema cardiaco genetico,per salvarlo avrebbe avuto bisogno di un cuore nuovo. E' stato curato in modo rigoroso fino all'ultimo. Il suo problema è che soffriva di crisi respiratorie che con un intervento immediato passavano e tornava ad essere un gatto normale fino a quando non si fosse presentata La Crisi.
Non si può fare l'eutanasia a un gatto che mangia gioca salta e corre. E proprio una grande corsa scatenò La Crisi che in mezz'ora lo porto a morte.
Non c'era il tempo in piena notte di arrivare dal veterinario. É morto soffocato . So di non aver potuto fare altro, ma quella morte mi turba ancora.
Personalmente preferisco che l'eutanasia venga praticata in casa ,nel luogo dove l'animale è solito vivere,in mezzo ai suoi giochi e i gli odori a lui conosciuti.
Ci pensa il veterinario a portarlo via ,a consegnarlo al comune o chi di dovere.
Una morte serena non ha prezzo!



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Le_Chat

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  Post Inserito 05-02-2015 alle ore 23:26   


05-02-2015 alle ore 22:12, didi45 wrote:
Ci pensa il veterinario a portarlo via ,a consegnarlo al comune o chi di dovere.



Mi dispiace, ma nessuno mi deve portare via nulla. Il mio animale è mio anche dopo la sua morte, il vet ha fatto il suo lavoro a casa mia ma poi se ne deve andare con nient'altro che il suo compenso.
L'animale deve rimanere nella sua casa.



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