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   Altra decapitazione orribile e oggi BRUCIATO VIVO il pilota giordano

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AutorePagina: 4 di 4
didi45

Registrato dal: 25-09-2011
| Messaggi : 5461
  Post Inserito 06-02-2015 alle ore 15:49   
Stanno ancora vivendo in epoca medioevale . Hanno acquisito soldi ,alcuni tecnologie da fare invidia, ma culturalmente sono rimasti al medioevo.
Cosa facevamo noi nel medioevo con l'inquisizione? Bruciavamo quelli considerati eretici,le streghe,avevamo ogni sorta di tortura, eravamo dei barbari .
Con la scusa di convertire abbiamo decimato è sottomesso le popolazioni americane .
Così sono loro ora.
Per questo é impossibile un dialogo,siamo in due fasi temporali diverse.
.


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lillina
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Registrato dal: 15-04-2006
| Messaggi : 51796
  Post Inserito 06-02-2015 alle ore 16:24   


06-02-2015 alle ore 15:49, didi45 wrote:
Stanno ancora vivendo in epoca medioevale . Hanno acquisito soldi ,alcuni tecnologie da fare invidia, ma culturalmente sono rimasti al medioevo.
Cosa facevamo noi nel medioevo con l'inquisizione? Bruciavamo quelli considerati eretici,le streghe,avevamo ogni sorta di tortura, eravamo dei barbari .
Con la scusa di convertire abbiamo decimato è sottomesso le popolazioni americane .
Così sono loro ora.
Per questo é impossibile un dialogo,siamo in due fasi temporali diverse.
.



E ' così
Possiamo augurarci che tutto questo orrore gli si rivolga contro ,che i " moderati " li isolino perché dannosi anche per loro stessi
Con che metodi non so ,altrettanto orribili presumo



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didi45

Registrato dal: 25-09-2011
| Messaggi : 5461
  Post Inserito 06-02-2015 alle ore 19:17   
L'Imam del Cairo che è un moderato auspica come pena per queste barbarie sul pilota la crocefissione con il taglio di mani e piedi. Questa è la moderazione.......



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Anna49
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Registrato dal: 14-05-2012
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  Post Inserito 08-02-2015 alle ore 18:24   
Anonymous: "Abbiamo violato la rete jihadista"

Seconda fase dell'Operazione Isis. La rete mondiale di hacker traccia, occupa, blocca e sospende gli account dei reclutatori dello Stato Islamico. Migliaia gli account Twitter sospesi, centinaia i profili Facebook scoperti, decine le reti private (Vpn) e i siti violati. Pubblicate anche le email personali dei presunti appartenenti al circuito jihadista

MIGLIAIA di account Twitter sospesi e cancellati. Centinaia di profili Facebook svelati. Decine e decine di indirizzi della propaganda jihadista elencati e pronti per essere attaccati. Decine e decine di indirizzi della propaganda jihadista elencati e pronti per essere attaccati. È la seconda fase dell'#OpIsis, l'operazione di Anonymous per denunciare gli appartenenti alla galassia dell'integralismo islamico che si ritrova sotto le bandiere del Cybercaliffato.

Con una novità: per la prima volta gli "Anon" rivendicano l'azione come insieme di persone di ogni razza, credo e religione, poveri e ricchi, studenti e lavoratori, hacker, cracker, spie e agenti governativi. Tutti uniti nella sforzo di togliere il terreno sotto ai piedi degli agenti della propaganda jihadista. Nel video di tre minuti postato anche su Youtube gli Anon confermano che non daranno tregua ai seguaci del califfato.

L'operazione stavolta per quanto indirizzata a individuare e colpire i siti della propaganda jihadista, ha un target molto specifico: i reclutatori, coloro i quali attraverso lo strumento dei social network cercano di attirare i simpatizzanti dello stato islamico alla Guerra Santa.

Molti degli account Is "sospesi" dagli attivisti con la faccia del rivoluzionario inglese di fine Seicento, Guy Fawkes, appartegono chiaramente già alla causa riportando Isis nel nome stesso dell'account, mentre altri potrebbero essere di insospettabili predicatori, attivisti e filo-islam. Nella lunga lista che si aggiorna ogni minuto con il lavoro certosino del gruppo The Red Cult, si indica ad esempio come target da seguire e interdire profili che contano anche mezzo milione di utenti e i cui siti sono attualmente down.
I Red Cult però non si sono limitati ai social, hanno anche pubblicato una lista degli indirizzi email relativi agli account Twitter, Facebook, e dei siti considerati appartenenti ai sostenitori dello stato Islamico. E per la prima volta sono stati resi noti gli indirizzi VPN, cioè le reti virtuali private che consentono una comunicazione sicura a chi non vuole farsi sorvegliare. Molte delle informazioni relative ai soggetti individuati verrebbero proprio da qui, mentre il reperimento dei dati sensibili di molti predicatori pro-Is sembra il risultato di un lungo e laborioso processo di intelligence svelato solo oggi.

Ma le tecniche usate per penetrare le difese dei jihadisti sono state anche altre: dal social engineering, farsi credere qualcun altro per ottenere indirizzi email e password, fingendo di averli perduti, fino al cracking (l'intrusione non autorizzata) di pc casalinghi non crittografati di persone che si sono fatte portavoce delle ragioni del cybercaliffato.
La Repubblica




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