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  >>  Gatto  >>  fibrosarcoma del gatto - Discussione n 44985 - PermaLink
   fibrosarcoma del gatto

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AutorePagina: 10 di 54
nicholas

Registrato dal: 20-09-2009
| Messaggi : 641
  Post Inserito 29-09-2009 alle ore 15:01   
rieccoci finalmente a casa.
prima la diagnosi e poi il racconto.
è il fibrosarcoma iù aggressivo che esista (g3) e nel 70% dei casi è recidivo fra i 6 mesi e l'anno dall'intervento. ma se si supera l'anno senza che torni, ci sono ottime probabilità di vittoria.
ci sarebbe la chemio, ma ho detto di no. sono contrario ed anche lui è d'accprdo.
il bordo della ferita è un po' gonfio e indurito. potrebbe essere solo una reazione all'intervento o altro. per saperlo bisognava faree un ago aspirato, ma me lo ha sconsigliato perchè sarebbe sollecitare con l'ago la parte. quindi bisogna solo attendere.
ha fatto la rx (un angelo non sarebbe stato così bravo) e non c'è nulla. metastasi superiori a 3-4 millimetri non ce ne sono.
ha fatto anche le analisi del sangue. tutto ok, tranne che l'emoglobina invece che 13 è 12.4. un minimo di anemiam, si potrebbe dare un po' di vitamina b ma quella aiuta a crescere e potrebbe crescere anche ciò che non deve. quindi niente.
non è ancora del tutto asciutta la ferita quindi ha lasciato ancora i punti.
il 26 ottobre gliela riporto cossì la guarda e vediamo.
bisogna monitorare ogni 20-25 giorni e quindi gliela porterò.
ragazzi, non sono allegro, ma almeno niente di ulteriormente grave. ero preoccupatissimo per le metastasi. invece non ci sono.
ora c'è solo da attendere...un anno è lungo, ma 20 giorni sono già trascorsi...voi continuate ad incrociare.

ora vi racconto il resto.
ha miagolato per tutto il viaggio. lei odia l'auto. era nel trasportina su una mia camicia e abbiamo parlato tanto. io le rifacevo il verso e lei ancora miagolii. poi l'ho rimproverata perchè quando guida mia moglie piange molto meno e le ho detto che non può farmi questo torto. ha risposto che fra donne si intendono.
alla visita è stata un vero angelo. prima in braccio a me con la testina nascosta sotto la mia ascella, poi l'hannpo portata via un attimo per la lastra e quando è tornataa ancora in braccio a me e mi guardava come a dire "quando mi porti via?".
poi le hanno tosato la zampetta e prelevato il sangue. neanche un lamento. un vero angelo.
poi ancora in auto e finalmente a casa.
ora sta prendendo il sole sul divano con le altre...

ragazzi, grazie!

stasera vi regalo una cosa che ho scritto. la metto qui.

grazie di cuore, a dopo.


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 Profilo
nikka

Registrato dal: 25-02-2009
| Messaggi : 1806
  Post Inserito 29-09-2009 alle ore 15:33   
Sono molto, molto felice per te e per lei.
Ora riposatevi eentrambi, poi fra qualche giorno pensa ad una terapia alternativa, omeopatica che stimoli il sistema immunitario.
Giamon è bravissima, chiedi a lei.
Un abbraccio a te una carezza sulla testolina della micia.
Ciao


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 Profilo
Incrinadia75

Registrato dal: 21-04-2009
| Messaggi : 627
  Post Inserito 29-09-2009 alle ore 15:39   
per ora bene... son davvero contenta...
e come dici tu, 20 gg son già passati!
una dolce carezza al bellissimo angioletto!


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 Profilo
Bra

Registrato dal: 20-12-2003
| Messaggi : 15
  Post Inserito 29-09-2009 alle ore 15:56   
Nicholas,
mi fai morire quando racconti le tue chiacchierate con i tuoi piccoli!!!
Anch'io l'ho sempre fatto,e mio padre ogni volta mi chiede,prendendomi in giro,cosa mi hanno risposto...
ed io gli do la risposta che mi han dato al momento!!!
So che mi capisci
Peccato che alcuni non intendono questo scambio di parole!
Sono felice che è tutto a posto,e capisco anche l'apprensione che hai per il futuro...
E' una cosa normale...
A volte anche la tranquillità ci spaventa perchè temiamo che duri poco e che il male sia dietro l'angolo...
Non pensarci adesso...
goditi questi momenti adesso e vivili in armonia giorno dopo giorno,cosicchè passerà un anno buono e nemmeno te ne sarai accorto...
Un bacio a te,hollie e i tuoi piccoli



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 Profilo
nicholas

Registrato dal: 20-09-2009
| Messaggi : 641
  Post Inserito 29-09-2009 alle ore 16:13   
ve l'avevo promesso ed eccolo il mio racconto.
per dirvi grazie.
ciao nicholas


Introduzione


Prima di cominciare questo viaggio, che ti condurrà ad una storia immaginaria e fantastica inventata da me sull’origine della cascata del Nardis, è bene che tu comprenda l’essenza stessa del racconto: la Val Genova, sin dalla prima volta che la visitai, ha suscitato in me una sensazione di comunione completa con la natura brulla e forte del luogo. A ciò va aggiunto il mio concetto di vita: io credo che ciascun individuo, sotto sembianze diverse, torni a nascere molte volte ed ogni volta sia un po’ più perfetto della volta precedente. ma, sin dalla prima nascita, egli incontra persone e conosce luoghi che poi, inevitabilmente, riconosce nelle vite successive.
Forse un giorno vissi in un bosco e scrutai la valle dalla sommità della cascata del Nardis, in Val Genova.
Forse fui un lupo e poi ancora un ramo di cascata e poi tornai in quel luogo da uomo.
Stella è solo un abito che, sin da bambino, tagliai e cucii nel mio cuore e con quell’abito fra le mani, come il messo della favola di “Cenerentola”, vagai per il mondo, facendolo indossare a chiunque avesse un cuore che sembrasse simile a quello del mio sogno.
Oggi l’abito è qui, fra le mie mani e so che non mi servirà farlo provare a chi mi passerà di striscio nella vita. Ho imparato che un giorno la sua proprietaria verrà a prenderlo mentre dormo e lo indosserà. E quando aprirò gli occhi, lei sarà lì a sorridermi.
Non si chiamerà Stella, si chiamerà Amore.

Capitolo 1


C’era una volta un bosco nel quale regnava la perfetta armonia fra tutti i suoi abitanti. Era il bosco governato dal grande Orso Saggio.
Era una tiepida mattina d’estate. I primi raggi di un tiepido sole presero a filtrare fra i rami e ad accarezzare i fili d’erba ancora bagnati di rugiada.
Fra i rami di secolari abeti, gli uccelli svolazzavano intorno ai nidi.
Una vecchia volpe fece capolino fra i tronchi e attese ferma, le orecchie ritte, lo sguardo attento.
Dopo qualche minuto, mamma lupa venne fuori dalla tana, portando in bocca un cucciolo che depositò in uno spicchio di sole sulla radura, dinanzi al grande lupo grigio suo padre.
Il grande lupo lo annusò, lo ribaltò affettuosamente col muso facendolo rotolare e poi tornò ad annusarlo e posò orgoglioso il proprio naso contro quello del piccolo.
Si avvicinò poi alla compagna e sfregò il muso contro quello di lei, orgoglioso del piccolo che già tentava di mettersi in piedi.
Poco distante, sotto i pini, mamma cerbiatta vegliava la sua cucciola appena nata e il vecchio grande cervo suo padre, dall’altura, controllava la zona con sguardo vigile e attento.
Una marmotta si avvicinò piano a mamma cerbiatta e, complimentandosi per la bellezza della cucciola, le chiese quale nome le avrebbe dato.
“Stella, per le molte stelline che brillano nei suoi verdi occhi” rispose orgogliosa la cerbiatta, guardando la propria creatura.
“Sai” confidò la marmotta a mamma cerbiatta sorridendo “questa notte è nato anche il piccolo del grande lupo grigio: è vivacissimo ed ha la punta delle orecchie e delle zampette bianche. Sua mamma mi ha detto che lo chiamerà Nic”.
Mamma cerbiatta sorrise e rispose “Passerò a complimentarmi con mamma lupa e a farle conoscere la mia Stella”.
La marmotta sorrise a tornò ai suoi lavori.
Per tutto il giorno, Stella e Nic rimasero a scaldarsi al sole accanto alle loro madri, lontani appena una corsa e quando a sera il cielo divenne d’un blu intenso, entrambi rimasero attratti e stupiti da quella magia: ed entrambi puntarono lo sguardo curioso e attento ad un punto più luminoso degli altri che brillava in quella grande e pacifica oscurità.
Poi, s’accucciarono ciascuno nel caldo tepore dell’abbraccio materno e si addormentarono.

Capitolo 2


Trascorsero alcuni giorni e nel bosco nacquero alti cuccioli: piccole marmotte, conigli, scoiattoli, volpi, tassi, caprioli, cerbiatti, lupacchiotti e uccellini di ogni specie. E nacque anche il piccolo di Orso Saggio e, sul finire dell’estate, il vecchio saggio patriarca organizzò un grande raduno di tutti gli animali per dare il benvenuto ai nuovi nati.
Il 24 agosto, tutti gli animali con i propri cuccioli s’incamminarono di buonora verso l’altura dove sorgeva la grotta di Orso Saggio. Tutto il bosco era in fermento e le famigliole si muovevano in un’allegra processione allietata dalle bricconate dei cuccioli più vivaci.
Stella era vivacissima: continuava a saltellare, si fermava ad annusare i fiori, giocava con tutti i cuccioli che incontrava e la sua mamma continuava a richiamarla e a tenerla d’occhio affinché non si smarrisse. Appena sentiva il richiamo, la piccola cerbiatta tornava indietro, ma poi scappava ancora e sembrava divertirsi così tanto che alla sua mamma quasi spiaceva doverla richiamare all’ordine.
Nic invece era un timidone.
Procedeva silenzioso e serio al fianco della sua mamma, attentissimo ad ogni mossa degli altri cuccioli. I suoi occhi di lupo dominavano la situazione tutt’intorno, ma non perdevano d’occhio un secondo le zampe della sua mamma che lo guidava.
Quando furono giunti sull’altura dov’era da grotta, si disposero tutti in semicerchio e attesero che il grande orso venisse fuori e portasse con sé il piccolo per la presentazione ufficiale.
Nic si guardava intorno incantato da quella natura così selvaggia e sentiva crescere forte l’istinto atavico dell’inoltrarsi fra le rocce e gli alberi, ma restava ben incollato alle zampe sicure della sua mamma. Quando lei lo fissava con tenerezza ed orgoglio, lui sedeva con la testa fiera, gli occhi fissi alla caverna e le orecchie tese e attente.
Vedeva gli altri cuccioli rincorrersi, far capriole, cascare ed essere rimproverati dalle loro mamme. A volte, gli scappava da ridere nel guardare quei bricconi, ma subito tornava serio ed impettito, come la sua mamma gli aveva detto di restare in quell’occasione.
D’un tratto, un’ombra graziosissima gli si affiancò ed una vocina squillante gli chiese “Chi sei?”.
Nic esaminò attentamente l’ombra accanto a sé e, dopo un rapido esame mentale, dedusse che non somigliava affatto a quelle della sua specie. Poi, gli attenti occhietti si posarono su quelle lunghe e ancora esili zampette beige.
Istintivamente, egli si accostò un po’ di più alla sua mamma. Ma la vocina ripeté “Allora, vuoi dirmi chi sei? O non conosci il tuo nome?”.
Mamma cerbiatta guardò Stella con aria severa, ma mamma lupa sorrise e spinse affettuosamente il cucciolo verso la sua interlocutrice, dicendo “Saluta la tua amica, piccolino!”.
Nic sollevò allora lo sguardo e si trovò dinanzi il muso più bello che avesse mai visto e, con voce incerta disse “Ciao…sono Nic…Nic il lupo”.
“Nic il lupo!...Io sono Stella, la cerbiatta!...Vuoi essere mio amico e giocare con me?” replicò allegra la piccola.
Istintivamente, Nic fece per seguire la sua nuova amica, ma subito si fermò e guardò la mamma, chiedendo con lo sguardo il permesso.
La mamma gli strofinò il muso sulla testa e il cucciolo saltellò dietro l’amica cerbiatta, mentre le due mamme si avvicinavano a raccontarsi le loro esperienze.
Le agili ed esili zampe di Stella le consentivano di correre molto più velocemente di quanto potesse fare Nic con i suoi ancora corti zampotti. Ma che bello correre e rotolarsi sui prati con gli altri cuccioli e soprattutto con lei, “la più bella” pensava il cucciolo.
D’un tratto, un verso potente risuonò nel bosco e tutti i cuccioli, intimoriti, tornarono di corsa accanto alle loro mamme.
“Tranquillo, piccino!” disse la mamma a Nic. “Questa è la voce di Orso Saggio che sta per mostrare a tutti noi il proprio cucciolo”.
Tranquillizzato dalla spiegazione ricevuta, Nic puntò lo sguardo all’imbocco della caverna e, dopo qualche minuto, sentì il terreno vibrare e comparve la sagoma del grande orso, seguito da un piccolo orso che ogni tre passi si fermava e doveva essere spinto dal suo papà.
Al suo apparire, tutti i cuccioli si nascosero dietro le proprie mamme, spiando gli eventi.
“Questo è Piccolo Orso Sorridente, il mio cucciolo” disse il grande orso orgoglioso e poi, guardando il piccolo che si era nuovamente seduto, aggiunse “…che per il momento potrebbe anche chiamarsi Piccolo Orso Pigro”. Tutti gli animali risero di cuore alla battuta ed aggiunse “Vedo molti piccoli qui intorno e sono felice di ciò, soprattutto sono felice che tutti i cuccioli siano amici e che i loro genitori vivano in armonia! Questo nostro bosco ha raggiunto un equilibrio davvero speciale. Fra noi non esiste diversità o sopraffazione. Ciascuno di noi è amico di tutti gli altri ed ha rispetto di tutti gli altri. Ciascuna specie continua a riprodursi, il cibo non manca a nessuno, ma nessuno di noi ha bisogno di far male all’altro per sopravvivere. Tutto ciò può essere ed è perché l’uomo non è mai entrato nel nostro regno e giammai dovrà farvi ingresso: anche lui è un animale, ma la sua razza non conosce il rispetto per le altre razze. Egli uccide, strappa, distrugge, brucia pur di arricchirsi di un metallo che lo ha reso suo schiavo. Per tutta la mia vita, ho tenuto l’uomo lontano da questo bosco e tutti voi adulti mi avete aiutato in ciò. Ora ciascuno di noi deve tramandare ai propri cuccioli questo principio, perché solo così il nostro bosco rimarrà ancora libero dall’uomo e sereno come noi lo abbiamo costruito….Ed ora, sia festa per tutti!”.
Subito, il piccolo orso rotolò in mezzo agli altri cuccioli sbadigliando.
Mamma Orsa ricevette i complimenti delle altre mamme per quel bel cucciolo ed Orso Saggio si ritirò con gli altri maschi adulti a discutere le cose da fare per consentire a quel magico bosco di proseguire la sua pacifica esistenza.
“Ciao, chi sei tu?” brontolò Piccolo Orso Sorridente, rotolando accanto a Nic.
“Sono Nic…Nic il lupo” rispose pronto il piccolo.
“Io sono Piccolo Orso Sorridente…vuoi essere mio amico?” disse l’orsetto.
“Certo! Sarò tuo amico e tu il mio amico” rispose il lupacchiotto e poi aggiunse “E sarai anche amico di Stella la cerbiatta che è già mia amica” e si fece in parte per presentargli la sua amichetta.
“Ciao Stella” sbadigliò l’orsetto.
“Ciao, Piccolo Orso Sorridente e Pigro” rispose ridendo la cerbiatta.
Da quel giorno, i tre cuccioli divennero inseparabili.


Capitolo 3


Quell’estate finì serenamente fra i giochi dei cuccioli e arrivò l’autunno.
Le zampe di Nic cominciarono ad allungarsi, quelle di Stella divennero più solide e quelle di Piccolo Orso Sorridente si irrobustirono.
Ogni occasione era buona per i tre amici per stare insieme ed inventare nuovi giochi.
Quando il freddo cominciò a farsi sentire, Piccolo Orso Sorridente prese a sbadigliare sempre più spesso e ad addormentarsi ovunque si sedeva. Stella continuava a svegliarlo e a prenderlo in giro chiamandolo pigrone.
Nic sorrideva e, di tanto in tanto, col muso si avvicinava all’amichetto e lo svegliava con un morsetto affettuoso sull’orecchio.
Finché un giorno, il piccolo orso raggiunse gli amici e, con voce solenne, fra uno sbadiglio e l’altro, comunicò loro che, a breve, si sarebbe rinchiuso nella caverna con i suoi genitori per fare una lunga dormita e che si sarebbero ritrovati tutti e tre insieme al ritorno della primavera.
Stella e Nic salutarono l’amichetto e tornarono alla radura, continuando i loro giochi sempre inseparabili.
Quando la prima neve imbiancò il bosco, era notte fonda e grande fu lo stupore dei cuccioli al mattino, nello scoprire quella bianca soffice coltre nella quale le loro zampe affondavano.
Le mamme li tenevano d’occhio mentre giocavano a rincorrersi e a scavare buche ed ogni volta che il grande cervo o il lupo grigio segnalavano l’avvicinarsi dell’uomo al bosco, li spingevano al sicuro fra le rocce ripetendo: ”Ogni volta che sentirai in lontananza l’odore dell’uomo, corri a nasconderti qui e resta immobile, senza respirare, finchè non sparirà…ma se senti il latrato dei suoi cani, scappa più veloce che puoi: i cani non sanno che noi e non l’uomo siamo i suoi simili e l’uomo li ha addomesticati ed insegnato loro che noi siamo le sue prede…L’avvicinarsi dell’uomo o dei suoi cani annuncia la morte, piccolo mio…non dimenticarlo mai”.

Molte volte, durante quell’inverno, i cacciatori giunsero al limitare del bosco ed ogni volta seminarono morte e tristezza, falciando con le loro armi maledette animali d’ogni razza ed età.
Nic imparò velocemente a fiutare le loro orme da molto lontano e a scrutare la radura dall’altura sulla quale il suo padre si alternava al grande cervo in vedetta.
Imparò anche a seguire la mamma fin quasi nei pressi delle case degli uomini per cercare cibo e a correre come il vento prima che loro se ne accorgessero.
Stella, invece, era meno cauta e spesso la mamma doveva chiamarla più volte per farla correre al riparo.

Quando le prime gemme spuntarono fra i rami, Nic era un giovane lupo attento e capace e, fra i suoi coetanei, era quello più amato e seguito.
Stella era diventata una splendida giovane cerbiatta e molti giovani cervi erano spesso intorno a lei, tentando di attirare la sua attenzione.
Un mattino, Stella corse alla tana di Nic e, quando lui uscì, gli annunciò felice che Piccolo Orso Sorridente si era svegliato; egli ne fu lieto e insieme decisero di andare a cercarlo.
I prati erano d’un verde brillante e mille fiori d’ogni colore facevano capolino qua e là.
Nel cielo, d’un celeste limpido e intenso, leggere nuvole bianche s’inseguivano, sospinte dalla lieve brezza primaverile.
I due giovani amici correvano felici verso l’altura e si raccontavano le scoperte fatte.
D’un tratto, Nic fiutò l’aria e tagliò la strada a Stella, spingendola dentro un anfratto fra le rocce. “Non respirare! C’è l’uomo!” disse piano all’amica, facendole scudo col proprio corpo.
Rimasero in silenzio, appiattiti contro la parete, mentre i passi dell’uomo si avvicinavano.
Stella tremava di paura e Nic, pur non sapendo ancora cosa fare o come difendere entrambi se l’uomo li avesse, scoperti, appoggiò il muso al cuore di Stella e disse: “Stai tranquilla, ci sono io a difenderti, piccola”.
L’uomo passò oltre senza avvertire la loro presenza e, quando il rumore dei suoi passi svanì, Nic uscì a scrutare intorno e poi chiamò lei.
La cerbiatta era ancora impaurita, ma quando i suoi occhi incontrarono quelli del lupo, entrambi provarono un brivido strano, una sensazione ancora sconosciuta e, quasi contemporaneamente, abbassarono lo sguardo e tacquero.
Rimasero così qualche minuto, ad ascoltare ciascuno il proprio cuore che, in silenzio, parlava al cuore dell’altro.
Poi il lupo raccolse un fiore che l’uomo aveva strappato e lo posò dinanzi alla cerbiatta dicendo: “Prendilo, Stella! Nic te lo dona perché tu gli dia nuova vita col tuo sorriso!”.
La cerbiatta annusò il bellissimo fiore azzurro e, come per incanto, i petali che stavano sfiorendo ripresero vita.
Stella guardò Nic e disse: “Lo terrò sempre con me. È la cosa più preziosa che possegga perché me lo hai donato tu. Ma anch’io voglio donarti qualcosa: quando il sole andrà a dormire e il cielo diverrà scuro, guarda in direzione della mia tana: vedrai una stella luminosissima. Quella brillerà sempre per te ed ogni volta che vorrai parlarmi, dillo a lei e lei lo dirà a me. Anche io le dirò di parlarti quando non potrò vederti. Sarà la nostra stella, solo tua e mia!”.
Nic abbassò nuovamente lo sguardo, commosso e rapito dalle parole della cerbiatta e, quando ripresero il cammino verso la tana dell’amico orso, nessuno dei due osò più rompere quel magico silenzio.

Capitolo 4


La primavera trascorse serena. Nel bosco nacquero nuovi cuccioli e sbocciarono innumerevoli amori fra i giovani.
Stella, Nic e Piccolo Orso Sorridente erano sempre insieme e, sebbene ormai quasi giovani, continuavano a dedicarsi ai loro giochi.
Ogni giorno si incontravano, si raccontavano le loro scoperte e discutevano di ogni cosa.
Il padre di Nic sempre più spesso conduceva il proprio cucciolo sull’altura, insegnandogli come scrutare la radura fino al limitare del villaggio degli uomini. E Nic restava ore accanto a lui ad ascoltare le sue raccomandazioni e a fiutare ogni minima variazione dei profumi.
“Fra un anno, sarai un forte giovane lupo, Nic, e dovrai pensare a cercarti una compagna per continuare la nostra razza nel bosco.” disse un giorno il lupo grigio al figliolo.
“Io prenderò Stella come compagna e anche lei prenderà me.” rispose il piccolo.
Il grande lupo sorrise e rispose; “Tu e Stella siete amici e lo sarete per sempre. Ma scegliersi una compagna vuol dire scegliere una giovane lupa che si accoppi con te per creare una famiglia”.
“Papà, anche Stella è giovane e credo che non le dispiacerebbe essere la mia compagna in una famiglia” replicò il piccolo che davvero non comprendeva perché dovesse scegliersi come compagna proprio una lupa.
“Ti capisco, piccolo. Ma ora ti spiego questa cosa. In questo bosco, non esistono animali in lotta con altri. Tutti viviamo in una grande armonia e tutti siamo amici di tutti. Ma, come tu vedi, ci sono lupi, cervi, orsi, uccelli, marmotte, talpe, puzzole e tantissimi altri animali e ciascuno si accoppia con qualcuno che è come lui per far sì che nascano dei cuccioli di lupo, di cervo, di orso e così via. Se tu e Stella vi accoppiaste, non nascerebbero dei cerbiatti o dei lupi, ma forse un nuovo animale che sarebbe un po’ cervo e un po’ lupo e forse non sarebbe un animale felice perché non somiglierebbe a nessuno e nessuno lo vorrebbe come compagno” spiegò il padre.
“Papà, ma se il cuore di Stella e il mio fossero uniti per sempre, non nascerebbe un cucciolo, ma noi saremmo felici anche così” disse Nic, fissando il grande lupo, certo dei suoi sentimenti.
“Già…a questo non avevo pensato! A volte, noi adulti dimentichiamo che esistono anche i sogni. Bene, farai quello che il tuo cuore desidera, figliolo. Ma per ora continua i tuoi giochi e le tue corse. La tua mamma ed io siamo molto fieri di te e fra un anno credo che i giovani lupi tuoi amici ti vorranno come loro guida” concluse il padre e, con dolcezza, sfregò il muso sulla testa del figlio.

Quell’estate fu davvero magica per i tre inseparabili amici.
Piccolo Orso Sorridente era molto cresciuto durante il letargo, ma era rimasto sempre un gran pigrone e Stella si divertiva un mondo a mettergli paura quando lo vedeva addormentato sotto un albero.
Un giorno di fine estate, mentre i tre piccoli erano a giocare nella radura, udirono il suono di allarme emesso dal grande cervo e, presi alla sprovvista e lontani da ogni riparo, si guardarono sgomenti.
“Alle rocce!” gridò Nic e spinse i due compagni di gioco verso l’altura, sospingendoli entro un anfratto. Poi tentò di entrare anche lui, ma Piccolo Orso era troppo grande e c’era spazio solo per Stella.
“Vieni dentro” disse Stella, cercando di far spazio al lupo.
Ma Nic non poteva entrare e l’uomo ormai era vicinissimo.
“Silenzio!” Di me avranno paura!” disse ai compagni Nic e si mise in posizione di agguato fermo sull’altura. Ogni suo muscolo era in tensione e, a vederlo di lontano, nessuno avrebbe detto che era solo un lupacchiotto di poco più di un anno.
Quando l’uomo giunse in un punto dove poteva vederlo, Nic emise un lugubre suono di attacco.
I due amici nell’anfratto tremavano e Stella piangeva, certa di stare per perdere quel suo unico meraviglioso lupo.
L’uomo aveva fra le mani un fucile e fece per puntarlo al lupo, che rimase immobile ripetendo il suono e digrignando i denti come se stesse per avventarsi.
“Scappa Ale! È un lupo arrabbiato e potrebbe farti male. Non riuscirai a centrarlo perché si muoverebbe troppo velocemente!” gridò il compagno dell’uomo che puntava il fucile a Nic.
“Ma sì! È solo un vecchio lupo arrabbiato! Neanche sprecare una cartuccia per lui! Credevo ci fosse un cerbiatto, ma devo essermi sbagliato!” rispose l’uomo abbassando il fucile e cercando di mantenersi calmo per non sfigurare.
Ma Nic riemise il suono di attacco e fu così forte e lugubre che i due uomini si diedero alla fuga certi di avere il lupo alle calcagna.
E infatti Nic balzò giù dall’altura e prese a correre dietro di loro, mettendoli in fuga.
Poi girò velocemente e tornò indietro.
Piccolo Orso Sorridente e Stella non osavano ancora uscire dall’anfratto quando Nic giunse da loro.
“Fuori di là subito! Torniamo al bosco! L’uomo ha visto Stella e vuol darle la caccia! Tornerà, ne sono certo!” urlò Nic ai due amici.
Entrambi vennero subito fuori dal riparo e seguirono impauriti l’amico che li aveva salvati.
Quando giunsero nel fitto del bosco, trovarono le loro famiglie ad attenderli.
“Dov’eravate? È passato l’uomo nella radura e voi avete rischiato di farvi ammazzare!” urlò il grande cervo ai tre piccoli.
“Siamo scappati subito, ma eravamo troppo lontani dalla tana e Nic ci ha nascosti in un anfratto ed ha affrontato e messo in fuga da solo l’uomo!” spiegò Stella, a capo chino.
“È vero! Nic ci ha salvati! È un grandissimo lupo, papà! E non teme nessuno! Io invece ho avuto tanta paura. Perdonami, spero di essere più coraggioso in futuro!” disse piangendo Piccolo Orso Sorridente.
“L’uomo tornerà! Ha visto Stella e vuole ucciderla! Dobbiamo stare in guardia e non andare alla radura per alcuni giorni! L’uomo ha un grande fucile!” disse preoccupato Nic.
“So bene che Nic vi ha salvato la pelle! Vi guardavo ed ho visto che lui ha intimorito l’uomo. Se l’uomo non fosse scappato, sarei corso io a salvarvi, ma Nic è stato molto bravo. Grazie Nic, per aver salvato la vita di mio figlio e di Stella! Mai nella vita dimenticherò il tuo coraggio! I tuoi genitori possono essere fieri ed orgogliosi di te. Ora ci organizzeremo in turni di guardia e terremo l’uomo a distanza da questo posto. E tu, Nic, stanotte mi guiderai fino al limitare del suo villaggio per prendere il suo fucile e distruggerlo” disse Grande Orso Saggio.
Nic annuì e suo padre disse: “Sono fiero di te, figliolo! Questa notte ci saremo anche io ed anche il grande cervo!”.
“Ora possiamo andare a correre nel bosco?” chiese Stella.
Il grande cervo non riuscì a trattenere un sorriso. Era davvero terribile quella cerbiatta e, dopo averla guardata disse in tono serio: “Ma non allontanatevi!”.
Subito i tre piccoli corsero via insieme, sotto lo sguardo attento dei loro genitori.
“Nic, grazie per aver salvato la vita a Stella e me! Quando sarò un grande Orso coraggioso come mio padre, se tu avrai bisogno di aiuto, chiama ed io arriverò anche a costo di uscire dal letargo in pieno inverno!” disse Piccolo Orso Sorridente.
“Grazie Nic…se non ci fossi stato tu, l’uomo ci avrebbe uccisi di sicuro! Sei un lupo molto buono ed altruista! Sei coraggioso più di tutti ed io ti voglio veramente tanto bene!” disse Stella, con gli occhi che le brillavano di affetto per lui.
“Non ringraziatemi! Ho fatto solo ciò che potevo. Avevo anche io tanta paura, ma poi ho pensato che se l’uomo avesse ucciso te, Stella….o te, Piccolo Orso, io sarei stato triste per tutta la vita e allora era meglio morire io che perdere voi!” rispose Nic e, quando il suo sguardo incontrò quello di Stella, entrambi riprovarono quello strano sentimento.

Quando scesero le tenebre e tutto fu silenzio, Grande Orso Saggio, il Grande Cervo, il vecchio Lupo Grigio e Nic intrapresero il cammino verso il villaggio dell’uomo.
Nic era attentissimo e suo padre decise di mandarlo in avanscoperta, mentre loro lo seguivano a distanza così ravvicinata da poter intervenire in caso di pericolo.
Il giovane lupo fiutava l’aria ed aveva le orecchie tese e lo sguardo attento ad ogni mossa. Correva per un breve tratto, poi si stendeva sulla pancia e strisciava. Quindi si fermava dietro qualche tronco e studiava il tragitto seguente.
Quando giunse nei pressi del villaggio, vide che tutte le luci erano spente e diede agli altri il segnale di via libera.
“Ecco i fucili” disse Nic indicando quelle terribili armi di morte appese dentro la baracca dell’uomo.
“Bisogna entrare rompendo i vetri e forse il rumore sveglierà l’uomo! Quindi bisogna tirarli giù velocemente e portarli dove possiamo prenderne un po’ per uno e portarli via: ma uno solo deve entrare nella baracca. Solo uno perché nel rompere i vetri ci si farà male e sarà difficile prendere i fucili feriti: vado io che sono il più veloce ed esperto” disse il vecchio lupo grigio.
“No, vado io! Sono il più piccolo e riuscirò a spiccare un salto che mi consentirà di ferirmi solo di striscio e passerò attraverso la finestra senza problemi. Poi aprirò la porta della baracca e voi prenderete i fucili!” rispose Nic e tutti si guardarono pensierosi.
“Il dolore delle ferite dei vetri ti impedirà di andare a fondo della missione, Nic!” disse il padre, preoccupato per la sua vita.▓
“Non temere, papà! Ce la farò! Loro vogliono uccidere Stella ed io non glielo permetterò! Dammi la tua fiducia!” replicò Nic e suo padre scorse nei suoi occhi una rabbia profonda verso chi voleva privarlo della sua adorata Stella.
“Nic ha ragione! Ce la farà, ne sono certo!” disse Grande Orso Saggio e il grande cervo, commosso dalle parole e dal coraggio del giovane lupo, confermò.
“Porta indietro la vita, figliolo! Noi siamo con te!” gli disse suo padre e subito il lupo si appostò.
Mentre fissava la baracca, cercando il punto migliore da dove spiccare il salto, il suo sguardo salì al cielo stellato e si fermò alla stella che lei gli aveva donato.
“Dille che, anche se non torno, io ci sarò per sempre e la proteggerò per sempre ed un giorno ci ritroveremo e nessuno mai ci potrà più dividere” disse Nic alla stella e, con in cuore il sorriso di lei, si preparò.
Un attimo dopo, la porta della baracca era spalancata, i fucili erano già in bocca ai quattro coraggiosi animali e Nic, ferito dai vetri, correva alla testa del gruppo verso il bosco. Dietro di loro, l’uomo correva tentando di riprendersi il suo tesoro di morte.
Ed era quasi vicino a raggiungerli, quando Grande Orso saggio si fermò, si girò e sollevò le zampe anteriori emettendo un ruggito terribile.
Terrorizzati, gli uomini si fermarono e corsero indietro al villaggio.
Alle prime luci dell’alba, la spedizione raggiunse il bosco e trovò tutti gli altri animali in ansia ad attenderli.
Come giunsero al sicuro, Nic lasciò cadere i due fucili che portava in bocca e si accasciò al suolo stremato dalla stanchezza e dalle ferite.
“Presto, bisogna soccorrerlo! Ha bisogno di riposo!” disse suo padre, avvicinandosi al coraggioso figliolo e leccandogli il muso.
“Nic, io sono qui e resterò accanto a te finchè non guarirai!” disse Stella leccando l’orecchio del lupo.
“Sto bene, Stella! L’uomo ora non potrà più uccidere né te, né altri animali!” sussurrò Nic e cercò di abbozzare un sorriso a lei che lo guardava con infinita tenerezza.
“Ci sono anche io, amico mio! Ora riposa. Veglieremo noi il tuo sonno!” disse commosso Piccolo Orso Sorridente e rimase accanto al lupo senza addormentarsi.
“La stella ti ha detto?” chiese Nic a Stella.
“Sì, mi ha detto e spero abbia detto anche a te…io ci sono e ci sarò sempre…Ora riposa…” rispose lei con gli occhi lucidi di commozione, mentre Nic si addormentava sereno della sua vicinanza.

Capitolo 5


Nic si rimise in piedi molto velocemente e Stella e Piccolo Orso Sorridente rimasero accanto a lui finché non lo videro correre di nuovo insieme a loro.
Passarono i giorni e, sul finire dell’estate, Piccolo Orso Sorridente un giorno confidò all’amico: “Credo che il prossimo anno metterò su famiglia. Dolce Orsetta ed io abbiamo scoperto di essere innamorati l’uno dell’altra”.
Nic ascoltò in silenzio l’amico e poi, con un bel sorriso, rispose: “sono molto felice per te, amico mio! D’ora in poi, Dolce Orsetta sarà per me una grande amica come tu sei.. Andiamo a dare la bella notizia a Stella!” e, pronunciando il nome di lei, distolse lo sguardo, affinché l’amico non notasse che gli occhi gli brillavano di una dolce e triste commozione.
Ma il giovane orso, che ben conosceva l’amico, disse: “Credo di sapere cosa c’è nel tuo cuore, amico mio! Il mio saggio padre mi racconta spesso di boschi dove ciascun animale è nemico degli altri, gli orsi sono temuti da tutti, i cerbiatti fuggono alla vista dei lupi e quelli che non riescono a fuggire finiscono sbranati da loro. Nel nostro bosco, invece, la concordia regna sovrana fra tutti noi, il cibo si spartisce senza risse e nessun animale oserebbe neppure offendere un altro anche se più piccolo o diverso da sé. Ed in questo bosco è accaduto che un orso, un lupo ed una cerbiatta abbiano instaurato fra loro un patto d’amicizia saldo come pochi al mondo. Ed è anche accaduto, io vedo, che il lupo e la cerbiatta si siano accorti di provare l’uno per l’altra un sentimento più totale dell’amicizia, lo stesso sentimento che unisce me e Dolce Orsetta…”.
Nic ascoltò attentamente l’amico e, quand’egli ebbe finito di parlare, lo fissò intensamente e disse: “Sei un grande amico, Piccolo Orso Sorridente! E, come tale, hai saputo leggere chiaramente nel mio cuore. Stella è per me tutti i sogni più belli e mai potrei Amare un’altra creatura. Ma anche nel nostro magico bosco, lupi e cerbiatte non possono Amarsi e formare una famiglia…Quindi io lascerò che il mio Amore per lei abiti nel mio cuore in silenzio. Sarò un lupo solitario, ma ogni volta che guarderò il cielo, vedrò brillare la stella che lei mi ha donato e, in silenzio, attraverso quell’astro luminoso, le dirò quanto l’Amo…”.
Il giovane orso sorrise all’amico e, dandosi una scrollata per scacciare la commozione, disse: “Sei un grande lupo, Nic!...su, andiamo a cercare Stella!”.
Stella stava correndo insieme ad altri cerbiatti nella radura quando vide apparire all’orizzonte i due amici e, senza pensarci su due volte, lasciò i compagni di gioco e corse verso di loro.
“Ciao Stella!” disse Nic, guardandola incantato.
“Ciao Nic!” rispose lei, perdendosi nello sguardo di lui.
“Ehm! Ehm!” tossicchiò Piccolo Orso Sorridente; “Ciao Stella! Sono venuto a comunicarti che la prossima primavera Dolce Orsetta ed io ci sposeremo e tu e Nic siete sin d’ora invitati alla festa di nozze!”.
“Che bella notizia! Appena vedrò Dolce Orsetta, mi congratulerò con lei! Diventeremo grandi amiche!” disse allegra Stella.
Piccolo Orso Sorridente la guardò e aggiunse: “sei una grande e preziosa amica, Stella!”.
Stella sorrise e guardò Nic che la fissava con infinita dolcezza.
“Bene, amici! Ora vado a cercare Dolce Orsetta! A più tardi!” disse Piccolo Orso Sorridente e si allontanò col suo passo saltellante.
Stella e Nic rimasero soli e lei abbassò la testa e gli mostrò sull’orecchio il fiore che lui le aveva donato.
“Lo conservi ancora?!” disse confuso e stupito Nic.
“Ti promisi che lo avrei conservato per sempre, ricordi?...Tu sei speciale per me e lo sai bene…ed io spero di esserlo per te…” disse lei, senza osare guardarlo.
“Tu sei molto più che speciale per me e lo sai bene…sei tutto ciò che di più bello esista nel mio mondo…sei il fiume, la cascata, il bosco, la radura, il cielo, il sole e la stella più lucente dell’universo…e sei nel mio cuore sempre…lo sarai per sempre…e mai nessuna sarà ciò che tu sei perché tu sola sei il mio cuore” disse lui con voce commossa, senza distogliere lo sguardo da quello di lei.
“Oh Nic!...Anche tu sei tutto questo per me…ma, sebbene in questo nostro bosco tutti siamo amici, una cerbiatta e un lupo non possono Amarsi…ed io sono infinitamente triste per ciò…Io non voglio accanto un cervo che non amo…vorrei te…ed ogni notte chiedo alla stella di parlare al buon Dio e chiedergli di trasformare entrambi in due creature della stessa razza per poterci Amare e stare insieme per sempre” disse Stella con gli occhi lucidi di pianto.
“Anche io, ogni notte, chiedo questo alla stella…vedrai, piccola, che un giorno il buon Dio ci ascolterà…ma ora, ti prego, sorridimi e corri insieme a me fino alla cascata” concluse il lupo e, dopo aver strofinato il muso contro quello di lei, presero a correre verso la roccia da cui sgorgava la cascata.
“Sai, Stella, quando guardo la cascata provo tanta forza…eppure una strana sensazione…quel rivolo d’acqua che sgorga dalla roccia, secondo me, si sente solo…ce ne dovrebbero essere due…tu cosa pensi?” disse Nic soffermandosi su quel pensiero.
“Penso che hai ragione…anche quel rivolo d’acqua dovrebbe avere accanto un altro rivolo, anche se diverso, ma che lo Ami come tu Ami me ed io Amo te” rispose la cerbiatta e appoggiò la testa contro quella dell’Amato lupo.
“Vuol dire che da questa sera, oltre ciò che sai, chiederemo entrambi al buon Dio di dare un amico a questa solitaria cascata” disse Nic e rimase in silenzio con la testa di lei appoggiata contro la sua.
Arrivò agosto e un mattino Stella corse da Nic e gli chiese: “Stanotte cadranno le stelle…la mia mamma mi ha detto che quando si vede cadere una stella, si avvera un desiderio…vieni a guardarle nella radura insieme a me?”.
“Me lo ha raccontato anche la mia mamma…e anche Piccolo Orso Sorridente lo sa e andrà con Dolce Orsetta nella radura a guardare le stelle…tu ed io, invece, se vuoi, le guarderemo dall’altura…lì sembrano più vicine e forse il buon Dio ci sentirà meglio quando gli parleremo” rispose Nic dolcemente.
Quando giunse la sera, Stella e Nic corsero sull’altura e si sedettero accanto a fissare il cielo. Il pelo dell’uno sfiorava appena quello dell’altro ed entrambi erano fermi e silenziosi a condividere quel grande sentimento che li univa.
“Eccola!” esultò Nic, indicando a Stella il bagliore luminoso nel cielo.
Rimasero entrambi rapiti a guardare ed un identico desiderio salì dai loro cuori al cielo, preghiera dolcissima a colui che governa il vivere del mondo.
E quando il buio fu tornato nel cielo, Nic si volse verso di lei, sfregò il muso contro il suo e disse: “Un giorno saremo insieme…ed io ti Amerò per sempre…per ogni nostra vita…e se rinasceremo lontani, io ti cercherò e ti ritroverò e ti Amerò…”.
“Anch’io ti Amerò per sempre e ci sarà una vita che ci unirà…” rispose lei, mentre una lacrima le brillava negli occhi.
Poi, in silenzio, tornarono al bosco.

Capitolo 6


Quando arrivò il primo freddo, Nic riprese ad andare a cercare cibo nei pressi del villaggio dell’uomo e Stella a cercare erba nella radura.
“Stai sempre attenta, Stella! L’uomo arriva all’improvviso ed in silenzio…credo abbia nuovi fucili con sé” ripeteva spesso Nic alla sua adorata cerbiatta.
“Starò attenta, Nic, prometto!” ripeteva lei, certa che nulla avrebbe potuto mai distruggere quel mondo incantato nel quale vivevano.
Cadde la prima neve e i due giovani innamorati ripresero a giocare su quel soffice manto. Nic spesso si fermava e con le zampe ed il muso disegnava sulla neve una cerbiatta e diceva a Stella: “Ora sei la regina della neve!”.
Stella era felice e commossa e lo guardava incantata da quelle magie che lui sapeva creare per lei.
Una notte, i cervi decisero di avvicinarsi di più al villaggio dell’uomo per cercare cibo.
Nic andò dal vecchio cervo e, con la certezza di un maschio adulto e coraggioso, gli disse: “Conosco bene quel percorso e le azioni dell’uomo…vi prego di farvi guidare da me!”.
“Sappiamo tutti molto bene che sei un lupo audace ed esperto…Grazie, Nic! Se vuoi, potrai guidarci nella spedizione!” rispose il grande cervo, sorridendo al giovane lupo.
Appena scesero le tenebre, la spedizione fu pronta a partire e Nic, affiancato da Stella, si pose alla guida del branco.
“Segui ogni mia mossa, Stella! E, se dico ‘giù’, buttati per terra e rimani immobile!” raccomandò lui.
La cerbiatta annuì e lo affiancò nella corsa, seguendo ogni sua mossa con la massima attenzione.
Nic scrutava l’orizzonte, faceva deviazioni per seguire strade sicure, ma non perdeva d’occhio un solo istante lei.
In breve, videro apparire in lontananza le case degli uomini e Nic portò il branco al sicuro dietro alcuni alberi.
“Attendete qui in silenzio! Vado ad esplorare la situazione e torno a chiamarvi se tutto è tranquillo. Ma se sentirete degli spari o il mio ululato, scappate più in fretta che potete fino alle rocce e rimanete nascosti lì senza muovervi. Se vedranno me, gli uomini non cercheranno voi. Loro non possono comprendere l’amicizia fra razze differenti e mai crederebbero che un lupo possa guidare dei cervi!” raccomandò Nic.
“Io vengo con te! Sono veloce e so starti al fianco!” disse Stella.
Ma Nic la fermò e rispose: “No! Tu devi restare con loro e correre a metterti in salvo in caso di pericolo! Se tu fossi con me, dovrei pensare a proteggere te e forse mi farei scoprire. Resta con loro, piccola! Io tornerò velocemente!” e, senza lasciarle il tempo di replicare, partì di corsa in direzione del villaggio.
La sua sagoma agile e scattante si stagliava nella fioca luce della luna che stava ricoprendosi di nuvole scure.
Stella non lo perdeva d’occhio e sentiva il cuore stretto in una morsa d’ansia e di paura mai provata prima di allora.
D’un tratto, il suo sguardo si sollevò verso il cielo e vagò a lungo, cercando invano la loro stella. Le nubi erano grosse e scure e, d’improvviso, anche l’ultimo chiarore del fioco raggio lunare scomparve e fu il buio assoluto.
I cervi tutti tacevano ed un brivido corse nel branco.
“Buon Dio, fallo tornare!” mormorò Stella.
Ma in quell’istante, un bagliore in lontananza ed il suono di morte di una fucilata, seguita dall’ululato di Nic, gettarono lo scompiglio nel branco e tutti presero a fuggire verso le rocce.
Solo Stella rimase immobile per un istante e poi si lanciò correndo sulle orme del suo lupo.
Lo vide correre verso di lei zoppicando e lo sentì urlare: “Scappa, Amore mio!”…poi non udì più nulla.
Due colpi di fucile le trapassarono il cuore ed ella cadde esanime ai piedi del suo Amato lupo che, invano, aveva tentato di salvarla.
“Stella! No! Rispondi, Amore mio!...Stella…Stella…Amore…” urlò Nic tentando di farla rinvenire strofinando il muso contro quello di lei.
Ma i suoi grandi occhi verdi non brillavano più e il suo cuore aveva cessato di battere.
Sul suo orecchio aveva ancora il fiore che lui le aveva donato.

Capitolo 7


“Abbiamo preso un cervo! Andiamo a cercare il suo corpo! Il lupo è scappato e non tornerà!” urlò concitato il capo del villaggio.
Gli occhi di Nic erano pieni di lacrime e la profonda lacerazione che aveva alla zampa destra sanguinava abbondantemente e lo faceva barcollare. Ma non poteva permettere che gli uomini avessero il corpo di lei.
Chiamò a raccolta le poche forze che ancora gli restavano e, afferrata una zampa di lei con la bocca, la trascinò fino alle rocce e giunse nei pressi della cascata, al sicuro dai loro aggressori.
Le forze stavano ormai per abbandonarlo definitivamente, quando sentì dietro di sé la voce del suo amico Piccolo Orso Sorridente: “Nic, amico mio! Sei vivo! E Stella?...la tua Stella?:::” Nic lo guardò in silenzio e poi volse lo sguardo disperato verso il corpo esanime di lei.
“Stella! Oh no!...Perché proprio lei?...” pianse Piccolo Orso Sorridente, sfregando il muso sulla testa dell’amica cerbiatta morta.
Nic intanto si era accucciato accanto al corpo di lei.
“Vieni al bosco Nic…non puoi fare più nulla per lei…devi curarti…noi tutti ti vogliamo bene…ti porterò io…” disse l’orso all’amico lupo.
Ma Nic rimase immobile dov’era e rispose soltanto: “Io non la lascerò!”.
Poi, sfregò il muso contro quello di lei e rimase lì ad attendere di ritrovarla.
L’orso corse al bosco a chiamare suo padre e gli altri animali per convincere Nic a mettersi in salvo, ma quando giunsero alla sommità della cascata, Stella e Nic dormivano entrambi, le zampe intrecciate, i musi vicini, uniti in un bacio senza tempo e il piccolo fiore accanto a loro, mentre nel cielo era tornata a brillare la loro stella.
Tutti si fermarono e tacquero in religioso rispetto ed Orso Saggio si schiarì la voce e disse: “Ora Stella e Nic corrono felici insieme in un mondo dove anche cerbiatti e lupi possono Amarsi”.
E piccolo Orso, con voce commossa, aggiunse: “Un giorno, noi tutti torneremo a nascere ed io so che Nic e Stella si incontreranno ancora e spero sia in una vita nella quale nulla possa mai più impedire al loro Amore di vivere sotto il sole!”:
“Guardate!” esclamò la mamma di Nic e tutti si volsero stupiti a guardare la cascata.
Accanto al ramo solitario, un secondo ramo aveva preso a scorrere come per magia e, al termine del balzo, i due rami si fondevano in un unico fragoroso ruscello che raccoglieva le acque e s’incamminava verso la valle.
“Nic e Stella sono già insieme…per sempre…e nessuna fucilata potrà mai più dividere le loro vite!” disse il grande cervo, guardando quel miracolo d’Amore.

Capitolo 8

Nicola terminò di scrivere il racconto che era notte inoltrata.
I suoi compagni di stanza dormivano già
Con gli occhi lucidi di commozione, ripose i fogli e la penna nel cassetto del comodino e spense la luce.
Il suo sguardo vagò a lungo nel blu notturno del cielo che scorgeva oltre i vetri della finestra accanto al suo letto d’ospedale.
Un dolore sordo gli attanagliava il cuore. Nessuna stella brillava in quel rettangolo di blu.
Chiuse gli occhi e strinse il telefonino fra le mani, quasi chiedendogli di dargli un segnale.
Ma il telefono rimase muto e, pian piano, il sonno prese il sopravvento sul dolore.

Quando le porte dell’Ospedale si chiusero alle sue spalle, era una calda mattina di fine maggio.
Col suo zaino in spalla, Nicola andò alla sua auto e partì.
Trascorsero alcuni mesi.
Nicola riprese a lavorare come boscaiolo e a disegnare col suo pc.
In ogni ritaglio di tempo, trascriveva a computer quella favola scritta nel suo letto d’ospedale.
Quando le ultime righe furono trascritte e le immagini tutte trovate, egli mise in funzione la stampante e il libro venne fuori quasi per magia.
Poi si alzò, si avvicinò ai vetri della finestra e guardò il cielo.
Una stella brillava nel blu della notte e lui ringraziò Dio di esistere.











L’autore

nic2calzini è lo pseudonimo che mi sono scelto perché sono molto più simile al lupo 2calzini del romanzo “balla coi lupi” che agli animali a due gambe che mi circondano e vivono costruendo castelli non di sogni, ma di soldi.

non saranno i miei scritti a cambiare il mondo e a far nascere l’Amore dove l’unica forma di amore (bada bene, minuscolo) è quello per il denaro e il potere, ma spero portino un sorriso nel cuore di coloro che credono nei sentimenti veri, forti, leali.



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Roxy55

Registrato dal: 26-06-2009
| Messaggi : 3590
  Post Inserito 29-09-2009 alle ore 17:39   
ciao Nicholas.. mi legero' con calma il tuo lungo racconto per gustarmelo meglio.

Intanto sono contenta per Hollie.. come nel mio caso vale il concetto che "nessuna nuova buona nuova" di piu' dai medici per questa malattia non avremo.Nessuno ti dira' benissimo e' guarita ma a ogni controllo negativo avrai guadagnato tempo. Io la prossima eco l'avro tra 2 mesi e poi di nuovo ogni 2 mesi. Tra l'altro quella di ieri non me l'hanno fatta pagare in quanto la prima di controllo mi hannod etto che fa parte del protocollo..

Sarebbe stato bene che quella ****** della veterinaria che l'ha operata avesse fatto bene il suo lavoro e sapere ora se i margini erano puliti.. ma ormai le cose stanno cosi'.

Hai fatto bene a rifiutare la chemio, leggo ovunque che non funziona sul firosarcoma, sembra funzioni in un buon numero di casi la radioterapia ma in italia la fanno solo vicino a Bologna, e solo da pochi mesi, oppure si va all'estero a Vienna o a Lubiana .. (letto qui sul forum..)!!

Quindi la chemio che ha le sue ripercussioni sul fisico sarebbe solo deleteria.. sempre qui nel forum ho letto della elettrochemio che sembra funzionare ma sembra che la facciano solo a roma ....

A rileggerti quanto prima, intanto spiega a Hollie che ha tanti amici che tifano per lei qui nel forum (inclusi i loro pelosi..)




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kami

Registrato dal: 20-07-2009
| Messaggi : 962
  Post Inserito 29-09-2009 alle ore 18:38   
ECCo,ora ho pianto anche per la tua favola,bellissima


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nikka

Registrato dal: 25-02-2009
| Messaggi : 1806
  Post Inserito 29-09-2009 alle ore 18:53   
Idem...


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nicholas

Registrato dal: 20-09-2009
| Messaggi : 641
  Post Inserito 29-09-2009 alle ore 19:28   
domani i manderò una foto della cascata dellla favola...
siete tutti veramente speciali e credo il merito sia dei nostri pelosetti...
i miei hanno appena finito di mangiare i miei bastoncini di pesce...sono vegetariano, ma il pesce ogni tanto lo mangio...ops, lo mangiamo tutti e 6 insieme...approfittando che la moglie non c'è e non ci rimprovera di approvvigionarci tutti dallo stesso piatto...
ora vado da una persona sgradevolissima per un lavoro...non so cosa darei peer non andare ma devo...
i pelosetti devono mangiare...
a dopo, vi leggerò sul tardi.
ciao e grazie


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nicholas

Registrato dal: 20-09-2009
| Messaggi : 641
  Post Inserito 29-09-2009 alle ore 20:16   
appuntamento spostato alle 21.30.
ecco, queste sono le persone che detesto...
e per fortuna che ora ho la macchina altrimenti...

domattina vorrei andare a vedere i cervi...speriamo riesca...sono spaventatissimi dalla caccia...penserò a tutti voi e ai vostri pelosi mentre sono su...forse lì, lontani dalla gente come quella dove mi tocca andare dopo, tutto acquista un sapore diverso...

io sarò anche scemo o folle, ma quando ho un problema, vado al fiume, mi siedo e gli racconto...e lui mi risponde...esattamente come mi rispondono i miei piccoli...è la gente che sa rispondere poco...dico la gente, non voi che siete come me...più vicini ai quattro zampe che a ai due gambe...

a me dicono spesso "ah certo che fra animali vi capite" ed io rispondo "certo, sono come loro, uno di loro e sono felice di essere uno di loro e non uno di voi"...

perchè loro sono la parte migliore di ciascuno di noi...sono la parte che solo pochi hanno il coraggio di essere...

che filosofia stasera!
sarà la tensione accumulata da ieri sera...




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