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  >>  Gatto  >>  VECCHIAIA DEL GATTO. - Discussione n 13400 - PermaLink
   VECCHIAIA DEL GATTO.
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omero

Registrato dal: 19-01-2007
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  Post Inserito 28-09-2007 alle ore 18:24   
VECCHIAIA DEL GATTO:

L'invecchiamento inizia in genere intorno ai 10 anni.
La durata della vita è condizionata da: razza, discendenza, alimentazione, clima e sesso.
I gatti di appartamento, sterilizzati (che non hanno più la possibilità di riprodursi), che hanno trascorso un'esistenza tranquilla, possono arrivare fino ai 15 - 20 anni di età.
Il gatto raramente si allontana da casa.
Col passare degli anni, diminuisce la sua curiosità e la sua aggressività.
Dorme molto più a lungo.
L'attività fisica si riduce a causa dell'artrosi e della perdita di tono e massa muscolare. E' necessario cercare di invogliare il gatto a muoversi, dedicandogli ogni giorno un po' di tempo per giocare insieme.

Si altera il metabolismo: i gatti hanno un fabbisogno energetico che rimane inalterato con l'età, ma in vecchiaia non riescono più ad assorbire i grassi in maniera efficiente e spesso dimagriscono (l'obesità è in genere un problema dei gatti di 6 - 8 anni).
Il mantello perde di brillantezza e l'animale non è più in grado di tenerlo pulito da solo. E' necessario spazzolarlo quotidianamente per evitare l'insorgere di dermatosi.
Vista e udito progressivamente si affievoliscono.
Prima di prendere in braccio il gatto, bisogna segnalargli la nostra presenza con una mano davanti al muso, con il suono della nostra voce o con una carezza.
I denti cadono. Occorre prestare particolare attenzione all'alitosi che può essere sintomo di infiammazioni gengivali.
Anche i tumori si sviluppano più facilmente in età avanzata, dopo i 10 anni.

E' sempre difficile attribuire l'età ad un gatto, salvo, naturalmente, verso la fine della sua vita.
Gli stessi veterinari talvolta sono tratti in inganno; come avviene per gli esseri umani alcuni felini in eccellente stato di salute nascondono bene la loro età.
In più, contrariamente ai cani, i gatti conservano, nonostante gli anni, un pelo brillante, il passo agile e l'orecchio fino. Il loro istinto al gioco, alla caccia o all'appostamento diminuisce di poco. Soggetti di 14 o 15 anni possono dimostrarne dai 5 ai 7 di meno.

Tuttavia, all'avvicinarsi dei dieci anni di età, cominciano a notarsi alcuni segni di invecchiamento: la pelliccia è meno folta, alcuni peli bianchi compaiono sul muso, gli occhi sono meno brillanti (in genere si tratta di un inizio di cataratta).
Il gatto comincia a prendere alcune abitudini: per esempio, se ne sta sempre più a lungo seduto ed immobile, estremamente calmo, in genere appollaiato su un mobile che gli serve da osservatorio, a sorvegliare la vita della casa… e a dormire.
Questi periodi di riposo occupano il felino della terza età per lunghe ore della giornata, anche se dorme tutta la notte. La minore attività fisica che ne risulta gli fa generalmente guadagnare qualche chilo.
Del tutto naturale, questo fenomeno non deve preoccupare, a condizione che non sia esagerato.

Verso i dieci anni il proprietario potrà notare un calo dei bisogni alimentari del suo compagno: dovrà allora tener conto di questa nuova condizione e proporgli una dieta adeguata.
Eviterà assolutamente di viziarlo, anche se l'animale è goloso e protesta, perché, sebbene gli sia permesso di "arrotondarsi" un po', bisogna evitare che ingrassi. Un peso eccessivo rappresenterebbe, infatti, una fatica supplementare per i suoi muscoli, per la sua ossatura e per il suo cuore che, con l'età, diventano inevitabilmente più fragili.
L'ideale è preparargli piccole porzioni appetitose composte di carne rossa o bianca di buona qualità, pesce, verdura fresca, riso, un po' di lievito di birra, qualche cucchiaino di olio d'oliva, calcio vitaminizzato ed acqua minerale. Le quantità verranno progressivamente ridotte, fino ad arrivare ad un quarto delle porzioni che divorava da giovane, e saranno suddivise in tre pasti giornalieri.
Forse ancora più di quando era giovane, il gatto anziano ha bisogno delle vitamine contenute in certi alimenti. Potrà in tal modo conservare la sua agilità e mantenere più a lungo l'attrazione per il gioco che caratterizza la sua specie. Certo non avrà più la voglia irrefrenabile di correre dietro ad un gomitolo, al tappo di una bottiglia o, in alcuni casi, ad un topo. In certi momenti apparirà addirittura indifferente e apatico perché il suo corpo stanco non risponde più alle sollecitazioni dell'ambiente.

Per quanto riguarda la sessualità, le manifestazioni dell'invecchiamento sono più evidenti. Il felino che si avvicina ai dieci anni sembra disinteressarsi a poco a poco all'altro sesso.
Il maschio, che spariva a volte per giorni interi alla ricerca di qualche femmina da sedurre, comincia a preferire il comfort della casa e la dolcezza della vita sedentaria. Non pratica più, ad esempio, i preamboli dell'atto sessuale, quelle sedute interminabili che suscitavano tra l'altro l'ammirazione dei suoi padroni, ore passate ad attendere il consenso di una gatta, ad avvicinarsi a lei centimetro per centimetro, sempre attento a non farsi "sorpassare" da un rivale. Non partecipa più alle riunioni notturne dei felini.
La femmina, dal canto suo, continua ad avere i suoi calori fino a tarda età e, apparentemente, la sua attività sessuale si mantiene intatta. I suoi parti possono però presentarsi più difficoltosi ed il numero dei nati diminuisce per ogni cucciolata. I cuccioli, inoltre, possono essere più piccoli alla nascita e la frequenza dei nati morti o dei morti dopo il parto di solito aumenta. Dopo i dodici anni, poi, anche se si accoppia, difficilmente rimane gravida.

Se con gli anni si mostra più tranquillo, se si strofina meno spesso contro le gambe del suo padrone e se reclama meno carezze, tuttavia il gatto che invecchia continua ad avere bisogno di affetto, anzi, ne ha più bisogno che nei primi anni di vita.
Le carezze, i giochi, le paroline affettuose lo riempiranno di gioia.
Quando il gatto è in età avanzata, i suoi padroni sono spesso tentati di adottarne uno più giovane che, forse, li aiuterà a sopportare la scomparsa del loro vecchio amico. Questa nuova presenza può talvolta stimolare il gatto anziano, ma questi può anche reagire molto male e vivere tale esperienza con difficoltà, soprattutto se è sempre stato il solo animale della casa.
In quest'ultimo caso è meglio aspettare la sua scomparsa prima di raccogliere un nuovo animale. Al contrario, se il gatto ha sempre vissuto in compagnia, la presenza di un altro animale non gli sarà sgradita.

Il gatto, verso i dieci anni, entra nella sua terza età, ma per questo motivo non deve essere considerato prossimo alla morte. Nei felini, infatti, questo periodo può protrarsi per anni. Non è quindi raro vedere un animale raggiungere i diciotto o i venti anni; questa longevità è a volte stupefacente: il record è a tutt'oggi di trentasette anni.
Di sicuro i gatti vivono più a lungo dei cani, la maggior parte dei quali non supera i sedici anni. L'animale che è stato nutrito in modo equilibrato, che ha condotto una vita calma e regolare, vive solitamente più a lungo. In genere, i gatti castrati sono più longevi.

I gatti hanno un loro orgoglio, si dice, e questo ci fa credere che non vogliano renderci manifesto un loro malessere. Ecco perché non è facile per chi possiede un gatto scoprire cosa fa soffrire il suo compagno, localizzare le parti del suo corpo che la vecchiaia intacca. E poiché nessun lamento arriva ad attirare la sua attenzione, il padrone dovrà essere vigile, soprattutto per quanto riguarda eventuali modifiche del comportamento che sono in generale rivelatrici: un'improvvisa acredine nel carattere, gesti bruschi, assenza totale di interesse al gioco, isolamento sistematico. Ma, proprio per il suo silenzio, anche la più grande attenzione non sempre permetterà di individuare una disfunzione o una malattia, per cui è necessaria, quando il gatto raggiunge i dieci anni di età, una visita semestrale dal veterinario. Alcuni veterinari consigliano perfino di procedere ogni anno a vari esami, tra cui il controllo di alcuni parametri ematici (azotemia, glicemia, emocromo), un esame dell'urina ed eventualmente una radiografia.

C'è da augurarsi che il nostro piccolo compagno, giunto al termine della sua "corsa", vada incontro alla morte addormentandosi senza soffrire.
In questo caso il gatto perde all'improvviso tutti i riflessi, le sue pupille si dilatano totalmente, il suo corpo si raffredda e si irrigidisce.
Ma può accadere, purtroppo, che l'animale venga colpito da una malattia incurabile e non mostri più alcun piacere a mangiare, vagabondare, vivere. Se non si può più alimentare, se non riesce più ad espletare le sue funzioni, se sopporta male i dolori, se non fa più le fusa, il suo proprietario dovrà decidersi a consultare un veterinario, che prenderà eventualmente la decisione di praticargli l'eutanasia. Questa è una scelta dolorosa per il padrone, ma è un gesto d'amore nei confronti del gatto che porrà fine alle sue sofferenze.

{tratto da "Grande Enciclopedia del Gatto" De Agostini, vol. 3}



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