|
omero
Registrato dal: 19-01-2007
| Messaggi : 6576
Post Inserito 28-09-2007 alle ore 17:28   |
PARASSITI ESTERNI:
ACARI DELLA ROGNA
Provocano una infiammazione con molto prurito, caduta di pelo e croste soprattutto sulla testa, sulle orecchie e sul collo. Molto contagiosa tra animali della stessa specie o di specie diverse, non presenta alcun pericolo per l'uomo: la diagnosi può essere fatta solo con l'osservazione al microscopio degli acari.
FUNGHI
Le cosidette micosi cutanee provocano lesioni che si presentano con zone senza peli o con peli spezzati nonché irritazioni. Esistono casi in cui soggetti ammalati non presentano i sintomi di questa malattia. Queste affezioni cutanee possono essere contagiose per l'uomo.
PULCI
Le pulci sono insetti ematofagi, si nutrono quindi del sangue di cani e gatti. Si differenziano dagli altri insetti perchè sono appiattite lateralmente e dotate di forte muscolatura che consente di fare grandi salti (33 cm in altezza e 50 cm di lato). Le specie che si ritrovano più frequentemente sugli animali da compagnia nel nostro paese sono: Ctenocephalides felis felis (specie dominante sia su gatti sia su cani) e Ctenocephalides canis.
Ciclo vitale:
Il ciclo biologico della pulce prevede 4 stadi: - uovo - larva - pupa - adulto.
Solo le pulci adulte si comportano da ectoparassiti permanenti, cioè non si allontanano mai dall'ospite sia esso cane o gatto. Dei 4 stadi la fase adulta occupa solo il 5% dell'intera vita della pulce. Dopo il "pasto di sangue" maschio e femmina si accoppiano e dopo 1-2 giorni la femmina depone 40-50 uova al giorno per un totale di 2.000 uova nell'arco della vita. Le uova deposte non restano sull'animale ospite ma cadono al suolo. Dopo circa 2 giorni le uova si schiudono e escono le larve che tendono ad approfondirsi nel materiale del nido (fessure del pavimento, della cuccia, tappeti, cuscini) e si nutrono delle feci degli adulti (utilizzando l'emoglobina contenuta nelle feci come nutriente). Le larve evolvono in 8 giorni quindi si impupano in un bozzolo di seta. Dopo 15 giorni circa emergono gli adulti attratti dalle fonti di anidride carbonica (CO2), dal calore e dalle vibrazioni del suolo.
Per il trattamento e il controllo delle infestazioni da pulci occorre considerare l'ambiente domestico, che rappresenta l'habitat ideale e l'elevato potenziale biotico del parassita, cioè la capacità di deporre un elevato numero di uova che si disperdono soprattutto nei luoghi frequentati dal cane o dal gatto. Per essere efficace il trattamento deve riguardare sia l'ospite (dove si è insidiata la pulce adulta) sia l'ambiente (dove si trovano le larve e le pupe). Oltre ai classici adulticidi (preparati che agiscono direttamente sulle pulci adulte) esistono regolatori di crescita che agiscono sulle forme in via di sviluppo. Vengono somministrati al cane o al gatto in modo da essere consumati dalle pulci adulte durante il pasto di sangue. I principi attivi vanno poi a finire nelle feci dei parassiti. Attraverso le feci vengono quindi assunti dalle forme larvali. L'effetto è l'inibizione della capacità delle larve di svilupparsi. Tenere sotto controllo l'ambiente è molto importante soprattutto per quei cani o gatti che presentano forme di dermatite allergica da pulci causata dalle sostanze presenti nella saliva dei parassiti. La trasmissione di malattie da parte delle pulci non è un grande problema negli ospiti naturali come il cane e il gatto. Si sospetta invece la capacità di trasmettere alcune patologie all'uomo, soprattutto ai bambini. Questo rappresenta un problema sanitario importante.
ZECCHE
Il posto d'onore tra tutti i parassiti che infestano i nostri animali domestici, e che possono procurare fastidi anche a noi, spetta senza dubbio alle zecche. La bibliografia veterinaria è piena di scritti sulla malattia di Lyme. Meno nota agli specialisti ma altrettanto dannosa è la febbre bottonosa, chiamata anche febbre del Carducci. E' frequente nell'area del Mediterraneo ed è legata a un microrganismo che si chiama Rickettsia conori. Questo microbo viene veicolato all'uomo da una zecca, Ripicephalus sanguineus che è la tipica zecca del cane. Il ciclo del Ripicephalus sanguineus è a tre ospiti e passa per tre stadi: - larva - ninfa -adulto. Il microbo presenta un forte dimorfismo sessuale (il maschio misura pochi millimetri, mentre la femmina dopo il pasto di sangue è lunga anche più di un centimetro). Il ciclo si definisce a tre ospiti perché larva e ninfa (gli stadi giovanili) si compiono sull'ospite. Dopo il pasto di sangue abbandonano l'ospite per scendere a terra. Qui avviene la trasformazione nello stadio successivo. A questo punto l'adulto ha bisogno di nuova attività ematofaga (pasto di sangue) per riprodursi. E' proprio durante questo pasto di sangue che il parassita trasmette l'agente della febbre bottonosa all'animale. Normalmente non si manifestano sintomi.
Il rischio per l'uomo:
L'uomo è un ospite accidentale del Ripicephalus sanguineus. Può essere infettato anche entrando semplicemente in contatto con l'emolinfa della zecca. Se viene morso dopo circa una settimana dall'inoculazione, nel punto in cui è avvenuta, si forma un'ulcera rossastra circondata a volte da una crosta nerastra arrotondata (da cui il nome febbre bottonosa). Si hanno poi febbre, cefalee, dolori muscolari ed articolari. I sintomi durano circa una settimana e sono accompagnati dall'eruzione di papule sul corpo. L'esito è generalmente benigno, salvo rari casi.
Vigilanza:
La presenza della febbre bottonosa nelle nostre regioni costiere non deve scatenare allarmi particolari, ma deve indurre a vigilare sul problema zecche soprattutto da parte dei proprietari di cani. Al rientro dalle passeggiate, gli animali vanno ispezionati sulle orecchie, sul collo e sugli arti dove il parassita si localizza frequentemente. Va ispezionato anche il luogo dove l'animale vive e riposa abitualmente. Le intercapedini di legno delle cucce aumentano il "rischio zecca". L'ambiente preferito dal Ripicephalus sanguineus sono i terreni incolti e le aree rurali. La presenza di pecore o animali selvatici favorisce la presenza di questo parassita.
Eliminazione:
Una volta individuata la zecca il metodo migliore per estrarla è quello di utilizzare una pinzetta ricurva per afferrarla alla base del capo e ruotata alternativamente come per "svitarla", una manualità che dovrebbe svolgere comunque il veterinario. In ogni casol'animale andrebbe trattato con prodotti esistenti in commercio repellenti nei confronti delle zecche.
MICOSI O TIGNA
I funghi o miceti sono onnipresenti nell’ambiente e quelli patogeni sono responsabili di patologie noiose dette micosi o tigna che solo raramente sono gravi e spesso si presentano in soggetti predisposti perché magari debilitati o con altre lesioni cutanee. Le lesioni che provocano sono molto variabili, spesso non pruriginose o moderatamente pruriginose, con perdita di pelo senza gravi lesioni cutanee. Spesso hanno l’aspetto di lesioni alopeciche circolari più ò meno grandi con un modesto alone eritematose (arrossamento). Per la variabilità dei sintomi, spesso simili ad altre patologie, non è possibile fare diagnosi certa solo osservando le lesioni ma è sempre necessario un esame colturale che confermi il sospetto di micosi e che identifichi il tipo di fungo responsabile.
PIDOCCHI
Sono parassiti specifici del gatto che vivono sulla cute e morsicandola provocano desquamazione e prurito. Gli insetti adulti si individuano con difficoltà mentre le loro uova biancastre (lendini) sono facilmente visibili sui peli. Non colpiscono l'uomo.
{liberamente tratto da opuscoli generici e richerche internet}
0
|
|
|
 Profilo
|
|
|
|
|