Neo mamma che non allatta- gattini moribondi


Pubblicato in: Gatto

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cle92



18-05-2014 alle ore 15:58, Chiaralagattara wrote:
Quando si tratta di randagi, il discorso può diventare diverso, con molte zone di grigio. "Come prendersene cura?" "Fino a che punto?". Sono domande legittime. Ma se si tratta di animali che vivono nella propria casa! Non ci sono domande da porre!!! Io sono di parte, perché li amo e li curerei tutti, ma non si può; però quando li vedo giocare sul terrazzo, dormire al sole, sereni, è come se il denaro mi tornasse indietro. Non riesco a stabilire un confine tra Tricio (in casa) e i randagi qui fuori. Darei tutto per ognuno di loro, ma per ragioni anche semplicemente pratiche Tricio ha la precedenza. Sembra un discorso così vuoto. Ma di fronte a problematiche, magari economiche, ha senso. In questo caso io non comprendo alcun senso. Adottare un animale e poi non prendersene cura? Come se a me avesse fatto piacere "giocare" a crescermi Arci dalla nascita - dalla placenta - fino a quando, bloccato sul tetto "eh vabbè andata così", quando il gioco si fa duro...si lascia? Oppure correre a liberare il ventre di Sofi dai piccoli morti, con il rischio che muoverla le scatenasse un'emorragia. Oppure aiutare Angelica a partorire 6 gattini morti. Insomma, le disavventure sono all'ordine del giorno, ma del "mio" giorno e di quello di tutte le altre gattare che seguono dei randagi. In una vita media, un gatto che viene ADOTTATO, tutto questo non lo vive! Perché seguito e curato, non si avvicina nemmeno al rischio di contrarre malattie che causano aborti, morti improvvise, malattie respiratorie. E' chiaro che la sfortuna e la disavventura può capitare anche ad un micio casalingo, ma le possibilità di superarla sono 100 a 1 rispetto a quante ne abbia un selvatico.
Litigai a morte con mio padre: aveva due persiani bellissimi, Matilde e Gastone, e li faceva figliare, in maniera controllata, e regalava i piccoli. Fino a qui tutto bene. Una gravidanza di Matilde vide nascere alla luce 5 piccoli, uno inadatto alla vita. Il veterinario di mio padre lo avvisò: potrebbe essere un avviso - sterilizziamo la gatta, che si riposi. Mio padre la diede via. Non per strada per fortuna, ma la diede via! Dopo ANNI! Perché sosteneva che era ingestibile, rubava il cibo dal tavolo Ma conoscendo mio padre, c'era da aspettarselo: lui è completamente sterile agli affetti. Non vivo con mio padre, ma molte di quelle cucciolate le ho seguite io, lui si impressionava durante il parto... Insomma rimasi malissimo. Oltretutto fu una scelta senza senso visto che adesso a 2 gatti a casa (Gastone è sul ponte, per vecchiaia e insufficienza renale), un maschio e una femmina, trovatelli.
A volte non si capisce cosa voglia la gente.
Se adotti un gatto, lo adotti. Se no meglio lasciarlo, anche morire, autonomamente. Guardarlo ammalarsi è fuori discussione!
Qui ho dovuto fare una scelta, la vita ha "selezionato" dei gatti che sono diventati parte della famiglia, e che aiutiamo, limitatamente, ma mettendocela tutta. Se avessi una villa con ettari di giardino, li TERREI TUTTI IN CASA.
Non esiste prenderne uno in casa e trattarlo come se fosse un gatto, randagio, estraneo!



La fatalità esiste quando è davvero tale. Perchè non c'è nessuno, perchè non ci si accorge di nulla, perchè è questione di un attimo e tutto può andare a rotoli. Ma quando c'è un problema, quando si nota che c'è qualcosa che non va e non si interviene, allora è abbandono, trascuratezza. E' tutto ciò che di negativo possa venirmi in mente.
Quando LaUollas ha dovuto portare Ramon dal veterinario quell'ultima volta, quello è stato un gesto di amore, forse il più grande che ci sia. Quando chiara hai preso Arci sul tetto dopo giorni di appostamento, quello vuol dire non arrendersi. Quanti di noi in questo forum hanno portato di corsa il proprio animale dal veterinario perchè qualcosa non andava?
Maledizione.
Mi sto facendo in 4 per trovare una casa ad un povero randagio che da solo non può farcela. Non ho trovato ancora nessuno. E se non gli trovo una casa? Lo dovrei rimettere in strada. Non credo...Temo grosse litigate con mia madre..grossissime...ma non posso lasciarlo da solo...non dormirei la notte...
Prendersi un animale è un impegno. Punto. Non è prendere un peluche che fa quello che dici tu. Sporca, rompe le cose, ti sveglia, si ammala. Se dovessi trovare qualcuno disposto a prendere il piccolo, glielo farò presente. Se non dovessi convincermi, lo terrei io.

Boh forse ho divagato...ma sono abbastanza arrabbiata e triste oggi...Ne ho davvero sentite di tutti i colori.

La_Uollas

Cara Cle, credo che oggi invece dovresti rallegrarti anzichè essere triste, perchè stai dando riparo e aiuto a un dolcissimo piccoletto che ha avuto la fortuna di passare dalle tue parti e incontrare un angelo custode. E lo stesso penso di Chiara, che ha creato un'oasi felice per queste piccole gioie. sapere che ci sono persone come voi e come molti altri che ho conosciuto qui mi ha sempre rincuorato, nonostante le robe orrende che ci tocca vedere con i nostri occhi e che ci vengono raccontate...



[ Questo Messaggio è stato Modificato da: La_Uollas il 18-05-2014 19:26 ]

utente_disattivata

Cle, non voglio dire di più perchè è tua madre..ma spero che per questo piccolo riesca a mostrare un poco di sensibilità, perchè davvero neanche io riuscirei a pensarlo per la strada, spero che tua mamma capisca insomma...

cle92



18-05-2014 alle ore 21:36, paolagr1 wrote:
Cle, non voglio dire di più perchè è tua madre..ma spero che per questo piccolo riesca a mostrare un poco di sensibilità, perchè davvero neanche io riuscirei a pensarlo per la strada, spero che tua mamma capisca insomma...



Non credo che mia madre lo rimetterebbe in strada, non lo ha minimamente pensato...è però vero che non lo vuole in casa...
Diciamo che mi sento già in colpa perchè lo dovremmo tenere...e questo vuol dire che l'ho automaticamente imposto a mia madre...
ma stiamo uscendo off topic...
Concludo dicendo che mi rincuora poter parlare con voi che capite davvero come si sente una persona vedendo un piccolo in difficoltà...e che cerca di aiutarlo