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  >>  Cani di razza  >>  Cane corso, la storia - Discussione n 67129 - PermaLink
   Cane corso, la storia
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Inizio discussione    ( Risposte ricevute: 2 )
Alexio

Registrato dal: 19-06-2008
| Messaggi : 446
  Post Inserito 05-06-2011 alle ore 00:44   
Il Cesare dormiva sul suo trono d’avorio
e vennero le ferree sue legioni
a sconfiggere un Re in una terra ignota
e una razza sconosciuta
DA: il Canto di Bran, le campagne di Cesare in Britannia.
Un salto indietro di migliaia di anni, questo dovremmo fare per trovare le origini del cane corso, tutti sono d’accordo, il sangue è quello dei vecchi molossi assiri da guerra, cani dalla testa leonina e dal muso corto, pelo lungo, duro, “striati” / tigrati.

A differenza del corso, pelo corto con abbondante sottopelo, in nostro corso somiglia vagamente al “dogo sardo” il cane dei nuraghi portato sull’isola dai fenici a testimonianza delle antiche radici dei “cani da guerra” italici, il molosso fonnese è forse la “via di mezzo”, tigrato ( da lu mantu tigrusu) con pelo medio-duro marrone con striature nere, tigrato.

Corso, già il nome è fonte di discussioni
C’è chi dice che corso derivi dal gaelico Scho’ orsos “Potente e invincibile/imbattibile “ chi associa il nome “Corso” latino-greco cohors coraggio: coraggioso.
E’ comunque più probabile però che il canis pugnax prenda proprio il nome da coorte, il cuore del “quadrato” romano, dietro la scacchiera;
Pringeps = dal latino principi, primi perché dopo aver scagliato i “pilum” i primi ad incrociar la daga col nemico,
Astatus = i “portatori d’asta” seconda linea, le lance con lama a “foglia” passavano colpivano sistematicamente in alto, in basso e al centro, le lunghe lance superavano la prima fila e abbattevano gli avversari impegnati nella pugna coi principi
infine i “Triari”
terzi ed ultimi ad incrociar la spada
“Al terzo trillar di fruscio sei passi avanti per menar fendenti e prendere il campo”
terzi veterani, erano gli ultimi ad ingaggiare battaglia, coperti da armatura pesante e daga corta, pronti a “finire” gli avversari provati già dal duro scontro.


A protezione dello stendardo ( la legio XI di Cesare aveva un aquila d’oro fissata su un palo d’olmo) l’elite, libertados, cavalleria germanica e gli scout, uomini coperti solo da armatura alta, armati di gladio scudo e cani,molossi, pronti a sbranare il nemico in rotta ad inseguire i disertori , e di notte, messi a guardia del campo.
Dei possenti cani delle legioni romani restano oggi scritti e illustrazioni.

Pompei, la campania e tutto il sud Italia adottò la razza, nelle due versioni, quella leggera, il corso, indiscutibile protettore di uomini e cose, e quello che oggi è conosciuto come mastino napoletano, per la stazza imponente era usato nei circhi e nei teatri, pronto ad affrontare il toro o il leopardo il tronco possente e le efficaci armature permettevano al “grosso mastino” d’assorbire senza subir danno le zampate di leopardi e l’aggressione dei babbuini.

Cadde l’impero, gli amanti della razza però custodirono i cani come tesoro, nel medioevo il corso diventò guardiano
si fece cane da caccia, probabilmente rinsanguato con qualche grosso segugio, inseguiva il cinghiale e lo bloccava, mordendolo sul grifo o sul collo in attesa che uomini armati di lancia arrivassero ad uccidere l’ungulato bloccato dalla stretta sicura del possente mastino.

Usato dai pastori, soprattutto dai bovari, affrontò il lupo e l’orso, e diventò un discreto conduttore di mandrie ( giorni addietro ne ho visto uno addentare i garretti di una mucca pigra, non l’ultimo dei cani, dell’ultimo allevamento, ma un esemplare dell’allevamento XXX il cui proprietario è da considerarsi uno dei “padri” ) .

Un cane, un uomo:
nelle masserie raccolto il grano e accumulati i frutti della terra i contadini fuggivano consapevoli dell’arrivo dei ratti, portatori di malattie
i Signorotti della terra per impedire che briganti e predoni depredassero i raccolti chiamavano i “guardiani”, uomini che già avevano affrontato e superato le più disparate malattie dell’epoca, con questi arrivava il suo inseparabile cane, il corso.
Così l’uomo strinse un sodalizio col molosso italiano, mesi interi a dormire su giacigli di paglia, spalla a spalla, pronti ad affrontare banditi e razziatori.
Il cane corso, come il mastino napoletano è cane per un solo uomo, accetta un solo capobranco, può amare la sua famiglia, e donar la vita per il più piccolo della cucciolata, ma ha un unico “padrone”.
Nei palazzi borghesi si trovano raffigurazioni dei grossi cani pugnax vicino ad uomini d’arme, illustrazioni di grossi cani che bloccano i cinghiali.

Thor segue una pista... lucertole forse ^^
Poi l’ascesa, non v’erano più raccolti da proteggere, bracconieri da catturare o cinghiali da bloccare, il fucile nelle mani dell’uomo faceva scempio di selvatici, grossi e piccoli, cani veloci e leggeri si muovevano in muta. Il corso che affrontava l’ungulato era troppo dispendioso…

Fortunatamente qualche amatore ha deciso di “riprendere” la fiera razza

Cucciolone tutta "capoccia"

qualcuno ha esagerato, basta andare sui motori di ricerca per trovare corsi rinsanguati coi dogue de b. con i molossi spagnoli e via dicendo, cani prognati completamente fuori standard storici, purtroppo sono standard “euro”.

COOOccOOloneee!!!


Continua…
continua-carattere-standard


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elena71

Registrato dal: 14-07-2010
| Messaggi : 408
  Post Inserito 07-06-2011 alle ore 22:18   
C'ha 'na capoccia un giro d'Italia.


Bello bello.


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 Profilo
lillina
| CV STAFF

Registrato dal: 15-04-2006
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  Post Inserito 08-06-2011 alle ore 15:36   



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