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   Vi prego di aiutarmi. intervento di castrazione: gatto in rischio di vita

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Autore
Inizio discussione    ( Risposte ricevute: 43 )
daniele73

Registrato dal: 27-06-2007
| Messaggi : 8
  Post Inserito 27-06-2007 alle ore 17:06   
Il gatto di cui parlo è un gatto integro di 4 anni, che vive da sempre – figlio della gatta del vicino - in una casa col giardino, in una zona con altri giardini e altri gatti, che trascorre molto tempo in casa ma che quando va fuori è molto aggressivo con i gatti competitori. Nonostante ciò, è sempre rientrato in casa ogni giorno.
E’ sempre stato in ottima salute, finchè circa 45 giorni fa (all’inizio di maggio) è stato colpito da una rinotracheite molto violenta. In quella circostanza è stato necessario un ricovero per tre giorni presso una clinica veterinaria dove ha effettuato decine di analisi e dove purtroppo è stato trovato positivo alla FIV.
Dopo dieci giorni di cure domestiche, a cui il gatto ha reagito benissimo, riprendendo già in due o tre giorni il peso perso e acquistandone dell’altro, mostrando un pelo lucente e uno sguardo profondissimo, il micio ha ripreso la sua vita normale; tuttavia i dottori in clinica hanno vivamente consigliato di castrarlo, sia per una ragione etica – evitare il contagio agli altri gatti – sia perché la castrazione avrebbe placato un po’ il suo temperamento, riducendo di molto i rischi di eventuali pericolosissime infezioni.
In previsione dell’operazione di castrazione, la cliente – cioè la proprietaria del gatto – ha voluto richiedere diversi pareri medici e infine – dopo un consulto con la responsabile sanitaria e direttrice della clinica – ricevute tutte le assicurazioni circa l’opportunità dell’intervento e circa le condizioni del gatto in previsione dello stesso, ha fissato l’intervento per lunedì 25 giugno.

Tra lunedì 25 giugno e ora, tuttavia, qualcosa non è andato per il verso giusto, e la proprietaria-amica del gatto è molto timorosa. Le hanno detto che il gatto è in pericolo di vita, e per lei questo è incomprensibile visto che sino a domenica 24 il gatto era di ottimo aspetto e in ottima salute, vivace a giocoso e con un in più, rispetto a ora - ma questa è un’altra questione – un bel paio di addobbi di natale in splendida vista.

Il resoconto che segue è volutamente dettagliato, proprio per fornire a chi sarà in grado di formulare qualche parere più dati possibili.
E’ necessario da subito chiarire che la cliente è stata sempre gentile verso tutto il personale ospedaliero – che già conosceva e stimava – e che non ha mai tenuto comportamenti polemici, insinuanti o caricaturali, limitandosi solo in certe circostanze a rivolgere domande e chiedere spiegazioni come avrebbe fatto chiunque nelle sue condizioni.
Le frasi tra virgolette sono testuali.

25 giugno, tarda mattinata: intervento di castrazione.
Quando la cliente alle 16.00 circa riceve il gatto dalle mani del chirurgo – che per comodità chiameremo A.M. – il gatto è sporco di sangue (sulla coda, sulle zampe posteriori, anche sul viso). Il gatto è, a detta del chirurgo, “un po’ arrossato perché, facendo il birichino, si è leccato nella zona genitale”.
L’indicazione è di somministrare degli antibiotici (Synulox) e di applicare una pomata cicatrizzante. Per il resto, si può procedere con la dimissione.
Alla successiva domanda della cliente, che chiedeva perché non gli fosse stato applicato il collare di protezione (collare elisabetta), la risposta del chirurgo è stata la seguente: “il collare si applica generalmente alle femmine, perché i gatti di solito non si leccano nella zona genitale”.

25 giugno, pomeriggio: 2° intervento.
Il cliente, ancora in clinica, si accorge che il gatto sanguina dallo scroto: il sanguinamento è modesto ma evidente.
Il gatto macchia di sangue la sua cuccia pochi minuti dopo esservi stato riposto. In merito a questo, e alla richiesta di spiegazioni della cliente, il chirurgo minimizza, attribuendo allo stesso gatto (“la lingua dei gatti è rasposa!”) la responsabilità dell’apertura della ferita. A sua detta, infatti, il gatto avrebbe “riaperto” la zona dell’incisione operatoria raspando con la lingua.
Sollecitato dalla preoccupazione del cliente, il chirurgo decide di verificare l’operato. Riprende con sé il gatto e dopo circa 45 minuti ritorna con la bestiola. Afferma che “il vaso si è allentato in seguito allo sfregamento, che è stato necessario re-intervenire per stringerlo”, e aggiunge che “prima avevo qualche dubbio ora sono sicura al 100%, il gatto non sanguina più”.
Conclude dicendo che “la pomata non è più necessaria”, raccomanda di “tenere il gatto sotto controllo perché è FIV positivo” anche se ammette di “sapere poco o niente di FIV”.
Il gatto si sta risvegliando dalla seconda anestesia, è sporco di sangue in più punti, è inerme e fissa il vuoto con gli occhi spalancati, questa volta con un collare elisabetta.
Il chirurgo dimette il gatto valutando l’intervento pienamente riuscito.

25 giugno, tardo pomeriggio e sera: ricovero del gatto.
Il gatto, appena giunto a casa e liberato dalla gabbietta, è insolitamente nervoso, si lamenta e vacilla, un po’ per il collare un po’ per gli effetti dell’anestesia, che evidentemente incidono sulla sua corretta deambulazione. Dopo qualche minuto la cliente nota sul pavimento alcune piccole chiazze di sangue ma, ricevute tutte le assicurazioni dal chirurgo, pensa che si tratti di macchie formatesi durante la giornata e che ora cadono in terra.
Dopo un po’, appare evidente che quelle macchioline sono di sangue fresco, e che il gatto sanguina ancora.
Per questo motivo, la cliente decide di ricondurre il gatto in clinica, dove incontra il dottore del pronto soccorso – che chiameremo medico di P.S. – (unico in turno a quell’ora). Il dottore tende a tranquillizzare la cliente, minimizzando anche lui i rischi legati al sanguinamento; egli si confronta telefonicamente con il chirurgo che ha effettuato i due interventi durante il giorno, e ribadisce il suo ottimismo, tanto che è il cliente stesso a dover insistere affinchè il gatto sia ricoverato per quella notte e tenuto in osservazione.

26 giugno, mattina presto: telefonata al medico di P.S.
Medico di P.S.: iIl gatto ancora sanguina, ma è abbastanza normale”; sarà meglio che la cliente ne parli con la dottoressa in turno nel pomeriggio, ma “credo proprio che possa venirlo a prendere nel pomeriggio”.

26 giugno, metà mattinata: telefonata al medico chirurgo.
Alle 11.00 circa la cliente chiama la clinica e parla nuovamente con il chirurgo. “Il gatto non sanguina più”, ma “si è formato un ematoma nella zona genitale” perché probabilmente ha “un problema di coagulazione”. Sono “necessarie della analisi di emocromo e per controllare la coagulazione” perché “potrebbe esserci un’infezione”; “il problema comunque non è stato l’intervento” ma questo sanguinamento è stato un “campanello d’allarme”.
Il chirurgo a questo punto, chiaramente e inspiegabilmente spazientito dalle domande della cliente, volge la questione nelle mani di un’altra dottoressa – che chiameremo C.C. - “un’ospedaliera perché io sono un chirurgo”, invitando la cliente a rivolgersi direttamente a lei quando, nel pomeriggio, verrà in clinica.

26 giugno, tarda mattinata: telefonata al medico chirurgo.
Alle 15.00 circa il marito della cliente telefona in clinica per avere informazioni dirette su quanto accaduto. Il chirurgo ribadisce più o meno quanto detto in precedenza alla cliente.

26 giugno, pomeriggio: visita alla clinica veterinaria.
Alle 16.30 circa la cliente si reca in clinica.
Casualmente, appena giunta, incrocia il chirurgo, la quale congeda bruscamente la cliente rimandandola al medico C.C., senza scambiare nemmeno una parola di circostanza.
Dopo circa 40 minuti la dottoressa nominata dal chirurgo si presenta, e dice che: “il gatto non ha problemi di coagulazione, ma i risultati delle analisi sono preoccupanti”. Soprattutto, il medico comincia parlando del terzo intervento chirurgico, informazione questa che il chirurgo, nelle tre circostanze precedenti, aveva omesso alla cliente e al marito.
Il colloquio, durato circa 30 minuti, dice in sostanza che l’intervento è stato necessario perché il gatto rischiava di morire per un’emorragia interna, che prima di considerarlo fuori pericolo di vita bisognerà aspettare 24-36 ore, che le possibili cause, tutte riconducibili ad un’infezione – precedente o sopraggiunta non si sa – sono tre:
1. un’infezione X curabile con antibiotico e poco rischiosa,
2. un “passaggio di stadio” o “manifestazione” della Fiv che si spera possa rientrare, e infine
3. una peritonite infettiva il cui esito sarebbe “infausto”.
Il parere medico della dottoressa C.C. è espresso in modo eccessivamente emotivo, anche agli occhi stremati e terrorizzati di chi ha vissuto 2 giorni di incubo e sa in quel momento il proprio amico gatto in pericolo di vita. Inoltre, il vocabolario della dottoressa è paurosamente tecnico-specialistico, e non sembra accorgersi dalla condizione di incomunicabilità tra lei e la cliente.
Dice in sostanza che la terza possibilità è la più probabile, poiché questo risulta dalle analisi cliniche, anche se saranno necessarie ulteriori – e costose – analisi di accertamento. Alla domanda della cliente, per rendere comprensibile la tesi della dottoressa C.C., su quali siano i sintomi di questa peritonite, la dottoressa elenca la diarrea, l’inappetenza, la febbre, eventualmente il vomito.
Il gatto non ha mai presentato sintomi del genere, anzi tutt’altro: è entrato in clinica in condizioni ottime, ma questo la dottoressa C.C. pare non saperlo; questo fatto almeno è di parziale consolazione per la cliente, che decide di tenere il dato per sé.

Vi prego di scrivermi quanto considerate necessario per aiutarmi.



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AL62
| MEDICO VETERINARIO

Registrato dal: 06-09-2005
| Messaggi : 2783
  Post Inserito 27-06-2007 alle ore 17:15   
sarebbe utile avere tutti gli esami fatti
sicuramente il gatto è in una condizione non buona.
cosa stanno facendo ora? che terapia?
farsi dare cartella clinica e diagnosi scritte.
rivolgersi ad altro centro veterinario in questo momento potrebbe non esser il meglio.
La situazione deve essere gestita e messa a posto da loro se fossero loro ad aver fatto il danno.

devono dare giustificazioni per il sanguinamento .



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dany69

Registrato dal: 19-09-2005
| Messaggi : 16135
  Post Inserito 27-06-2007 alle ore 17:15   
Ciao, benvenuto, ma il momento è davvero triste.
Segnalo questo caso al nostro AL62, che è un veterinario.
E alla nostra sezione diritti degli animali.

Ecco... AL è già intervenuto.

[ Questo Messaggio è stato Modificato da: dany69 il 27-06-2007 17:16 ]


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alehaze

Registrato dal: 05-06-2006
| Messaggi : 1525
  Post Inserito 27-06-2007 alle ore 17:16   
non ho parole

1. che al primo intervento non sia stato messo il collare elisabetta è normale. ai gatti maschi non si mette. loro si leccano, ovvio, ma non si è mai visto che la ferita si riapra con la lingua.
le analisi pre-anestesia erano state fatte??
2. la fip non si vede certo dalle normali analisi di routine. e l'infezione non può essere un'alternativa, se c'è un infezione, si vede!
3. vedo che scrivi da roma? anche il gatto si trova a roma?? manda un mp a dany69 o a un altro moderatore, per avere un nominativo fidato di una clinica seria per questo micio..

non avevo visto l'intervento di al62 bè però io un parere di qualcun altro lo cercherei..

[ Questo Messaggio è stato Modificato da: alehaze il 27-06-2007 17:18 ]


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dany69

Registrato dal: 19-09-2005
| Messaggi : 16135
  Post Inserito 27-06-2007 alle ore 17:20   
Ti mando un mp, il tempo di copincollare i nostri nominativi per Roma.



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maraveronica

Registrato dal: 02-05-2007
| Messaggi : 861
  Post Inserito 27-06-2007 alle ore 17:23   
Scappa da li a gambe levate.... io non ho mai sentito nulla del genere ma il vet. non ha fatto tutti gli esami del sangue prima di operarlo? e poi ca.. è un gatto fiv positivo e quindi parliamo di aids come per noi umani..........
Io non ti posso aiutare più di tanto ma anche io ho fatto sterilizzare la mia gatta ed è tornata senza perdite di sangue ne tanto meno tutta sporca di sangue e il collare dovevano farlo mettere perchè sappiamo benissimo che il gatto si lecca per cercare di guarire la ferita.
ma che storia!!
Vado in crca di aiuto!!!

[ Questo Messaggio è stato Modificato da: maraveronica il 27-06-2007 19:46 ]


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anonimo

Registrato dal: 10-05-2012
| Messaggi : 7758
  Post Inserito 27-06-2007 alle ore 17:26   
Oddio, ma come è possibile? O___O
Povero micio...



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dany69

Registrato dal: 19-09-2005
| Messaggi : 16135
  Post Inserito 27-06-2007 alle ore 17:28   
Daniele, hai ricevuto il messaggio privato?


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maraveronica

Registrato dal: 02-05-2007
| Messaggi : 861
  Post Inserito 27-06-2007 alle ore 17:33   
anche io ti ho mandato un mp per leggerli barra sulla sinistra in alto trovi messaggi privati


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daniele73

Registrato dal: 27-06-2007
| Messaggi : 8
  Post Inserito 27-06-2007 alle ore 17:37   
a dany 69:
non ho ricevuto alcun messaggio:
tu hai scritto a krakato@libero.it?

a chi mi ha chiesto i risultati delle analisi:
che dovrei fare, scannerizzare tutte le analisi cliinche?
avrò almeno 7-8 pagine fitte di dati e cifre, e al di là del fatto che dovrebbe essere scontato analizzare il gatto in prossimità di un intervento, è stato richiesto espressamente di fare tutte le analisi necessarie proprio in virtù della FIV.
Di più è stato richiesto un colloquio - a pagamento- con la responsabile della clinica proprio per indagare tutte le circostanze dell'intervento, di più che si poteva fare?
Avremmo dovuto noi elencare ad un'equipe composta da almeno 15 medici quali erano le analisi opportune prima di un intervento?
Negli ultimi 2 mesi tra analisi e cure siamo arrivati ad una cifra di 900 euro, che avrei dovuto/potuto fare?
mi sapreste dire quali dati vi servono? cercherò di renderveli disponibili.



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